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Messaggi di Giugno 2020

 

Ustica la posizione di nadia furnari vicepresidente associazione antimafie rita atria

Post n°2123 pubblicato il 27 Giugno 2020 da laura561

dedicato a chi a livello politico militare ha danneggiato gravemente Nadia forse pensando di zittirla...questo Paese con il cervello di Nadia in prima linea ha ancora speranza. laura picchi
Nadia Furnari è con Santina Latella e altre 4 persone.
19 min ·
40 anni di vergogna di Stato.... di "Nato"... quasi 30 anni di R-Esistenza contro le calunnie a Mario Ciancarella provenienti anche da uomini delle Istituzioni che oggi vengono considerati grandi magistrati e che per me invece hanno la colpa di aver creato un impianto accusatorio fallimentare e di essersi avvalsi come consulenti di gente che andava indagata e non "consultata" (parlo di uomini del Pentagono). Il giudice Priore non ha mai chiesto scusa a Mario Ciancarella. Gi usto per fare un nome. Per non parlare di di pensa che famigliari siano solo quelli delle 81 vittime mentre i famigliari come, ad esempio i Dettori, siano da lasciare soli. Ecco 40 anni in cui ormai ne abbiamo sentite di tutti i colori. Mancano solo gli extraterrestri e poi il quadro è completo. Ma i cieli erano "nostri", le basi radar erano soprattutto "nostre"...c'erano i "nostri" aerei in volo... ma la colpa cerchiamola sempre "fuori". Come il fatto che noi siamo stati fascisti condizionati dai tedeschi... ignorando che i nazisti si ispirarono proprio a Mussolini... e potrei andare avanti per ore. Un pensiero alla politica di questo paese. Incapace di consegnare un verità politica. Una politica che cita come riferimento un uomo di Gladio come Cossiga...mentre dovrebbe dire che abbiamo avuto golpisti ai vertici dello Stato. Non ci sono le condizioni in questo Paese per la verità: troppa ignoranza; troppa sudditanza; troppa ignavia; troppa vigliaccheria; troppi "patti" con il diavolo. Grazie a Stefano Corradino che ha avuto il coraggio di citare anche gli "innominabili". Barbara Dettori a te va il mio pensiero oltre alle 81 vittime ufficiali e a tutte quelle che non sono in nessun elenco ma che sappiamo essere morti per coprire le "ragioni di Stato..."... mafioso aggiungo io.

https://www.facebook.com/stefano.corradino/videos/10157428864653595/UzpfSTEwMDAxMjI2NDI3NDc3MzozMDYwNjExMjk0OTk0MTQ6NzU6MDoxNTkzNTg2Nzk5OjQ3MjU5Njc2MTk2NTU0OTc0NDc/

 
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Strage di Ustica Siamo stati noi, siamo stati noi a tirarlo giu' di Alessio Di Florio

Post n°2122 pubblicato il 27 Giugno 2020 da laura561

Strage di Ustica Siamo stati noi, siamo stati noi a tirarlo giu' di Alessio Di Florio


 
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Ustica parla l'avvocato D'Antona

Post n°2121 pubblicato il 27 Giugno 2020 da laura561

Goffredo D'antona
·

LE ALTRE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA
Oggi sono 40 anni della strage di Ustica, uno dei più ignobili segreti italiani.
Ricordiamo come è giusto che sia le 81 vittime che furono assassinate quella sera.
Ma le vittime non solo loro. Le vittime sono di più.
Dopo Ustica morirono tante persone che erano comunque correlate all’abbattimento dell’aereo dell’Itavia , molti erano militari dell’aeronautica, molti avevano delle verità, alcuni erano molto probabilmente testimoni oculari di quello che accadde nei cieli del sud tirreno
L’elenco è lungo 13 16 forse 19 vittime.
Per tanti, forse tutti, ancora permangono dubbi sulle vere cause delle loro morte.
Indagini sbrigative e oggettivamente spesso dilettantesche, che lasciano senso di vuoto nei loro familiari.
Ombre dubbi consigli di lasciar perdere.
In questi anni grazie all’associazione antimafie Rita Atria, mi sono occupato di tre di questi casi.
Sandro Marcucci colonnello dell’Aereonautica e Silvio Lorenzini. Morti in un incidente aereo senza che venisse, di fatto, compiuta nessuna indagine. Oggi a seguito di un nostro esposto la Procura di Massa ha riaperto le indagini ipotizzando il reato di omicidio.
Stessa riapertura a Grosseto per Mario Alberto Dettori radarista dell’aereonautica in servizio quella notte. Trovato impiccato nel 1987. Oggi si indaga per omicidio.
In questi giorni mi sono sentito con il figlio di Lorenzini e la figlia di Dettori.
Anche loro sono vittime di Ustica, ma sono vittime sconosciute e comunque dimenticate.
E non è giusto.

 
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Ustica: parla la figlia del capitano Ciancarella

Post n°2120 pubblicato il 27 Giugno 2020 da laura561

nella guerra tra depistatori della bomba e del missile straniero, riporta tutti alla realtà dei fatti la figlia del capitano Mario Ciancarella. Come mai se si vuole la verità sulla strage di Ustica non si restituisce il grado a Ciancarella e si torna a livello parlamentare a verificare la sua tesi della responsabilità di am italia e del governo italiano? Il ministro Guerini dovrebbe sapere che il consiglio di stato ha detto che Ciancarella ha chiesto i risarcimenti tardi, non è vero, ma non si puo' considerare risarcimenti ridare il grado a Ciancarella che gli è stato rubato, è fuori illegalmente da am italia dal 1983 poi il congedo (non esiste che uno a quasi 70 anni è ancora in servizio) e la pensione. Il ministro sa bene son diritti acquisiti non risarcimenti. Vogliamo parlare del dolore della famiglia Ciancarella? Dura dal 1980, sono 40 anni, quello inflitto da governi parlamenti che si sono succeduti insieme al livello militare non è mai finito anzi ogni anniversario di Marcucci, Dettori, Ustica, Scieri e il Serra si rinnova . Quando una figlia dice alla Difesa io avrei gradito anche delle scuse e non arrivano che Stato siamo diventati? chiediamocelo. grazie. laura picchi
Talitha Ciancarella
26 min ·
C’è da sentirsi fortunati a non vedere il nome di mio padre, Mario Ciancarella, tra quelli delle vittime “collaterali” di Ustica. Ci sono tra gli altri Sandro Marcucci, il suo migliore amico e Mario Alberto Dettori, che chiamò mio padre i giorni successivi...loro sono morti e mio padre si è battuto anche per loro. Lo hanno radiato il mio papà e per farlo hanno dovuto falsificare la firma del Presidente della Repubblica e hanno creato un documento falso. Queste falsificazioni sono state accertate da un giudice. Ma non ha diritto ad un risarcimento o a delle scuse.
#ustica #ciancarella


 


 
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Atlantide Ustica 40 anni di bugie

Post n°2119 pubblicato il 25 Giugno 2020 da laura561

ho aspettato il video integrale della puntata per dire qualche cosa. ho visto cose che voi umani.... purgatori era impegnatissimo come al solito a sostenere la sua tesi infondata... ma sono successe cose che vanno sottolineate...
La prima: una signora di Isola delle femmine ha confermato quella sera c'era l'esercitazione Nato. chiedete scusa a chi l'ha sempre detto e non è mai stato creduto.
La seconda: ci dice Purgatori la Procura indaga su Grazzanise se da là sono decollati aerei italiani o americani per azione d'intercettazione. Ho saputo in diretta quindi che la Procura di Roma indaga sulla mia tesi relativa al cosidetto scenario di Grazzanise
La terza: Barbara Dettori ha riportato la trasmissione sul binario della realtà dei fatti, se era per Purgatori eravamo sul horror fantasy.....
Purgatori puo' fare meglio se si impegna: indaghi seriamente sul missile italiano se vuole davvero la verità grazie Laura Picchi


 
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Ustica Barbara Dettori ad Atlantide

 

Ustica: inquirenti sentono giornalisti su audio scatola nera

Post n°2115 pubblicato il 25 Giugno 2020 da laura561

Ustica: inquirenti sentono giornalisti su audio scatola nera

24 Giugno , 15:48
(ANSA) - ROMA, 24 GIU - La Digos di Roma, su delega della Procura capitolina, ha sentito, in qualità di persone informati sui fatti, i giornalisti Pino Finocchiaro di Rainews24, autore di un recente servizio dedicato alla strage di Ustica del 27 giugno 1980, e Fabrizio Colarieti, curatore del sito stragi80.it. I due cronisti, a quanto si è appreso, sono stati ascoltati dagli investigatori della Polizia nell'ambito dell'inchiesta riguardante il disastro aereo del Dc9 Itavia coordinata dai pm Erminio Amelio e Maria Monteleone. Nei giorni scorsi, prima della messa in onda del servizio di Rainews24, sempre la Digos, aveva acquisito, presso la sede della società Emery Video, il file audio con l'ultimo tratto della registrazione della scatola nera del Dc9 dal quale, dopo essere stato ripulito dai tecnici della Rai, è emerso che uno dei piloti, pochi istanti prima che Ciampino perdesse il contatto con il volo Itavia, pronunciò la frase 'Guarda cos'è'. Il file audio, andato in onda nel servizio firmato da Finocchiaro, proveniva dall'archivio di Colarieti, il cui sito, dal 2000, raccoglie gli atti giudiziari delle inchieste condotte sul disastro di Ustica.

Y13-GR

 
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Ustica quel che il generale non ricorda andrea purgatori huff post

 

Caso Scieri dal tirreno articoli 17 giugno 2020

Post n°2113 pubblicato il 24 Giugno 2020 da laura561

«Provo orrore per chi ha taciuto 20 anni la verità sulla morte del mio Lele»

L'intervistasabrina chiellini«Anche solo pensarli per me è orribile. Spero di non incontrarli mai». Non li nomina mai, ma li pensa sempre. Non può essere altrimenti. Sono accusati di aver ucciso suo figlio, Emanuele Scieri, 26 anni paracadutista della Folgore, con aspirazioni da avvocato. Isabella Guarino ha sempre saputo che Lele non si era suicidato in caserma, il giorno dell'arrivo a Pisa. Alle lacrime di dolore si sono presto aggiunte quelle dell'amarezza per i depistaggi, della verità negata. La madre di Scieri, nato a Siracusa e morto in Toscana, parla con un tono pacato che trasmette l'impressione di una donna forte. Sopravvissuta grazie all'altro figlio, Francesco, ai nipoti. E alla necessità di capire che cosa avessero fatto a Emanuele.La sofferenza, però, c'è: è quella di una mamma che quasi 21 anni fa ha perso un figlio, il 13 agosto 1999. Da allora non ha mai spesso di combattere per ottenere verità e giustizia. Lo ha fatto anche quando nel 2011 il marito Corrado è morto senza verità. La Procura di Pisa che il 28 settembre 2017 ha riaperto le indagini ha provato a capire se il lavoro svolto dagli inquirenti era carente e come si poteva rimediare. Per la morte di Emanuele sono stati indagati tre ex caporali per omicidio volontario in concorso, con l'aggravante dei motivi futili e abbietti, e due ex ufficiali per favoreggiamento. Che cosa prova oggi?«Dire che cosa provo in questo momento non è semplice. Noi abbiamo capito subito che Emanuele aveva subito atti di violenza, che in quella caserma era successo qualcosa di estremamente grave. Basta pensare che per tre giorni nessuno aveva visto il suo corpo ai piedi della torretta per asciugare i paracadute. Anche se ci sono voluti molti anni, le cose sono cambiate. La verità verrà fuori. Stiamo facendo luce sulla morte di mio figlio. Il lavoro della magistratura dimostra anche i vertici militari di allora hanno tentato di ostacolare la verità».Depistaggi e tentativi di ostacolare le indagini oggi emergono con forza. Quando avete capito che la verità si stava allontanando?«Oggi abbiamo una speranza. Fin dall'inizio ci ha ulteriormente addolorato l'atteggiamento indifferente con cui ha trattato la morte di Emanuele il generale Enrico Celentano (nel 1999 comandante della Folgore, ndr)».Che cosa successe nei giorni successivi alla morte di suo figlio?«Quando siamo arrivati a Pisa eravamo sconvolti. Ma qualcosa nell'atteggiamento dei militari ci sorprese. Abbiamo avvertito subito come una sorta di ostilità nei nostri confronti. Nessun sostegno per noi. Ci siamo sentiti guardati quasi con diffidenza, facevamo domande, volevamo sapere. Oggi è tutto diverso. Dopo avere letto della chiusura delle indagini della Procura di Pisa mi ha chiamato il generale Farina (capo di Stato maggiore dell'esercito, ndr) per esprimerci la sua vicinanza. Il Comune di Pisa vuole intitolare un parco a Emanuele. Sono segnali importanti. Nessuno vuole che certi drammi si possano ripetere, che ci siano altre vittime di soprusi come è successo a mio figlio. Abbiamo accolto positivamente l'idea dell'amministrazione comunale di Pisa per ricordare Emanuele».Quando avete pensato che poteva arrivare una svolta, che si poteva arrivare alla verità?«Il lavoro della commissione parlamentare di inchiesta è stato fondamentale. Fino alla fine del 2017 ho pensato più volte che sarebbe stato impossibile arrivare a una conclusione positiva per noi. Mi chiedevo: "Sarà mai possibile trovare qualcosa di nuovo, dopo tanti silenzi colpevoli?". Non avevo fiducia dopo quello che avevo visto fare a Pisa. Diciamolo: le prime indagini hanno tralasciato aspetti che poi si sono rilevati importanti. Devo dire anche che per noi è stata di grande aiuto la vicinanza degli amici di Emanuele, di tutta la società civile, dei giovani dell'associazione "Giustizia per Lele" nata a Siracusa. Tanto lo dobbiamo al prezioso lavoro posto in essere dalla commissione Parlamentare d'inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri presieduta dall'onorevole Sofia Amoddio. In seguito anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ci è stata vicino, abbiamo capito che poteva esserci un'apertura».Cosa vorrebbe dire ai tre indagati per l'uccisione di suo figlio e a chi ha depistato le indagini?«Mi rifiuto di incontrarli. Anche solo pensarli è orribile. Ancora mi chiedo come abbiano fatto per tutto questo tempo a tenere nascosta la verità. È stata tolta la vita a un giovane e loro sono rimasti tranquilli, senza mai porsi il problema in 20 anni. Se avessero avuto un po' di coscienza avrebbero già detto come sono andati i fatti».Tra i difensori dei tre ex ufficiali indagati c'è chi sostiene che siamo di fronte a due ricostruzioni diverse, quella della Procura militare (a luglio ci sarà l'udienza preliminare del processo) e quella della procura ordinaria. Cosa ne pensa?«Non sono diverse nelle conclusioni. Indicano le stesse persone responsabili della morte di mio figlio. La magistratura di Pisa, di questo ringrazio il procuratore Alessandro Crini, per prima ha riaperto il caso e ha ampliato lo spettro delle indagini ma le conclusioni sono simili: gli autori degli atti di violenza, delle percosse e prevaricazioni, sono sempre gli stessi. Non è ancora una sentenza di condanna, ma è un passo importante verso la verità».Che cosa vi ha dato la forza di andare avanti per tutti questi anni?«Il sostegno della gente, della società civile. In tanti ci hanno invitato a portare avanti la nostra battaglia, perché quanto accaduto non poteva essere limitato ai soli diretti responsabili della morte di Emanuele. L'intero Paese si è interessato a questa storia. Mio figlio Francesco ha studiato a Trieste, anche lui è stato incoraggiato a non fermarsi. Un percorso di condivisione importante. Mio marito è morto nel 2011 senza poter conoscere la verità. Ci ha lasciato invitandoci a continuare a fare in modo che si continuasse a indagare. Ora che si aprono nuovi spiragli di luce è come se Emanuele si fosse liberato».La farebbe piacere tornare a Pisa, sapere che un giardino pubblico sarà intitolato a suo figlio?«Sì, non ho nulla contro la città, nonostante quello che è successo prima e dopo la morte di Emanuele. Il sindaco di allora, Paolo Fontanelli, non ci fu ostile e anche la nuova amministrazione ci sta dimostrando interesse». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

17 giugno 2020 sez.

 

Cinque indagati per la morte conseguente ad atti di nonnismo

Sono cinque gli indagati per la morte di Emanuele Scieri. Alessandro Panella, Andrea Antico, Luigi Zabara, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili e abbietti motivi. Sono indagati per favoreggiamento l'ex generale Enrico Celentano e Salvatore Romondia, 73 anni, ex militare a cui viene contestato il favoreggiamento per una telefonata fatta a Panella, un'ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri. Secondo la Procura di Pisa, Scieri è morto sul colpo dopo la caduta dalla scala sulla torretta di asciugatura dei paracadute. I tre graduati di truppa che avevano mansioni amministrative e logistiche presso il Capar, avrebbero poi nascosto il cadavere, sapendo che da quel momento avrebbero potuto contare su numerose coperture.

 

 
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Caso Scieri dal tirreno articoli 16 giugno 2020

Post n°2112 pubblicato il 23 Giugno 2020 da laura561

«Finalmente stiamo facendo giustizia dopo anni»

PISA«Penso mio figlio Emanuele, che era laureato in giurisprudenza e voleva fare l'avvocato, a lui ora dico che finalmente stiamo facendo giustizia sulla sua morte». Così la mamma di Emanuele Scieri, Isabella Guarino, commenta l'avviso di conclusione indagini della Procura di Pisa che vede indagati tre ex caporali per omicidio volontario in concorso, con l'aggravante dei motivi futili, e due ex ufficiali con l'accusa di favoreggiamento.«Il lavoro della magistratura dimostra che c'è stato anche dai vertici militari di allora il tentativo di allontanare la verità. E in questi anni ci ha ulteriormente addolorato l'atteggiamento indifferente con cui ha trattato la morte di Emanuele il generale Enrico Celentano», ex comandante della Folgore. Isabella Guarino ricorda che Scieri «si iscrisse a Giurisprudenza dopo gli anni di Tangentopoli perché voleva esercitare la professione di avvocato per appagare la sua sete di giustizia». Anche il fratello di Scieri, Francesco, oggi medico, sottolinea che la ricostruzione che arriva dalla Procura di Pisa «è corrispondente a quello che ci siamo sempre immaginati. Emanuele non si era suicidato ma era stato assassinato da qualcuno dopo essere stato inseguito su quella torretta per sfuggire alle percosse subite». Francesco Scieri ringrazia «la commissione parlamentare d'inchiesta senza il lavoro della quale non saremmo arrivati a questo punto». L'avvocato Alessandra Furnari, che con Ivan Albo fa parte del collegio difensivo della famiglia Scieri, spiega: «Quello di oggi è un passo avanti per la verità». Attende di valutare le carte, Marco Meoli, avvocato di Alessandro Panella, uno degli indagati dalla procura di Pisa e per il quale, insieme ad Antico e Zabara, la procura militare ha già chiesto il rinvio a giudizio. Andrea Di Giuliomaria, avvocato di Zabara, afferma: «Ci sono indagini che ricostruiscono la morte di Scieri in modo diverso; questo è già un elemento che denuncia una contraddittorietà». --

16 giugno 2020 sez.

 

Scieri colpito mentre fuggiva per salvarsi: cinque indagati

Emanuele Scieri muore il 13 agosto 1999 nella caserma "Gamerra" di Pisa. Il paracadutista siracusano, 26 anni, muore dopo una caduta da una torre utilizzata per asciugare i paracadute. Per tre giorni resta un fantasma: sparisce nel nulla anche se risulta in caserma. Per quasi vent'anni restano fantasmi anche i suoi (presunti) assassini e chi li copre: i paracadutisti con il vizio del nonnismo che, il giorno stesso del suo arrivo in caserma, lo costringono a subire atti di prevaricazione. Ora la Procura di Pisa firma la chiusura delle indagini. E ricostruisce una storia diversa da quella che l'Esercito sostiene (e ha sostenuto: accusa tre ex caporali di omicidio volontario in concorso e due ex ufficiali della Folgore di favoreggiamento perché si sarebbero attivati per depistare e insabbiare le indagini sulla morte di Scieri. Un caso riaperto due anni fa, su impulso della commissione parlamentare d'inchiesta. Una morte per la quale procede anche la magistratura militare: il 17 luglio ci sarà l'udienza preliminare per i tre ex caporali. chiellini / A PAG. 11

Colpito mentre fuggiva per salvarsi Omicidio Scieri, 20 anni di depistaggi

Sabrina Chiellini / pisaEmanuele Scieri muore il 13 agosto 1999 nella caserma "Gamerra" di Pisa. Il paracadutista siracusano, 26 anni, muore dopo una caduta da una torre utilizzata per asciugare i paracadute. Per tre giorni resta un fantasma: sparisce nel nulla anche se risulta in caserma. Per quasi 20 anni restano fantasmi anche i suoi (presunti) assassini e chi li copre: i paracadutisti con il vizio del nonnismo che, il giorno stesso del suo arrivo in caserma, lo costringono a subire atti di prevaricazione.Omicidio e depistaggioOggi la Procura di Pisa firma la chiusura delle indagini. E ricostruisce una storia diversa da quella che l'Esercito sostiene (e ha sostenuto: accusa 3 ex caporali di omicidio volontario in concorso e due ex ufficiali della Folgore di favoreggiamento perché si sarebbero attivati per depistare e insabbiare le indagini sulla morte di Scieri. inchiesta civile e militareSono le conclusioni dell'indagine della Procura di Pisa (condotte dal procuratore Crini e dal pm Sisto Restuccia), riaperta due anni fa, su impulso della commissione parlamentare d'inchiesta. Una morte per la quale procede anche la magistratura militare: il 17 luglio ci sarà l'udienza preliminare per i tre ex caporali. gli indagatiAlessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, l'unico ancora in servizio nell'Esercito, tutti graduati di truppa con mansioni amministrative e logistiche, irregolarmente presenti in caserma il giorno del fatto, sono accusati anche dalla Procura di Pisa di avere ucciso il giovane. Prima lo avrebbero colpito con violenza sul corpo, dopo averlo costretto a spogliarsi per sottostare ad atti di "nonnismo". Per sottrarsi a strattonamenti e percosse - ricostruisce la procura di Pisa - Scieri sale sulla scala di asciugatura dei paracadute. I caporali lo braccano, lo fanno cadere. I tre, sempre secondo la ricostruzione della Procura, nascondono il corpo e si allontano dalla caserma, godendo della complicità del silenzio di chi avrebbe dovuto denunciare. Panella viene arrestato per l'omicidio nell'estate 2018: c'è pericolo di fuga negli Usa dove vive, spiegano gli inquirenti. il presunto insabbiatoreL'ex comandante della Brigata Paracadustisti Folgore, generale Enrico Celentano (da tempo in pensione) è indagato per favoreggiamento per avere aiutato Antico, Panella e Zabara ad eludere le indagini, omettendo di riferire quello che sapeva. Secondo la Procura, il generale, dopo la morte di Scieri, va a Pisa, intorno a mezzanotte, e ha un incontro con il comandante facente funzioni del Capar. L'ipotesi è che concordino la linea da seguire. la telefonata del "complotto"Ora emerge un quinto indagato, anche lui per favoreggiamento: Salvatore Ramondia, oggi 73enne, di origini romane, ufficiale in congedo. All'epoca era aiutante maggiore del comandante del reparto corsi. Avrebbe telefonare a Panella, alle 15,35 del 16 agosto 1999, circa un'ora dopo il ritrovamento del corpo di Scieri. Il colloquio (4 minuti) potrebbe essere servito a concordare la versione dei fatti. Una telefonata, finora sfuggita, ma che era stata annotata su un registro, tolto dalla polvere degli archivi della Gamerra, con altri documenti risultati utili per ricostruire cosa succedeva in quegli anni nella caserma.omicidio per motivi abiettiFu dunque un omicidio volontario, aggravato da abietti e futili motivi. La ricostruzione della procura ordinaria arriva dopo la consulenza dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo. Secondo la consulente, Scieri è morto subito dopo essere precipitato da un'altezza di circa 10 metri dalla scala: la via di fuga si trasforma in una trappola mortale. In particolare, l'ex caporale, Alessandro Panella, lo avrebbe raggiunto mentre il giovane tenta di arrampicarsi sull'inferriata di protezione esterna dopo essere stato picchiato.come è stato massacrato«Chi lo ha inseguito - sostiene il procuratore della Repubblica, Alessandro Crini - gli ha sferrato un colpo penetrante al polpaccio sinistro con un oggetto contundente, tanto da lasciare un segno profondo sul piede». Scieri avrebbe perso la presa, arrampicandosi sulla torre, a seguito delle fratture alle mani evidenziate dai riscontri sul cadavere. «Sulle mani ci sono lesioni che al 96% sono incompatibili con la caduta» ma con le percosse. Ci sono anche lesioni frutto di spinte e aggressioni che possono appartenere alla fase dopo il rivestimento», che si inquadrano in un contesto di vessazioni. morto sul colpoLa perizia rivela pure: «Alla base cranica è stato scoperto un complesso di fratture che esclude la possibilità che Scieri potesse essere rianimato», quindi la morte è avvenuta subito dopo l'impatto al suolo, Scieri non avrebbe potuto salvarsi anche se dopo la caduta fosse stato dato l'allarme.Chiarito meglio il contesto e sapendo cosa andare a cercare, la Procura messo insieme altri elementi: «Abbiamo chiesto ai carabinieri, che avevano svolto le prime indagini, di esaminare di nuovo i tabulati, è emersa una telefonata dalla caserma all'abitazione di Panella, un'ora dopo il ritrovamento del cadavere». Telefonata inizialmente collegata a una cabina telefonica: la Procura si è fatta consegnare i registri con le annotazioni che i centralinisti fanno. E da quelle pagine redatte 20 anni fa, sono arrivate risposte importanti. la catena di comando«Abbiamo elementi che sul piano indiziario ci danno dimostrazione del fatto che il livello di conoscenza dell'episodio relativo alla morte di Scieri fu abbastanza immediato anche da parte della struttura di comando e comportò una serie di reazioni e di organizzazioni di cose che furono messe in atto», aggiunge Crini, precisando poi che gli elementi relativi alle «cosiddette coperture» sono stati acquisiti grazie al «contributo fattivo dell'attuale struttura militare, dell'attuale catena di comando del Capar». Una collaborazione che la Procura ha apprezzato.le omissioniGli inquirenti inoltre ritengono che «la catena di comando dell'epoca» adottò comportamenti omissivi che hanno impedito di fare luce sul delitto: «Il generale Enrico Celentano, allora comandante della Folgore - osserva Crini - non ha mai spiegato la circostanza di una telefonata giunta nel cuore della notte dell'omicidio alla sua abitazione di Livorno e partita dal suo cellulare di servizio con certezza collocato dai periti a Pisa. Mentre agli atti risulta anche il tabulato dell'interno 209, riconducibile all'aiutante maggiore della caserma, dal quale parte una chiamata diretta all'abitazione della famiglia Panella un'ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri avvenuto il 16 agosto. Quel colloquio telefonicodi 4 minuti riteniamo che corrobori le nostre tesi investigative circa le condotte omissive del comando di allora della Gamerra a differenza della piena collaborazione che abbiamo invece ricevuto dal comando attuale». --

16 giugno 2020 sez.

 

 

 

 
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Ultime parole del pilota dc9 prima strage di Ustica: guarda cos'è?

Post n°2111 pubblicato il 15 Giugno 2020 da laura561

http://www.stragi80.it/il-nuovo-frammento-audio-dalla-scatola-nera-del-dc9-rainews24-ripulisce-la-registrazione-e-spunta-un-guarda-cose/?fbclid=IwAR1H_xXeUy3CogthL0ur-A1L-O4SzAtrVzKA3QcBU6wYcI78BeRjChscaLw

Finora si era riuscito ad ascoltare solo un Gua, un pezzo di una parola, che poteva essere Guarda, pronunciata da uno dei due piloti e incisa nell’ultimo tratto del nastro che girava nella scatola nera del Dc9 Itavia, precipitato, il 27 giugno 1980, mentre andava da Bologna a Palermo con 81 persone a bordo. I tecnici di RaiNews24 hanno ripulito quell’audio, conservato sul sito stragi80.it, scoprendo che, in realtà, la parola pronunciata è Guarda cos’è?. L’audio è andato in onda oggi, all’interno di un’anticipazione esclusiva del reportage (qui il servizio) firmato da Pino Finocchiaro per il prossimo anniversario della strage. La Procura di Roma ha disposto l’acquisizione presso la redazione di Rainews24 della traccia audio andata in onda nell’ambito dell’inchiesta ancora oggi in corso e coordinata dal pm Erminio Amelio. (Fonte Ansa).

 
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caso scieri la procura di Psa chiude le indagini 5 indagati

Post n°2110 pubblicato il 15 Giugno 2020 da laura561

si sono ricordati che Ciancarella è stato utile per arrivare ad oggi alla conclusione indagini a 5 indagati compreso il generale Celentano . per 3 commilitoni indagati l'accusa è omicidio volontario. a noi pare fosse cosi da 20 anni, pare avevamo ragione. laura picchi

 
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