Il Diario di Sangel

Riflessioni di una notte


Ieri notte sono rimasta fino a tardi a chiacchierare con un amico. E' stato bello, abbiamo parlato di tutto, come sempre. Con lui si può parlare di sesso e di amore, di medicina o di cinema, di cucina e di sport (magari non di calcio :) ). Non lo conosco da tantissimo.. eppure a volte ho l'impressione che ci sia da sempre. Riesce sempre a capire come mi sento. A volte fa finta di essere cinico e si scherma dietro a risatine e frasi fredde, che stroncherebbero qualsiasi conversazione. A volte invece si lascia vedere come è. Lascia che si intraveda la persona stupenda che è. Come ieri sera. Mentre mi chiedeva di mia figlia, di come stava. Si stava sinceramente (e si sta ancora) sinceramente preoccupanto per lei. Tenero. Pensare che non la conosce. Diceva, quando ci siamo conosciuti, che non era da lui preoccuparsi per gli altri. Che lo faceva solo quando era veramente legato a qualcuno. Mi ha fatto un enorme piacere sapere che mia figlia fa parte di questa ristretta (dice lui ma non ci credo) cerchia di amici. Ma la cosa più bella che ha fatto è stata poi chiedere con discrezione come sto io. Come procede la mia terapia e come mi sento. Dico la cosa più bella, non perchè chiedeva di me (cosa che mi fa piacere si intende) ma perchè lo ha fatto in un modo dolcissimo. Sa come sono fatta e sa che non sto a lamentarmi dei miei guai. Soprattutto ora che mia figlia ne ha di peggiori. Quindi me lo ha chiesto con un modo dolcissimo, lasciando a mia discrezione di rispondere. Come quando mi ha dato la mano. "ha lasciato un biglietto" come dice lui.. stava a me rispondere. Potevo farlo con un biglietto o scrivere una lettera. Ho scritto la lettera.