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Juve-Toro, il primo derby si scatena sugli abbonamenti


E' tutto nuovo, eppure si torna all'antico. Si torna agli Anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, quando a Torino c'erano due squadre di calcio e ciascuna aveva il suo stadio: la Juventus giocava al Comunale (ai tempi del fascismo intitolato a Mussolini), il Torino al Filadelfia. Un caso unico in Italia e finora mai emulato. Anzi, anche a Torino dal 1963 all'anno scorso (e anche in precedenza, quando il Filadelfia fu bombardato e reso inagibile per anni), le circostanze hanno imposto la stessa coabitazione che ha sempre regnato a Genova (tra Genoa e Sampdoria), a Milano (Tra Inter e Milan) e a Roma (tra Roma e Lazio).Quest'anno si cambia, ed è un salto indietro nel tempo: per la prima volta dopo 49 anni la stracittadina si giocherà in due stadi diversi. Un derby allo stadio Olimpico e uno allo Juventus Stadium. La novità trasuda fascino, non c'è che dire. Ma si porta appresso anche alcune questioni pratiche emerse negli ultimi giorni. Una su tutte: come si comporteranno le due società con le tifoserie rivali in occasione del derby? Domanda lecita, perché la formula «due società due impianti» ha stravolto ogni copione.Finché l'impianto era uno solo, ed era del Comune prima il Comunale, poi il Delle Alpi, infine l'Olimpico - regnava una sorta di superiore armonia: i derby non venivano inseriti nel pacchetto abbonamenti, agli ospiti veniva concessa la curva di appartenenza e il resto dei tagliandi veniva venduto liberamente. Funzionava così almeno dal 1996. Ora, invece, si cambia: la Juventus ha lanciato da qualche giorno la campagna abbonamenti e ha inserito nel pacchetto tutte le 19 partite casalinghe, derby compreso. E il derby? è una gara come le altre.Per i bianconeri è una scelta logica: la società punta a fare il boom di abbonati, cosa che dovrebbe permettere di coprire 27 mila posti dello Juventus Stadium, a cominciare dalle due «curve»; poco più di 2 mila andranno agli ospiti, altri 11 mila verranno venduti di volta in volta. Escludere la stracittadina dal pacchetto vorrebbe dire, di fatto, impedire a non pochi tifosi abbonati - e perciò fedelissimi alla causa - di assistere al match contro il Toro. Non succederà, e perciò ai granata verrà riservato il settore ospiti: 2300 posti circa. Niente di più, cosa che da giorni solleva mugugni e proteste sui forum dei tifosi. Lamentele destinate a cadere nel vuoto perché oggi - a differenza del passato - l'impianto è di proprietà del club bianconero. E non ci saranno inversioni di rotta, a differenza del 2000, quando una mozione votata all'unanimità dal Consiglio comunale, e soprattutto un provvedimento della questura, imposero alla Juventus di destinare ai rivali tutta la curva Nord del Delle Alpi e non solo uno spicchio come avrebbero voluto. Anche perché la scelta della Juve è di stampo «europeo»; e in buona parte dell'Europa ogni squadra ha il suo stadio e agli ospiti (chiunque siano) destina un piccolo settore.La novità solletica non solo l'umore dei tifosi, se è vero che nella quinta circoscrizione, sul cui territorio sorge lo Juventus Stadium, è stata presentata addirittura un'interpellanza bipartisan. Il timore è che, in occasione del deby, truppe di tifosi granata senza biglietto si riversino comunque sullo stadio, con possibili problemi di ordine pubblico.E il Torino? La società sta valutando le contromosse, ma per ora non sembra intenzionata a inserire il derby nell'abbonamento. In casa granata si fanno calcoli di altro tipo: la stracittadina sarebbe fonte di incassi, e comunque l'Olimpico non farà il pieno di abbonati. La soluzione più probabile è un'altra, che avrebbe comunque il sapore della ripicca: concedere agli ospiti il solo settore per le trasferte (1400 posti), agli abbonati granata la prelazione sui biglietti e poi dare il via alla vendita libera, puntando su un afflusso massiccio di supporter del Toro.Insomma, le schermaglie sono appena cominciate. E pensare che all'inizio del campionato mancano ancora quasi due mesi.