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« Solo un turno a CambiassoBayern-Juve,Buffon repli... »

Quarti di C.L. 20121-2013 (and.) Bayern Monaco - Juventus 2-0

Post n°995 pubblicato il 03 Aprile 2013 da resistenzabianconera
 

I quarti di finale si aprono con la brutta sconfitta della squadra di Conte a Monaco: va sotto dopo 30 secondi con un gol di Alaba (Buffon indeciso) e poi raddoppia con Muller. Male i bianconeri, mai in partita. Al ritorno senza Vidal e Lichtsteiner

Bayern (4-2-3-1): Neuer 6.5; Lahm 7, Van Buyten 7, Dante 7, Alaba 7.5; Luiz Gustavo 7, Schweinsteiger 7.5; Ribery 7.5 (48' st Shaqiri sv), Kroos sv (16' pt Robben 7), Muller 7; Mandzukic 7 (45' st Gomez sv). In panchina: Starke, Boateng, Timoshchuk, Pizarro. Allenatore: Heynckes.
Juventus (3-5-2): Buffon 5; Barzagli 5.5, Bonucci 5.5, Chiellini 5.5; Lichtsteiner 5.5, Vidal 6.5, Pirlo 5, Marchisio 5, Peluso 5.5 (30' st Pogba sv); Matri 5 (20' st Vucinic 6), Quagliarella 5 (20' st Giovinco 5.5). In panchina: Storari, Marrone, Padoin, Asamoah. Allenatore: Conte.
Arbitro: Clattenburg (Inghilterra) 6.5.
Reti: 1' pt Alaba, 18' st Muller.
Note: serata fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Mandzukic, Chiellini, Vidal, Lichtsteiner, Luiz Gustavo. Angoli: 8-4 per il Bayern. Recupero: 2' pt; 3' st.

Cercava la partita perfetta, per trasformare in storica una stagione già fantastica, ma il suo sogno europeo si è subito infranto contro il Bayern Monaco. La Juventus perde 2-0 l’andata dei quarti di finale di Champions League, un risultato che poteva essere ben più rotondo a favore dei tedeschi, sebbene i gol siano arrivati essenzialmente per due inconsueti errori di Buffon. Tra una settimana, a Torino, ci vorrà un miracolo per ribaltare il risultato e proseguire il cammino in Europa.  

All’Allianz Arena i bianconeri perdono in un colpo solo l’imbattibilità internazionale, che andava avanti ormai da 18 gare, e la brillantezza del gioco che l’ha portata a guidare il campionato con 9 punti di vantaggio quando mancano appena otto partite alla fine. Merito del Bayern, che ha dimostrato di essere superiore ai bianconeri in ogni reparto, e a qualche incertezza di troppo della difesa, che fino a questa sera era stata la migliore del torneo. E che ha perso contro il migliore attacco la sfida agli antipodi di questa sera. 

Sulla carta doveva essere una partita alla pari tra due corazzate, entrambe a un passo dallo scudetto nei rispettivi campionati, entrambe decise a giocarsi le proprie carte fino in fondo. I tedeschi, a caccia della terza finale in quattro stagioni, come gli italiani, partiti in sordina e arrivati sino a quella che in molti definiscono una finale anticipata con un obiettivo molto preciso: vedere «cosa manca, se manca» per essere al top, come ha sentenziato Conte alla vigilia. Ma «senza essere vittima sacrificale». Le intenzioni c’erano tutte: in campo dal primo minuto due punte, Matri e Quagliarella, i “matador” dell’Inter sabato in campionato, con Vucinic in panchina dopo i postumi dell’influenza smaltita soltanto ieri. Sulle fasce Lichtsteiner e Peluso, tenuti a riposo contro i nerazzurri, con Pirlo direttore d’orchestra protetto da Marchisio e Vidal nell’ormai collaudato 3-5-2. Davanti a Buffon Barzagli, Bonucci e Chiellini, a prendersi cura dell’unica punta avversaria, il croato Mandzukic, e a badare agli inserimenti da dietro di Thomas Muller e Ribery. 

Qualcosa, però, va storto nei piani della Juve, subito sotto grazie alla rete di Alaba a una manciata di secondi dal fischio d’inizio. Il difensore austriaco gela un Buffon incerto, che in Europa perde l’imbattibilità dopo 490’, più della temperatura polare di Monaco e costringe i bianconeri ad una partita subito in salita. I giocatori di Conte sembrano non scomporsi e si mettono a far girare la palla, rendendosi pericolosi con una punizione di Pirlo di poco alta (11’) e con un sinistro dalla distanza di Vidal (13’) che non c’entra lo specchio della porta. La sfortuna, per i bianconeri, questa sera ci vede bene, perché al 14’ costringe il Bayern a fare a meno dell’infortunato Kroos. Al suo posto entra Robben e cambia la partita. La Juve sparisce dal campo, o quasi, e salgono in cattedra i vicecampioni d’Europa, che sfiorano il raddoppio in diverse occasioni. Clamoroso l’errore dell’olandese, al 18’: il suo tiro a colpo sicuro viene parato d’istinto da Buffon. I campioni d’Italia soffrono sulle fasce, il settore dove fino a questa sera Conte aveva costruito le sue fortune. Peluso, a sinistra, non la vede quasi mai e da quella parte Marchisio finisce schiacciato tra Lahm e Robben, di nuovo vicino al gol al 32’ su assist di Thomas Muller, che salta Peluso come un birillo. 

I bianconeri escono alla distanza e al 45’ Matri di testa, su calcio d’angolo di Pirlo, alza di poco sulla traversa di un Neuer, fino a quel momento semplice spettatore. Ma è solo una fiammata, perché nel secondo tempo lo spartito della gara non cambia. La Juve s’impegna, ma questa sera ha di fronte un avversario troppo forte. Cala il ritmo, ma al 63’ arriva i raddoppio di Muller, complice ancora una volt Buffon, che non trattiene il tiro dalla distanza di Luiz Gustavo, e del sospetto fuorigioco di Mandzukic, che serve l’assist a Muller per il più facile dei gol. Conte prova a correre ai ripari e in un colpo solo getta nella mischia Vucinic e Giovinco al posto degli spenti Matri e Quagliarella e, subito dopo, Pogba per un Peluso al di sotto delle ultime prestazioni. Contromosse tardive, perché gli unici squilli arrivano da Vidal, con un doppio tiro al 69’. Troppo poco per rimettere in carreggiata una partita iniziata male e finita peggio.  

«I grattacieli non si costruiscono in un giorno con la paletta e il secchiello» ha detto Conte, provando a spiegare perchè la Juve si sia dissolta davanti al Bayern. Le cognizioni del tecnico bianconero in campo edilizio sono corrette. Il punto è che, presentandosi all’Allianz Arena, la Juve pensava di aver superato la fase delle costruzioni con la sabbia e di essere ormai passata al calcestruzzo e alle gru. C’era, nei bianconeri, la convinzione di giocarsela con i vicecampioni d’Europa, magari di perdere però mantenendosi su un piano di parità. Il risveglio è stato brusco. Non c’è un solo appiglio cui la Juve si possa aggrappare nella sconfitta, neppure all’arbitraggio perchè se l’inglese Clattenburg ha sbagliato se ne possono lamentare i bavaresi, per il rigore non fischiato a Mandzukic nel primo tempo e per la tardiva ammonizione a Vidal, più dei bianconeri per il fuorigioco sul 2-0.  

Conte è abbastanza esperto per non calcare la mano sull’inadeguatezza della Juve: bastava osservarlo in piedi a bordo campo, immobile e con le braccia conserte, per capire quanto fosse preso pure lui dalla consapevolezza che non ci fosse niente da fare. La domanda è se la differenza con i tedeschi sia davvero tanto abissale o se l’abbia ingigantita la serata di luna storta collettiva. «Dobbiamo complimentarci con il Bayern per come ha dimostrato di essere più forte. E’ una squadra di qualità, completa, forte anche nel fisico, nella corsa, nella potenza, infatti la vedo favorita per la vittoria finale: in più ha dimostrato la cattiveria che nasce dalla sconfitta ai rigori dell’anno scorso». Non c’è stato un approccio sbagliato e troppo ottimista da parte vostra? gli chiedono. «Non ci eravamo caricati di troppe speranze, avevamo lo spirito giusto. Aver subito il gol dopo 27 secondi ha moltiplicato le difficoltà e accresciuto il loro entusiasmo: ci siamo trovati in una situazione psicologica di inferiorità. Nel primo tempo abbiamo seguito la via giusta quando abbiamo cercato di mantenere il possesso della palla finalizzato a cercare le incursioni, loro sono stati bravi a concedercelo poco».  

Il tecnico bianconero non parla degli errori in serie, e spesso molto banali, commessi soprattutto da chi avrebbe dovuto guidare la Juve con la propria esperienza. Tutto ricade sulla bravura del Bayern. «Non si hanno venti punti di vantaggio nel campionato tedesco se non si è fortissimi - ripete - Dovevamo capire quanto siamo lontani dai club migliori: è un’analisi che faremo dopo la partita di ritorno e valuteremo anche cosa ci serve per diventare più forti. Dobbiamo avere il quadro completo, non le impressioni di 90 minuti. Intanto pensiamo a cosa potremo fare tra sette giorni per ribaltare il pronostico che è sempre più dalla parte loro. Sappiamo che non sarà facile, se subiremo un gol diventerà quasi impossibile fargliene quattro. Aspettiamo e teniamo anche d’occhio il campionato: quello è il nostro obiettivo, in Coppa sapevamo che ci sono squadre più attrezzate di noi e il Bayern lo è più di tutte». 

 
 
 
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