SANO E CONSAPEVOLE

IL RICHIAMO


Mi trovo sufficientemente distante dall’inquinata civiltà, in mezzo ad una selvaggia distesa di palme nane. Se non ci fossero queste piante, accompagnate da rada sterpaglia, sarebbe un arido deserto di terra rossa.Dappertutto, massi  tondeggianti  di roccia grigia (franati giù dal monte chissà quando) sorvegliano il vicino panorama costiero.Mi attira l’idea di raggiungere a piedi una zona del pianoro che mi ricorda, lontanamente, Stonehenge. Per farlo, abbandono l’accennato sentiero ed affronto un’infinita gimcana attorno alle onnipresenti palme nane.Fatto.Adesso  non resta che scegliere, tra questi dolmen naturali, quello più adatto. Ce ne sono di varie dimensioni e forme. Uno, in particolare, fa decisamente al caso mio. Alto circa tre metri, è accessibile a chiunque. Salgo in cima e mi siedo su di esso, assumendo la classica postura da meditazione.Chiudo gli occhi. La mia mente inizia poco a poco a sgombrarsi. Il flusso (prima incessante) di pensieri rallenta d’intensità.  Mi concentro sulla respirazione. Non è mica semplice, sono alle prime armi. Le distrazioni sono dietro l’angolo.Rammento a me stesso che finalmente ho raggiunto l’origine, la natura. Vorrei spogliarmi completamente e sentire l’azione del vento su ogni parte del corpo nudo, per assaporare la sensazione dell’animalità perduta. Allo stesso tempo, so di essere speciale come qualsiasi filo d’erba, come una tra le tante cavallette, come il mare che ho davanti. Né più, né meno.La società mi allontana dalla verità, dall’essenziale. Invidio le poche tribù primitive ancora sopravvissute. Loro sì che vivono la vita più giusta, anche se ogni componente del gruppo rischia di morire in giovane età.Io, invece, fin dalla nascita sono stato costretto a seguire direttive, indotte e devianti, contro la mia volontà. Mi hanno registrato all’Anagrafe. Mi hanno affibbiato un cognome ed un codice fiscale. Mi hanno battezzato. Mi hanno dichiarato italiano. Mi hanno subito fatto respirare l’aria contaminata da chi mi ha preceduto. È assurdo pensare che i miei genitori fossero obbligati a farlo. Avrei voluto essere uno strumento della vita, non solo della burocrazia!Per fortuna, ho avuto modo di ribellarmi successivamente.Molti, prima o poi, si rendono conto dell’imbroglio. Non siamo liberi, ma prigionieri dell’umanità stessa. Cosa volete che m’importi dei soldi, della fama o della nazionale di calcio?! Il mio non è un attacco gratuito. Amo la pace e la giustizia. Siete stati voi, corrotti, a volere imporvi su di me (e sulla collettività che non ambisce al potere), senza darmi alcuna possibilità di scegliere autonomamente la strada da percorrere…