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introduzione caso sandro marcucci

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Messaggi di Marzo 2018

 

31 Marzo 2018 Manifestazione No Muos a Niscemi

Post n°1992 pubblicato il 31 Marzo 2018 da laura561

31 Marzo 2018 Manifestazione No Muos a Niscemi
SMUNTAMULU IL MUOS CON LE 46 ANTENNE
RIPRENDIAMOCI LA SUGHERETA

L'immagine può contenere: una o più persone, persone che camminano, folla e spazio all'aperto

No Muos

 
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31o Anniversario Omicidio Dettori

Post n°1991 pubblicato il 31 Marzo 2018 da laura561


L'immagine può contenere: 1 persona, barba e primo piano

si chiede verità e giustizia per il maresciallo AM italia Mario Alberto Dettori http://www.strageustica.altervista.org/

 

 

oggi è l'anniversario 31 dell'omicidio Dettori CHIEDIAMO VERITA' E GIUSTIZIA
IN SUA MEMORIA IL LAVORO MIO FINITO SULLA STRAGE DI USTICA

 

 

 
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Petizione per Mario Ciancarella

Post n°1990 pubblicato il 30 Marzo 2018 da laura561

Mario Ciancarella segnala questa petizione per lui fatta da suoi amici di Lucca. Ci tiene a che venga fatta girare e chi vuole la firmi grazie a tutti e tutte. Io anche se ho idee un po' diverse dai promotori della petizione su cosa bisognerebbe fare e con chi per Mario ho firmato per affetto suo appena me l'ha inoltrata. Oggi.

change.org
Da troppo tempo Mario Ciancarella lotta per avere giustizia

 
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CASO CIANCARELLA: LAURA PICCHI SMONTA IL TEOREMA DEL COLLEGIO DEL TAR

Post n°1989 pubblicato il 30 Marzo 2018 da laura561

CASO CIANCARELLA: LAURA PICCHI SMONTA IL TEOREMA DEL COLLEGIO DEL TAR CHE LA RICHIESTA DI NULLITA' SAREBBE AVVENUTA TROPPO TARDI E I RISARCIMENTI SAREBBERO RICHIESTI TROPPO TARDI
allora la sentenza di firenze in primo grado è stata emessa il 2 agosto 2016 c'era la ferialità dei giudici i termini sono partiti il 2 settembre 2016 la sentenza è passata in giudicato il 2 ottobre 2016 .
Questo è il termine da cui fa decorrere i 180 giorni in base all'articolo 31 cpa per chiedere la nullità dell'atto in base al falso della firma di Pertini.
Contiamo . 180 giorni sono 6 mesi. dal 2 ottobre 2016 il termine di 6 mesi è il 2 aprile 2017.
La nullità dell'atto dal ricorrente Ciancarella Mario è stata chiesta il 17 marzo 2017. Quindi nel limite dei 180 giorni previsti dall'art. 31 cpa.
Ha ragione Ciancarella quando dice che l'azione al Tar è stata fatta nei termini di 180 giorni.
Puo' dire il collegio dove sono i seri dubbi che la nullità e quindi i risarcimenti sono stati chiesti troppo tardi?
Laura Picchi

 
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LAVORO USTICA LAURA PICCHI FINITO

Post n°1988 pubblicato il 22 Marzo 2018 da laura561

questo è il mio lavoro su Ustica finito . stamani ho inserito gli ultimi dati nel testo che non avevo piu' avuto il tempo di mettere per l'attesa di sapere se avevo il cancro, la smentita che avevo il cancro, l'ictus di mia nonna e il suo decesso, dover portare avanti una casa. Ora potete leggervelo nella sua interezza, è omissato degli atti di Grosseto come sempre. laura picchi

 
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LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA di Mario Ciancarella

Post n°1987 pubblicato il 21 Marzo 2018 da laura561

 

LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA

 

di Mario Ciancarella

 

 

Il 14 Febbraio scorso il Collegio del TAR Toscana nella udienza relativa alla impugnazione della falsificazione della firma del Presidente della Repubblica sul decreto della mia radiazione aveva ritenuto chiuso il dibattimento e si era ritirato per la decisione.

 

Un mese dopo invece la vicenda e' stata riaperta, con una ulteriore udienza fissata per il giorno 16 Maggio prossimo, per la quale si chiede a me di dimostrare quanto abbia fin qui fatto per oppormi alle conseguenze di quel decreto di radiazione in quanto “Il collegio ha rilevato che sussistono seri dubbi in ordine alla tardività del ricorso con riferimento sia, al termine di cui all’art. 31 cpa in materia di proponimento dell’azione di nullità sia, ancora, per quanto concerne il comportamento complessivo tenuto dal ricorrente a partire da quanto (cosi' nel testo “quanto” piuttosto che “quando”) quest’ultimo ha avuto notizia dell’esistenza del provvedimento di rimozione oggetto del presente ricorso, comportamento che appare comunque incompatibile con la volontà di opporsi al procedimento disciplinare di cui il ricorrente è risultato destinatario”.

 

Ora, a parte la stranezza della riapertura della discussione nel merito, non si capisce bene se il termine di 30 giorni assegnato alle parti perche' trasmettano le proprie memorie in merito sia funzionale piuttosto alla Avvocatura - la quale fin qui ha prodotto davvero ben poco a fronte della posizione sostenuta che la firma del Presidente della Repubblica sarebbe un pro-forma, ne' ha presentato significative documentazioni sul procedimento disciplinare in quanto tale come era stata invece richiesta - che non alle esigenze del ricorrente. Infatti io non ho mai ricevuto una ed una sola notifica formale del provvedimento ed ho potuto dunque cercare di impugnarlo solo nei tempi in cui mi e' stato prodotto il decreto falso e in quelli necessari a garantirmi la necessaria assistenza legale. In questo Paese infatti non e' consentito all'interessato di sollevare in proprio di fronte alla Giustizia alcuna istanza.

 

Mi sembra un assurdo bizantinismo, in ossequio del potere. La volonta' di buttare la palla fuori campo sperando che qualcuno o qualcosa possa forarla prima che rientri in campo. Non una parola sulla falsificazione della firma del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e Capo delle Forze Armate. Solo l'interrogativo se io non abbia fatto troppo poco per dimostrare la mia insofferenza agli effetti del provvedimento di radiazione. Un provvedimento che la Legge vuole sia nullo in virtu' della falsificazione e che dunque non ha ragione di essere nei suoi effetti.

 

Forse secondo qualcuno avrei potuto recarmi armato di mitra sotto il Ministero a rivendicare il mio diritto leso da una firma spudoratamente falsa apposta da non si sa chi. Ma io a certe tentazioni non ho mai inteso cedere, anche se non nascondo di aver subito a volte, nel mio percorso, istinti di violenza.

 

Ma la vera differenza sta tra il concetto di mera legalita', cui oggi tanti si fanno piena la bocca ad ogni occasione, per dimostrare la propria predisposizione e volonta' democratica, e il concetto di Legalita' Democratica e Costituzionale per cui mi sono invece sempre battuto.

 

La prima si fonda su un concetto acritico del potere (nel nostro caso del Potere Militare), la seconda sulla centralita' della Persona Umana e dei suoi diritti fondamentali, cosi' come assunti nelle Costituzioni Nazionali e nelle Convenzioni Internazionali.

 

Nel primo caso ogni e qualsiasi potere ha una sua propria forma di legalita': la stessa Mafia ha una sua legalita' e fa pagare pesantemente ogni “sgarro” al colpevole.

 

Era una forma legalita' (scritta o meno che fosse ma comunque una legalita' disposta dal potere) quella medioevale dello ius primae noctis che consentiva al padrone e signore di giacere con una sposa prima del suo marito la notte stessa delle sue nozze. Era una forma di legalita' quella per cui i regimi fascista e nazista emanarono le leggi sulla razza che avrebbero portato dopo innumerevoli negazioni di diritti fondamentali quali la partecipazione alla scuola ed alla cultura, la liberta' di commercio e la stessa identita' di popolo e etnia al feroce annientamento di zingari, omosessuali, oppositori politici ed infine al genocidio di un intero popolo: il popolo ebraico.

 

Era una forma di legalita' quella per cui il delitto di femminicidio poteva essere passato ed assolto come “delitto d'onore” in auge fino agli anni 60, o per la quale lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona (fino agli anni 80).

 

Era una forma primordiale di legalita' anche la presunzione dei padri di poter disporre impunemente della sorte dei figli: “Io ti ho fatto ed io ti sfascio”.

 

La generica legalita' dunque risponde solo agli interessi immediati del potere e dei suoi epigoni, per quanto momentanei.

 

Altra cosa e' la Legalita' Democratica e Costituzionale, quella cioe' che riferisce primariamente alla Persona Umana ed ai suoi Diritti Fondamentali conquistati dai Popoli dopo secoli di sudditanza passiva ai potentati, diritti tra cui rientrano anche l'integrita' e la serenita' psichica biologica ed esistenziale.

 

Ora mi sembra che il Collegio del Tar stia attentando alla mia serenita' quasi piu' degli estensori della firma falsa del Presidente Pertini, scaricando su di me delle richieste dimostrative che andrebbero piuttosto esigite dagli estensori del falso.

 

Da questi ultimi in qualche misura ero infatti pronto a subire anche la violenza e la presunzione di insindacabilita'. Non mi sorprese dunque - anche se mi umilio' profondamente e solo dopo anni sono riuscito a metabolizzarla scrivendone nel mio “Impossibile pentirsi” - la violenza fisica che mi fu inflitta la prima notte di carcerazione a Forte Boccea, carcere militare, il 29 Settembre 1980.

 

Pero' era stato proprio il Presidente Pertini a offrirmi un insegnamento salvifico e funzionale a sopravvivere a simili violenze quando ci disse, concludendo la audizione in Quirinale, che certamente avremmo passato guai seri e persecuzioni pesantissime, ma ammonendoci di aver comunque e sempre come riferimento e a riporre fiducia nelle Istituzioni e nella Giustizia dello Stato democratico perche' concluse “in uno stato che fosse mutato da democratico in autoritario il posto dei veri patrioti non potrebbe che essere il banco degli imputati e la loro sorte l'esilio o il carcere”.

 

Pensavo dunque di aver gia' sperimentato la persistenza di una natura antidemocratica in un sistema militare di cui si diceva - e' stato il Procuratore Generale Militare e ricordarlo nella prolusione di apertura dell'anno giudiziario 2000, non io - che “fosse una beata insula incontaminata dal contagio costituzionale”.

 

Drammatico e quasi incredibile, se non fosse vero a 50 anni dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione dal Nazifascismo. E se non ne avessi avuto riscontro continuato nella mia dura battaglia per la democrazia nelle Forze armate. Una battaglia che arrivo' a far iscrivere fra i doveri di ogni militare anche quel dovere della disobbedienza di fronte ad ordini manifestamente illegali o che fossero diretti contro le istituzioni. Un articolo di Legge (art 4 L 382/78) che faceva impazzire tanti e troppi Generali, per l'impossibilita' - scrissero a Pertini in una lettera di doglianze sulla Legge - di poter ancora comandare.

 

Una statuizione legislativa invece di grande levatura democratica (che ebbe il coraggio di riprendere e fissare nella Legge il principio di Norimberga per cui ogni militare e' comunque responsabile della esecuzione degli ordini ricevuti indipendentemente dalla imperiosita' e minacciosita' del livello da cui quegli ordini fossero pervenuti) e non interpretabile diversamente dal suo contenuto letterale; ma alla quale si opposero quanti avevano da custodire indicibili segreti di corruzioni e di stragi mai compiutamente indagate come le tangenti per le grandi revisioni degli aeroplani C-130, come la tragedia del Monte Serra, come la strage di Ustica. Eliminando con ogni mezzo lecito o illecito che fosse, mortifero o di eliminazione sostanziale come nel mio caso, ogni antagonista o indomabile oppositore quale scelsi di divenire e di essere proprio di fronte ai cadaveri straziati dei cadetti della marina morti nella tragedia del Monte Serra.

 

Oggi la Giustizia Amministrativa sta mettendo a dura prova la mia capacita' di resistenza e di perseveranza. Mi chiedo se non siamo gia' di fronte ad una inversione dello Stato di Diritto Positivo e Democratico verso le forme proprie dell'autoritarismo piu' feroce e meno nobile, ammantato della maschera dell'ossequio alla legalita' formale, fredda ed omicida piu' di un colpo di pistola.

 

Mi faccio forza, in virtu' dei rapporti umani che ho potuto allacciare in questi anni ed ai legami familiari che sono riusciti a resistere ad anni di lotte e sofferenze, e che mi hanno consentito di portarmi fino alla realizzazione di un passo comunque incancellabile della mia storia e cioe' la affermazione - passata in giudicato - che la firma di Pertini su quel decreto fosse un volgare falso.

 

Questo nessuna distorsione o nessuna spregiudicata contorsione del TAR potra' ormai cancellarlo. C'e' solo da sapere se, dopo 35 anni di resistenza si possa ancora affermare che il Capitano Ciancarella non abbia fatto e dimostrato nulla che potesse sembrare un volersi opporre alle conseguenze di quel procedimento disciplinare vergognoso nel suo svolgimento e nelle sue conclusioni (cioe' con la falsificazione della firma del Presidente della Repubblica).

 

Nulla di nuovo sotto il sole purtroppo. Anche di fronte agli esiti di indagini parlamentari attente ed esigenti  sull'impiego di armi all'uranio impoverito, ad esempio, si e' scelto di tornare a mentire sul loro utilizzo e sulla consapevolezza dei loro effetti, lasciando i propri valorosi uomini nelle maglie della legalita' dei potenti e abbandonandoli nelle angosciose angustie della malattie assunte in servizio e a causa del servizio.

 

Questo ci dice quanta ancora bisogna farne di strada prima che in ogni militare possa nascere una coscienza democratica, per reagire prima ancora che l'ignavia porti qualcuno a contrarre personali malattie. Per riuscire cioe' a dire NO ad ogni ordine illecito e illegale prima ed indipendentemente dal subire effetti indesiderati su se stessi. Perche' le popolazioni civili sottoposte ad attacchi con quel tipo di armi sono vittime non collaterali ma dirette della volonta' di potenza che si espresse in quei bombardamenti, sono vittime di “crimini contro l'umanita'”.

 

Non ambisco essere riconosciuto come vittima di crimini similari, ma quantomeno di essere rispettato per la mia storia che, tutta, parla per me e per il mio impegno accanto alle vittime di qualsiasi nefandezza sia stata compiuta in nome di una malintesa legalita' dettata dal potere.

 

Ci sono le mie ripetute lettere a Capi di Stato e di Governo, Ministri della Difesa Capi di Stato Maggiore a testimoniare che non mi sono mai arreso alla ineluttabilita' della radiazione disposta con un decreto falso ed ignobile come quella firma del Presidente Pertini.

 

Mario Ciancarella

l'intervista a Mario Ciancarella in video e audio

Mario Ciancarella, leader del Movimento Democratico dei militari e radiato nel 1983 con un documento poi rivelatosi falso oltre trent'a...
piumatv.blogspot.com

 

 
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LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA di Mario Ciancarella

Post n°1986 pubblicato il 21 Marzo 2018 da laura561

LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA

 

di Mario Ciancarella

 

 

Il 14 Febbraio scorso il Collegio del TAR Toscana nella udienza relativa alla impugnazione della falsificazione della firma del Presidente della Repubblica sul decreto della mia radiazione aveva ritenuto chiuso il dibattimento e si era ritirato per la decisione.

 

Un mese dopo invece la vicenda e' stata riaperta, con una ulteriore udienza fissata per il giorno 16 Maggio prossimo, per la quale si chiede a me di dimostrare quanto abbia fin qui fatto per oppormi alle conseguenze di quel decreto di radiazione in quanto “Il collegio ha rilevato che sussistono seri dubbi in ordine alla tardività del ricorso con riferimento sia, al termine di cui all’art. 31 cpa in materia di proponimento dell’azione di nullità sia, ancora, per quanto concerne il comportamento complessivo tenuto dal ricorrente a partire da quanto (cosi' nel testo “quanto” piuttosto che “quando”) quest’ultimo ha avuto notizia dell’esistenza del provvedimento di rimozione oggetto del presente ricorso, comportamento che appare comunque incompatibile con la volontà di opporsi al procedimento disciplinare di cui il ricorrente è risultato destinatario”.

 

Ora, a parte la stranezza della riapertura della discussione nel merito, non si capisce bene se il termine di 30 giorni assegnato alle parti perche' trasmettano le proprie memorie in merito sia funzionale piuttosto alla Avvocatura - la quale fin qui ha prodotto davvero ben poco a fronte della posizione sostenuta che la firma del Presidente della Repubblica sarebbe un pro-forma, ne' ha presentato significative documentazioni sul procedimento disciplinare in quanto tale come era stata invece richiesta - che non alle esigenze del ricorrente. Infatti io non ho mai ricevuto una ed una sola notifica formale del provvedimento ed ho potuto dunque cercare di impugnarlo solo nei tempi in cui mi e' stato prodotto il decreto falso e in quelli necessari a garantirmi la necessaria assistenza legale. In questo Paese infatti non e' consentito all'interessato di sollevare in proprio di fronte alla Giustizia alcuna istanza.

 

Mi sembra un assurdo bizantinismo, in ossequio del potere. La volonta' di buttare la palla fuori campo sperando che qualcuno o qualcosa possa forarla prima che rientri in campo. Non una parola sulla falsificazione della firma del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e Capo delle Forze Armate. Solo l'interrogativo se io non abbia fatto troppo poco per dimostrare la mia insofferenza agli effetti del provvedimento di radiazione. Un provvedimento che la Legge vuole sia nullo in virtu' della falsificazione e che dunque non ha ragione di essere nei suoi effetti.

 

Forse secondo qualcuno avrei potuto recarmi armato di mitra sotto il Ministero a rivendicare il mio diritto leso da una firma spudoratamente falsa apposta da non si sa chi. Ma io a certe tentazioni non ho mai inteso cedere, anche se non nascondo di aver subito a volte, nel mio percorso, istinti di violenza.

 

Ma la vera differenza sta tra il concetto di mera legalita', cui oggi tanti si fanno piena la bocca ad ogni occasione, per dimostrare la propria predisposizione e volonta' democratica, e il concetto di Legalita' Democratica e Costituzionale per cui mi sono invece sempre battuto.

 

La prima si fonda su un concetto acritico del potere (nel nostro caso del Potere Militare), la seconda sulla centralita' della Persona Umana e dei suoi diritti fondamentali, cosi' come assunti nelle Costituzioni Nazionali e nelle Convenzioni Internazionali.

 

Nel primo caso ogni e qualsiasi potere ha una sua propria forma di legalita': la stessa Mafia ha una sua legalita' e fa pagare pesantemente ogni “sgarro” al colpevole.

 

Era una forma legalita' (scritta o meno che fosse ma comunque una legalita' disposta dal potere) quella medioevale dello ius primae noctis che consentiva al padrone e signore di giacere con una sposa prima del suo marito la notte stessa delle sue nozze. Era una forma di legalita' quella per cui i regimi fascista e nazista emanarono le leggi sulla razza che avrebbero portato dopo innumerevoli negazioni di diritti fondamentali quali la partecipazione alla scuola ed alla cultura, la liberta' di commercio e la stessa identita' di popolo e etnia al feroce annientamento di zingari, omosessuali, oppositori politici ed infine al genocidio di un intero popolo: il popolo ebraico.

 

Era una forma di legalita' quella per cui il delitto di femminicidio poteva essere passato ed assolto come “delitto d'onore” in auge fino agli anni 60, o per la quale lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona (fino agli anni 80).

 

Era una forma primordiale di legalita' anche la presunzione dei padri di poter disporre impunemente della sorte dei figli: “Io ti ho fatto ed io ti sfascio”.

 

La generica legalita' dunque risponde solo agli interessi immediati del potere e dei suoi epigoni, per quanto momentanei.

 

Altra cosa e' la Legalita' Democratica e Costituzionale, quella cioe' che riferisce primariamente alla Persona Umana ed ai suoi Diritti Fondamentali conquistati dai Popoli dopo secoli di sudditanza passiva ai potentati, diritti tra cui rientrano anche l'integrita' e la serenita' psichica biologica ed esistenziale.

 

Ora mi sembra che il Collegio del Tar stia attentando alla mia serenita' quasi piu' degli estensori della firma falsa del Presidente Pertini, scaricando su di me delle richieste dimostrative che andrebbero piuttosto esigite dagli estensori del falso.

 

Da questi ultimi in qualche misura ero infatti pronto a subire anche la violenza e la presunzione di insindacabilita'. Non mi sorprese dunque - anche se mi umilio' profondamente e solo dopo anni sono riuscito a metabolizzarla scrivendone nel mio “Impossibile pentirsi” - la violenza fisica che mi fu inflitta la prima notte di carcerazione a Forte Boccea, carcere militare, il 29 Settembre 1980.

 

Pero' era stato proprio il Presidente Pertini a offrirmi un insegnamento salvifico e funzionale a sopravvivere a simili violenze quando ci disse, concludendo la audizione in Quirinale, che certamente avremmo passato guai seri e persecuzioni pesantissime, ma ammonendoci di aver comunque e sempre come riferimento e a riporre fiducia nelle Istituzioni e nella Giustizia dello Stato democratico perche' concluse “in uno stato che fosse mutato da democratico in autoritario il posto dei veri patrioti non potrebbe che essere il banco degli imputati e la loro sorte l'esilio o il carcere”.

 

Pensavo dunque di aver gia' sperimentato la persistenza di una natura antidemocratica in un sistema militare di cui si diceva - e' stato il Procuratore Generale Militare e ricordarlo nella prolusione di apertura dell'anno giudiziario 2000, non io - che “fosse una beata insula incontaminata dal contagio costituzionale”.

 

Drammatico e quasi incredibile, se non fosse vero a 50 anni dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione dal Nazifascismo. E se non ne avessi avuto riscontro continuato nella mia dura battaglia per la democrazia nelle Forze armate. Una battaglia che arrivo' a far iscrivere fra i doveri di ogni militare anche quel dovere della disobbedienza di fronte ad ordini manifestamente illegali o che fossero diretti contro le istituzioni. Un articolo di Legge (art 4 L 382/78) che faceva impazzire tanti e troppi Generali, per l'impossibilita' - scrissero a Pertini in una lettera di doglianze sulla Legge - di poter ancora comandare.

 

Una statuizione legislativa invece di grande levatura democratica (che ebbe il coraggio di riprendere e fissare nella Legge il principio di Norimberga per cui ogni militare e' comunque responsabile

 
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IL NOSTRO 19 MARZO 2018 FESTA DEL PAPA'

Post n°1985 pubblicato il 19 Marzo 2018 da laura561

Talitha Ciancarella

Il Tar dice che ci vuole rivedere il 16 maggio. Dice che nutre forti dubbi. Il “COMPORTAMENTO COMPLESSIVO DI MIO PADRE IN TUTTI QUESTI ANNI SEMBREREBBE COMUNQUE INCOMPATIBILE CON LA VOLONTÀ DI VOLER OPPORSI AL PROCEDIMENTO. “
sì. hanno scritto così. Non è una sentenza. È un nuovo appuntamento.dobbiamo quindi produrre documenti che dovrebbero dimostrare che mio padre in questi 35 anni non si è arreso. Siamo così sconvolti è arrabbiati da non avere molte parole. Forse se avesse perso la testa e fosse andato ogni giorno sotto il Ministero della difesa, senza cercarsi un lavoro, senza dare da mangiare a 3 figli e una moglie, sarebbe stato diverso? Sulla falsificazione di una firma presidenziale hanno poco da dire, a loro interessa giudicare IL COMPORTAMENTO COMPLESSIVO. Diamo un voto in condotta a Mario Ciancarella per gli ultimi 35 anni!! Poi diamo un voto a tutti gli avvocati che in questi anni hanno rifiutato anche solo di provare ad imbastire una causa; poi agli avvocati che hanno rinunciato perché spaventati; poi ai due periti del tribunale che non hanno accettato l’incarico, facendo rimandare ogni volta di 6 mesi le udienze; poi diamo un voto ai rinvii di anno in anno disposti dai vari giudici. Non dimentichiamo di valutare il comportamento complessivo di Generali che pur avendo giurato di servire lo Stato italiano, hanno falsificato la firma di un presidente della Repubblica e hanno radiato con infamia uni degli ufficiali piloti più devoti alla Costituzione


I MIEI COMMENTI

Laura Picchi grazie. è quello che penso anch'io poi diamo un voto per il comportamento complessivo anche a tutta la politica rimasta indifferente quando è andata bene, oppure stava quando è andata meno bene direttamente in complicità a mentire con i generali

Laura Picchi noi siamo TESTiMONI DIRETTI CON LA FAMIGLIA DI CIANCARELLA DI QUANTO E' ACCADUTO DAL 1980 AD OGGI. A NOI NON CI POSSONO MAI CONVINCERE CHE E' TROPPO TARDI PER LA GIUSTIZIA NON HA SCADENZA COME LO JOGHURT LA GIUSTIZIA E TANTOMENO LA VERITA'. SIAMO CON LA FAMIGLIA CIANCARELLA E LA LORO INDIGNAZIONE E' ANCHE LA NOSTRA. INSIEME CONTINUEREMO A LOTTARE. UN ABBRACCIO A TUTTI E TUTTE


questo è il messaggio della moglie di Mario per il potere, sono certa lo leggeranno. Le gioie che danno familiari e amici beh il potere non ce le toglierà MAI....OGNI NOSTRA GIOIA UN LORO MOMENTO DI CUPEZZA... IL NOSTRO AMORE INCROLLABILE VINCE SUL LORO ODIO INFIMO...UN ABBRACCIO

Luciana Luciani Il diciotto marzo mio marito Mario ha compiuto 67 anni..Nel 1980 quando è stato arrestato le nostre famiglie , amici coetanei, ,sacerdoti e vescovo Agresti hanno condiviso le nostre pene e le nostre speranze...anche le umiliazioni dei rifiuti di diversi avvocati a difenderlo...ma il diciotto è stata comunque una festa per la vita di Mario ...ancora con la famiglia e gli amici.Queste gioie non ce le toglieranno mai ...

 

19 marzo e ......DI LAURA PICCHI
caro Papa' tua figlia ha unito tre verità in una e ha sepolto l'ascia di guerra con tutti. Oggi ci sono i funerali di nonna. Lei non ha mai saputo nulla delle strade pericolose percorse dalla nipote con l'associazione antimafie Rita Atria. Non ha mai saputo nulla dei nostri nemici e dei prezzi pagati, troppo anziana per darle preoccupazioni. Tu QUEST'ANNO TI MERITI I MIEI AUGURI PUBBLICI. NON E' FINITA PAPA' IO E LORO RESTIAMO IN PRIMA LINEA PER I RISARCIMENTI E LA GIUSTIZIA A MARIO E A TUTTE LE ALTRE VITTIME. TI VOGLIO BENE, LAURA

strageustica.altervista.org
libro Tesi Laura Picchi Ustica e documentazione
 
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uscita ordinanza invece che sentenza caso Ciancarella il processo al Tar continua

Post n°1984 pubblicato il 15 Marzo 2018 da laura561

ORDINANZA CASO CIANCARELLA
Pubblicato il 15/03/2018
N. 00392/2018 REG.PROV.COLL.
N. 00339/2017 REG.RIC.
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REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana
(Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 339 del 2017, proposto da:
Mario Ciancarella, rappresentato e difeso dall'avvocato Mauro Casella, domiciliato ai sensi dell’art. 25 cpa presso la Segreteria T.A.R. in Firenze, via Ricasoli 40;
contro
Ministero della Difesa, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall'Avvocatura distrettuale di Firenze, domiciliata per legge in Firenze, via degli Arazzieri, 4;
per la dichiarazione di nullità,del D.P.R. dato a Roma addì 11 ottobre 1983, con il quale è stata disposta la perdita del grado per rimozione, ai sensi dell'art. 70, n. 4 della legge 113/1954 a decorrere dalla data del decreto, e, conseguentemente, anche con la nomina di un commissario ad acta, per la reintegra in servizio del Sig. Mario Ciancarella nel grado con la relativa ricostituzione piena della sua carriera giuridica ed economica nel ruolo di appartenenza, attraverso il riconoscimento dei vari gradi ed il pagamento degli emolumenti economici connessi nonché di ogni altra indennità che avrebbe percepito fino al raggiungimento della massima età pensionabile, oltre al riconoscimento della pensione da calcolarsi sulla base della ricostituita carriera con il pagamento degli arretrati a partire dal giorno del pensionamento e secondo il sistema retributivo all'epoca vigente. Oltre al riconoscimento di tutti i danni riportati e tra questi quello morale ed esistenziale nella misura del 50 per cento della somma spettante allo stesso a titolo di danno patrimoniale o in quella misura maggiore o minore che riterrà di giustizia. Il tutto con la rivalutazione monetaria ed interessi legali, annullando inoltre ogni altro atto connesso al D.P.R. del 11.10.1983 oggetto della querela di falso, presupposto e conseguente ancorché ignoto, con vittoria di spese, diritti ed onorari.

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero della Difesa;
Visto l'art. 73, co. 3, cod. proc. amm.;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 14 febbraio 2018 il Consigliere Giovanni Ricchiuto e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;Considerato che, dopo il passaggio in decisione della causa, il Collegio ha rilevato che sussistono seri dubbi in ordine alla tardività del ricorso con riferimento sia, al termine di cui all’art. 31 cpa in materia di proponimento dell’azione di nullità sia, ancora, per quanto concerne il comportamento complessivo tenuto dal ricorrente a partire da quanto quest’ultimo ha avuto notizia dell’esistenza del provvedimento di rimozione oggetto del presente ricorso, comportamento che appare comunque incompatibile con la volontà di opporsi al procedimento disciplinare di cui il ricorrente è risultato destinatario;
Ritenuto di dover assegnare alle parti 30 (trenta) giorni, decorrenti dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza, per presentare memorie vertenti su quest'unica questione.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Prima), Assegna alle parti 30 (trenta) giorni, decorrenti dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza, per presentare memorie vertenti sulla questione indicata nella parte motiva.
Fissa l’udienza di trattazione del presente ricorso all’udienza pubblica del 16 maggio 2018.
Così deciso in Firenze nella camera di consiglio del giorno 14 febbraio 2018 con l'intervento dei magistrati:
Manfredo Atzeni, Presidente
Gianluca Bellucci, Consigliere
Giovanni Ricchiuto, Primo Referendario, Estensore

 
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a sentire i media di regime il caso Moro è un mistero: un ripassino urge...di Laura Picchi

Post n°1983 pubblicato il 14 Marzo 2018 da laura561

Un ripassino Moro anticomunista si rende conto che la dc è in calo di voti e che il mondo sta cambiando è il 1960 comincia a pensare al governo delle larghe intese con il Pci. Ha subito contro gli Usa. Nel 1969 c'è la strage di Piazza Fontana a Moro nascondono del progetto del golpe Borghese avallato dagli Usa. Moro continua l'avvicinamento al Pci e gli Usa s'incazzano , Moro comincia a realizzare che la strage di Piazza Fontana è fascista come quella di Piazza della Loggia. Dovrebbe salire sull'italicus, ma ne discende, quel treno salta in aria. Moro continua a flirtare con il Pci. gli Usa infiltrano le Br vedi libro Pieczenik che lo rapiscono e lo uccidono non da soli. La strage della scorta avviene davanti a Pino rauti, a casa sua ed egli dirà non si è accorto di nulla. Gelli dirà che Moro se l'è cercata. Sulla scena del delitto c'è Guglielmi di Gladio. Cossiga di gladio ministro degli interni non farà nulla per salvare Moro e alla morte di Moro tra i consulenti di Cossiga ci sarà un certo Micheal Ledeen che comincerà a tessere la tela a Roma per un nuovo fascismo universale. come lo spiegheremo poi. che c'è di mistero? nulla eccetto solo come si possa definire giornalismo quello che ci propinano i super media di regime in Italia. laura picchi

 
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