Creato da sansonna.anna il 12/12/2007

Sansonna Anna

Non solo Arte

 

 

Termini scaduti per il I Concorso Internazionale di Pittura e Scultura dell'Associazione Artistica Gestus

Post n°29 pubblicato il 01 Maggio 2009 da sansonna.anna
 

Ieri sono scaduti i termini del nostro primo concorso di pittura e scultura.

Ci sono state parecchi artisti italiani e stranieri che hanno aderito alla nostra iniziativa.

Nei prossimi giorni renderemo noti i vincitori.

Grazie per la vostra partecipazione.

www.gestus.it

 
 
 

SAVE THE SHARKS AND THE WHALES

Post n°28 pubblicato il 27 Settembre 2008 da sansonna.anna
 

SOS STRAGE DI SQUALI A LIVELLO PLANETARIO PER L'USO DELLE LORO PINNE NELLA CUCINA E NELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESI.
SALVIAMOLI!

PER MAGGIORI INFOS DATE UN'OCCHIATA AL SITO DI "MISSIONE NATURA" DELLA RETE TV LA 7.
LINK: http://www.la7.it/blog

DONATE AGLI ATTIVISTI DI GREENPEACE CHE SI BATTONO PER LA DIFESA DI SQUALI E BALENE NEGLI OCEANI.
LINK: http://www.seashepherd.org

 
 
 

Post N° 27

Il giornale Il Cassetto mi ha concesso gentilmente di pubblicare una intervista al gallerista Giuliano de Marsanich, proprietario della Galleria Don Chisciotte di Roma.


Confessioni di un gallerista

Cosa è cambiato dagli anni Sessanta ad oggi. Non solo nel mondo dell’arte.

Pinocchi, burattini, soldatini si affacciano dalle vetrine e attirano i passanti nella piccola galleria Don Chisciotte, A Roma, in Via Angelo Brunetti vicino Piazza del Popolo, nata nel ’62 e sopravissuta ai mutamenti della città fino ad oggi. Sono esposti antichi giochi, teatrini, incisioni, quadri e molte sculture in cartapesta del proprietario Giuliano de Marsanich che ama rappresentare Don Chisciotte a cavallo. Un’intervista al gallerista per capire com’era l’arte negli anni ’60 e come è cambiata.

Da 45 anni qui sono passati tanti artisti come Turcato, Vespignani, Maccari. Quali dei tanti artisti ricorda con più affetto?
Ho avuto un grande amore per Mario Mafai che considero un artista di alta qualità pittorica e poetica. Allora era un mondo dove il denaro non aveva vinto, quindi esistevano delle anime gentili che dipingevano quadri per amore, passione. La maggioranza degli artisti erano e vivevano come poeti. In seguito purtroppo la realtà si è modificata, il mercato dell’arte è diventato di denaro e molti artisti hanno replicato le loro opere per guadagnarci sopra. Tra gli anni ‘60 e ‘70 fu un periodo molto affascinante, perché esisteva un senso della comunità. C’erano dei bei posti a Roma dove ci si incontrava. Uno era il Ristorante Menghi a Via Flaminia dove Turcato, Guttuso, Mafai andavano continuamente. L’oste ebbe la saggezza o l’astuzia di non farsi pagare i pranzi e dopo un mese o due riceveva un quadro, così ebbe una collezione molto bella. C’era il Cesaretto a Via della Croce dove andavi ed eri sicuro di trovare almeno dieci amici, per cui le persone in qualche modo sole vivevano un rapporto bello con le altre. Poi la società si è modificata, non sempre in meglio, fino ad arrivare a delle forme di alta distruzione. Quando un paese splendido come il nostro massacra le sue spiagge per costruire delle case, massacra se stesso. Uccide la sua anima. Questa distruzione è capitata un po’ per tutte le cose. Mi ricordo incontri, dibattiti su un certo libro che usciva. Oggi ha stravinto un individualismo becero, il piccolo egoismo. In politica le grandi ideologie sono scomparse, mentre allora le spinte ideali erano molto forti.

Non posso credere che questi atteggiamenti non esistevano prima...
Nel mondo ci sono sempre stati, ma oggi ormai sono obbligatori. Se vuoi fare carriera in banca devi scavalcare il tuo collega. Negli anni ‘60 c’era una carica spirituale molto forte che poi si è rivelata inesistente. C’è stata una grande trasformazione: la società italiana fino a quell’epoca era prevalentemente contadina, circa il 50 per cento degli italiani viveva di agricoltura, quindi in condizioni igieniche e culturali disastrose. Interi paesi anche a 20 km da Roma non avevano la luce, non c’erano farmacie, scuole. Il nostro paese negli anni ‘50 era un paese di miserabili. Molti dei nostri concittadini sono emigrati in Svizzera, in Germania, in America. Mano a mano i valori si sono modificati, l’egoismo ha avuto il sopravvento. Questo perché nel nostro paese non c’è un senso di comunità forte, ma un senso del gruppo familiare in cui succedono poi le cose più orribili, reati, abusi sessuali, violenze. Si guarda alla propria casa o al proprio paesino, non c’è il senso dello Stato. Questo per delle ragioni molto precise tra cui l’ingerenza profonda della Chiesa cattolica che ha rotto ogni possibilità di concetto unitario. Roma prima del 1870 aveva circa la metà della popolazione che viveva in maniera parassitaria, di elemosine, di prostituzione. Poi ci fu la grande illusione del socialismo, del comunismo. Milioni di persone hanno creduto a questi grandi ideali poi il “giochetto” gli si è spaccato tra le mani. Ci fu la grande speranza che la nostra società diventasse una società giusta e una serie di artisti e registi di cinema dopo il disastro della guerra cercarono di esprimere questa tensione.
Renzo Vespignani era giovane nel ‘44-’45 e seppe esprimere un grande desiderio di cambiamento in una società più egualitaria. Fece incisioni e dipinti molto belli e affascinanti. Poi la società gli è cambiata sotto le mani. Quelli che erano quartieri periferici ora sono quartieri centrali. De Sica e Rossellini, dopo aver creato prodotti cinematografici di altissimo livello, non hanno più potuto rappresentare questa società nuova. Un artista è importante per me quando rappresenta un afflato comunitario, quando la sua anima e il suo sentimento coincidono con il sentimento e l’anima degli altri. Oggi non mi sembra ci siano fenomeni di questo tipo. In 45 anni ho trovato un solo personaggio che ha saputo resistere alla corruzione che è Jean-Pierre Velly. C’era un’identità meravigliosa, in qualche modo santa nel senso laico della parola, tra quello che dipingeva e la vita che conduceva. Al contrario abbiamo assistito a fenomeni grotteschi come ad esempio Guttuso. Questi dipingeva un quadro che rappresentava degli operai, ma un operaio ci metteva cinque anni di salario per poter comprare quel quadro che veniva acquistato dal padrone. Certi ceti popolari sono stati ingannati. C’era un coro socialista, ma i suoi rappresentanti vivevano come i peggiori borghesi che a parole dicevano di combattere. Oggi si vede anche in maniera più vistosa: politici che hanno combattuto contro Agnelli vivono come lui. C’è un malessere profondo molto diffuso ed è grave che non sia sentito solo dai vecchi ma molto dai giovani. Un pessimismo molto forte, ragazzi che non hanno fiducia nell’avvenire e si rifugiano in rituali grotteschi come il sabato sera nelle discoteche fino alla mattina con musiche assordanti.

Era un mondo più puro negli anni ‘60?
Sì, nonostante fosse un mondo ipocrita e ferocemente classista. Quando ero giovane c’erano donne di servizio prese dai paesi, pagate pochissimo, trattate con disprezzo, oggetto sessuale dei padroni e dei figli. Una volta le donne di paese andavano a lavare i panni nelle lavanderie comunali con l’acqua fredda e avevano le mani massacrate dai geloni. Ora ci sono le lavatrici. In molti aspetti il mondo è migliorato, in altri ha pagato un pedaggio terribile nel consumismo. La maledizione di vivere è finita nel nostro paese, almeno in gran parte, però ha innestato un meccanismo feroce per cui una persona vuol comprarsi automobili o orologi costosissimi. Si è perso il senso della realtà della vita e per ottenere questi oggetti materiali si lavora di più e si ruba di più. Al sud in certe zone si trova la povertà vera, ma mentre prima tutti credevano nel comunismo, oggi non ci crede, fortunatamente, più nessuno. Io ho avuto la fortuna di avere un lavoro che mi ha fatto fare una vita molto gradevole, non ho scheletri nell’armadio, forse non ho neanche l’armadio per la verità…. Ho avuto incontri d’amore molto belli, due figli che amo, poi c’è la disperazione della vecchiaia, si diventa repellenti e si finisce con la morte, una presa per i fondelli straordinaria. Questa grande avventura che è la vita dove c’è chi fa la guerra, chi si sposa, chi fa la caccia, la pesca. Poi si muore tutti. Una grande buffonata. In Europa ci sono più di 50 anni di pace generale, ma nel mondo ci sono 30-40 guerre che neanche conosciamo. E’ una specie di destino permanente dell’umanità, ci siamo sempre massacrati in maniera crudele.

Altri artisti che ricorda?
Mino Maccari che oltre ad essere un artista notevolissimo, era un uomo di grande cultura e ironia. I suoi dipinti erano molti umani. Per anni ho anche curato presentazioni di libri di poesia, c’erano Alberto Moravia, Giorgio Bassani.

Non era una cultura aristocratica?
No, era elitaria, ma necessariamente. Uno ha sempre nostalgia perché era più giovane. Ma sono stati anni molto caldi e fervidi.


Alice Calabresi
13/09/2007

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 26 Maggio 2008 da sansonna.anna
 

 LE CAVE DI CHIAIANO E IL DRAMMA RIFIUTI IN CAMPANIA
Nessun dialogo con i cittadini. Uso della forza militare.
Siamo ancora in uno stato democratico?
Riflettiamo su quanto sta accadendo.

 
 
 

ringraziamenti

Post n°25 pubblicato il 24 Maggio 2008 da acquerellimassimo

Molte grazie per avermi inserito tra i blog amici.
Caordialmente,
Massimo Bilotta

 
 
 

Post n°24 pubblicato il 18 Maggio 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.annaVENTURINI STEFANO
Venturini, pittore figurativo post impressionista. Apprezzato per tecnica e rappresentazione dei soggetti, che diventano però oggetti da rappresentare in funzione della luce.

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ANSELMI FRANCOLa giocosa serietà della pittura

Post n°23 pubblicato il 20 Aprile 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

Artista ironico che racconta la vita attraverso animali simbolici.
Da anni presente sulla scena internazionale.
Vive e lavora a Vittorio Veneto (TV) in mezzo ai boschi.

Franco Anselmi è un artista che ha due doti: la preziosità della stesura del colore e la vena ludica che suscita giocosità e divertimento. La stesura del colore non è qui un gesto qualsiasi , ma il risultato di una istintualità preveggente, di una capacità di progettazione che lascia tuttavia libera la mano all’estro del momento.
Troppo spesso l’arte contemporanea giustifica la sua ragione di esistere lanciando messaggi impegnati.
Franco Anselmi , al contrario, ci comunica la giocosa serietà dell’infanzia con la sua capacità di evocare immagini dalle fiabe e di dare concretezza ai sogni.
Anselmi è un pittore che si distingue sulla scena contemporanea per il coraggio che dimostra nel respingere la tentazione di fare filosofia o sociologia , come troppi suoi colleghi. I suoi quadri ci conducono nel mondo degli animali, spassosi gatti guerrieri, o mici monocoli un po’ sbronzi davanti ad una bottiglia in cui annegano chissà quale dolore , civette e gufi ilari e inoffensivi. Il divertente zoo di Franco Anselmi è anche un palcoscenico di animali grossi ma non grossolani, pensiamo agli elefanti a cui fanno da contrappunto i cavalli che sembrano un po’ matti. Il suo universo è popolato anche di giocolieri baffuti, in stile anni trenta , di signore incappellate e persino di Madonne con bambino che si intrecciano in un immaginario pseudo-cubista . Anselmi è un poeta del quotidiano che guarda il mondo che lo circonda riscrivendolo poeticamente, come se fosse la visione di chi per la prima volta riepiloga dentro di se l’alfabeto della vita.
Che siano animali o giocolieri in un paesaggio impossibile egli riesce a trascinarci per mano e con garbo in un mondo bidimensionale e coloratissimo. La caratteristica comune nelle raffigurazioni umane e animali di questo artista è il fatto di avere quasi sempre un occhio solo; la semicecità è risparmiata solo ai gufi forse perché nottambuli e quindi più prossimi al mondo onirico. Per gli altri, donne, uomini, cavalli, gatti, tartarughe e iguana, quell’occhio solo è un ammiccamento gentile e forse lo specchio della nostra stessa incapacità di distinguere il vero dal falso. Il mondo di Anselmi è un mondo arcano e arcaico che ha il potere di incantarci, nei suoi piccoli borghi medioevali, silenziosi e metafisici, la fiaba si intreccia alla storia .
In altri casi sono addirittura rievocati gli stilemi dell’antico Egitto e della simbologia azteca. Queste figure in particolare evocano i reperti archeologici e da tutto questo Franco Anselmi riesce, senza traumi, ad assemblare e creare una scenografia di insieme vivace ed esplosiva. Le sue opere si sviluppano su una voluta mancanza di profondità. Avendo evidentemente approfondito l’arte medioevale non prospettica , nella sua ricerca si rintraccia – al di là della evidente ironia che irrompe dalle sue composizioni, come una sorta di avvertimento a non prenderlo troppo sul serio- una precisa rivisitazione delle stesure grottesche e una cultura molto ben radicata nella tradizione italiana pre-rinascimentale dell’affresco. In particolare il ricordo dell’arte bizantina sembra aver impresso alle immagini di Anselmi una sorta di blocco, che congela la gestualità delle figure rappresentate. Artista indubbiamente colto, direi che egli ha anche compiuto incursioni nell’arte del lontano Oriente, da cui derivano certi suoi modi grafici e calligrafici. Nel suo horror vacui, che lo porta a non lasciare neanche il minimo spazio libero sulla superficie affrescata delle sue opere, nello spessore del colore squillante troviamo la personalità intrigante di un artista di forte manualità e di notevole intelligenza.

Vittorio Sgarbi

Tratto da "Le scelte di Sgarbi"
2005, Edizioni Mondatori
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Foto di sansonna.annaDI MAIO BRUNO

Breve nota biografica
Nato a Tripoli (Libia) da genitori italiani , vive e lavora in Toscana. Pittore, incisore, eccellente acquarellista. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia, America e Giappone.

Breve presentazione critica
Di Maio, autentico pittore appassionato della “qualità”. I suoi dipinti presentano forti valenze simboliche e allegoriche. La spirale di cristallo trasparente sottolinea la fragilità estrema dell’idea di perfezione. (Duccio Trombadori)

Pittore figurativo surrealista. Uno dei più bravi nuovi figurativi italiani, facile, irritante, difficile, rassicurante, da fare invidia a tutti i suoi colleghi più affermati e più sostenuti. (Vittorio Sgarbi)


Per visionare le Opere del pittore Di Maio B. clicca qui www.gestus.it

 
 
 
 

DEVOTI GIUSEPPEPittore puraista

Post n°20 pubblicato il 11 Aprile 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

Analisi di un artista versatile e provocatorio
A cura di Alfonso Vallini Morra


«Come persona l’artista può avere capricci, umori e mire sue proprie, ma
come artista è nel senso più alto: uomo, uomo collettivo, portatore e
rappresentante della vita psichica inconscia dell’umanità. Questo è il suo
“officium”, il cui peso è spesso così preponderante che gli vengono fatalmente
sacrificate la felicità personale e tutto ciò che di solito rende all’uomo
comune la vita degna di essere vissuta.... La sua vita è necessariamente piena
di conflitti, poiché due potenze si combattono in lui: l’uomo comune con le sue
giustificate pretese alla felicità, soddisfazione e sicurezza vitale, da una
parte, e la passione creativa, intransigente, dall’altra, che calpesta
all’occasione tutti i desideri personali. Ecco perché il destino personale di
tanti artisti è così insoddisfacente, anzi tragico: non per volontà di un fato
oscuro, ma per l’inferiorità o l’insufficiente capacità di adattamento della
loro personalità umana. Raramente si dà il caso di un artista che non debba
pagare cara la scintilla divina che è in lui.» Carl Gustav Jung.

L’espressione artistica si traduce sempre in atti concreti, in gesti che
scoprono e rappresentano gli aspetti profondi dell’essenza umana. Essa rende
alla coscienza gli elementi inconsci della personalità dando a questi ordine e
spiritualità.


L’arte è una sorta di forza sensuale che si ripiega su se stessa ed
esprimendosi diviene armonia creativa. Genera il mito ed in esso si realizza
sul caos dell’inconscio. Nel mito razionalizzato attraverso un’azione
ordinatrice si palesano gli aspetti arcani della passione creativa nella cui
fusione ermafroditica, feconda, autofertilizzante si identifica la globalità
dell'universo. Il “TUTTO” che è contemporaneamente maschio e femmina, luce ed ombra,
positivo e negativo, sublime ed abietto. La funzione dell’arte è di
rappresentare questa realtà duplice e contraddittoria in cui si riuniscono
coscienza ed incoscienza, saggezza ed ingenuità della naturalità umana. Fare
arte significa inglobare nella coscienza forme fluttuanti e sparse dando loro
struttura e significato. L’artefice di quest’azione sa per grazia e dannazione
che il suo gesto non conosce ripensamenti perchè rappresenta la libertà di
proporre, in un tempo in cui l’immaginario è sempre in fuga, l’abitare visivo
del mondo attraverso la dinamicità dell’apparenza artistica. Per questo
nell’artista si fondono tutti gli aspetti della realtà umana.


A questa categoria di uomini appartiene Giuseppe Sebastiano Devoti. Nato a
Torino nel 1941 Laureato in Architettura al Politecnico di questa città.
Titolare negli anni ‘60 della cattedra di Figura e Decorazione Presso il Liceo
Artistico “Giotto” di Torino.


Fonda il Puraismo, che si propone un’espressività libera, fantastica, anarchica
affrancata da ogni razionalismo stilistico. Attualmente usa una tecnica
pittorica assolutamente nuova e particolare; tecnica mista in cui più materiali
vengono utilizzati per raggiungere il forte impatto evocativo del prodotto
finito.


L’accorpamento dei colori: smalti sintetici, acrilici e stucchi nuance viene
ottenuto su una preparazione che potremmo definire estensione dell’encausto,
tecnica antichissima già usata nelle pitture parietali Pompeiane. Questo
procedimento fissa i colori al supporto mediante il calore.


Devoti estende questa tecnica dandole un’ulteriore funzione, quella di ottenere
un effetto pittorico nuovo ed inquietante. Le marezzature che i dipinti
presentano sono ottenute per bollitura del colore a temperature prossime ai 400
gradi centigradi.


Sulle basi ottenute ad encausto vengono aggiunti gli altri materiali che creano
l’insieme pittorico. Queste aggiunte sono distribuite con la gestualità
dell’action painting, quindi anch’esse trattate a caldo e lavorate con bulini
di bamboo. Completa la tecnica piuttosto complessa l’uso di un particolare
stucco, inventato dall’artista, che dà materialità alla composizione.


Analizzando le sue opere si ha l’impressione di stare di fronte ad una
personalità variegata ed indefinibile alla continua ricerca di una precisazione
stilistica. Questa impressione (che nasce dall’irrequietudine del personaggio)
è erronea, infatti un’attenta analisi della sua produzione individua una
coerenza tecnico-formale comune a tutto il suo percorso artistico. La sottile
ansia presente nei suoi quadri rappresenta lo scetticismo che egli ha della
vita. Nella sua arte Devoti mostra la consapevolezza che nella nostra società
l’utopia artistica è frammentata in singole azioni spesso tra loro incoerenti.
Piuttosto ciò che è mancato al nostro artista è la continuità operativa; che ha
penalizzato la sua produzione pittorica per quasi 25 anni. Questa interruzione
nasce da contingenze professionali, ma soprattutto da una spiccata insofferenza
a limitare la sua attività ad un solo aspetto produttivo. Questo aspetto
caratteriale lo ha sempre posto in contrapposizione prima con se stesso e poi
con gli altri. Nel quarto di secolo in cui ha ridotto l’attività pittorica ha
spostato i suoi interessi artistici sulla produzione di materiale didattico per
l’istituto scolastico di cui era dirigente: sculture in bronzo da lui fuse,
terraglie cotte con metodi primitivi e disegni ad inchiostro. Questa fase è
stata comunque importante perché si è realizzata in un particolare spazio di
ricerca. La sperimentazione di tecniche d’uso, nuove e spregiudicate con
inchiostri e resine viniliche, gli ha reso familiare il successivo utilizzo del
“dripping”.


L’originalità del gesto pittorico sta nel fatto che tanto l’artista quanto
l’osservatore possono, in una situazione particolare e privilegiata seguire
l’atto del dipingere alla maniera di chi ascolta la musica. Le opere
caratterizzate da attenzione per il gesto producono, al di là della
verbalizzazione delle reazioni emotive, un coinvolgimento introspettivo.
Concentrandosi sul modo in cui l’artista esprime la sua parte interiore, si va
oltre la pura sensazione visiva legata al soggetto del quadro.


Mediante questo modo di entrare in relazione con l’opera, Devoti, cerca
disperatamente di farci vedere ciò che nell’arte non è rappresentabile. Per
dirla con Hegel di rendere “presente la presenza” di ciò che è nascosto
nell’inconscio. L’artista operando mediante una fittizia incapacità
d’identificare il reale, ricostruisce l’essenza emozionale del mondo
recuperando con la riflessione pittorica ciò che l'immediatezza della vista non
può dare.


Nel 2006 fondando il “Puraismo” ha semplicemente voluto (in un momento in cui
l’urgenza di riprendere a dipingere diveniva una necessità esistenziale
inalienabile) mettere ordine nella sua storia personale e potendo condividere
con alcuni amici ciò che la sua esperienza umana ed artistica aveva maturato,
ha definito gli aspetti formali del suo progetto artistico.


Nel rapporto quadro-sguardo, cerca di creare una metafisica del vedere il mondo
prima di ogni piglio, anche del suo. Devoti propone un archetipo di realtà
reinventata, quello aurorale del sogno. Visione onirica del mito cosmogonico
dell’universo prima che l'uomo lo fagocitasse integrandolo ai propri desideri e
bisogni.


Il suo credo emerge dall’analisi del Manifesto Puraista in cui afferma:


….”La trattazione del colore sia un fatto formale caratterizzante il rapporto
magico che l’artista intrattiene con la materia della sua espressività,
l’elemento stilistico che identifica un’operatività mediata attraverso un vero
patos emozionale”….”L’opera nasca dall’analisi delle apparenze, rinunciando
all’interpretazione ottica del mondo”….” Lasciamo che le cose penetrino in noi
e c’invadano”…. “Occorre riproporre una pura visione soggettiva, dipingere una
materia che prenda forma, in modo quasi spontaneo e primordiale, sotto le
nostre mani”….. “che la nostra pittura risulti come un coacervo originario di
tutto ciò che sarà”..…”dobbiamo saper evocare lo sforzo demiurgico di ritornare
alla percezione vergine delle origini, quella non filtrata da sguardi che
giudicano, accolgono o rigettano”.


Nelle ultime opere si può ritrovare la cosciente e coerente applicazione di
queste idee e nello stesso tempo scoprire continuità stilistiche che risalgono
agli anni ‘60.
________________________
Per visionare le Opere del pittore Devoti G. clicca qui www.gestus.tk



 
 
 

META AGIMSurrealist paintings

Foto di sansonna.anna


CURRICULUM


Born in Albania in 1965.

1982-1986 School of Fine Arts (Albania)
1986-1990 University of Fine Arts (Albania)

1990 personal exhibition in Tirana (Albania)
1992-1994 three personal exhibitions in Landsberg (Germany)
1995-2003 several personal exhibitions in Tirana and Fieri (Albania)
2003 personal exhibition in Bari (Italy)
From 2004 the painter is living and painting in Palm of Majorca (Spain).
_______________
To view the paintings of Meta A. click here www.gestus.tk


 
 
 

ARMANDO SANTELLIPittore contemporaneo neo metafisico

Foto di sansonna.anna

PRESENTAZIONE CRITICA DI NEGRI ANTONELLO
I lavori di Santelli degli ultimi dieci anni sono riconducibili a
un'area di figurazione che si direbbe nuovamente vitale dopo esser
stata messa tra parentesi a lungo, a vantaggio di operazioni esclusivamente
o più marcatamente mentali, soprattutto in Italia. Il pensiero,
nel suo caso, passa attraverso una forma di comunicazione artistica
tradizionale, quella della grafica, virtuosisticamente applicata al
più elementare supporto al quale ricorre il disegnatore-pittore
(ancorchè qui stropicciato, con un'allusione visivamente molto
efficace all'idea di consumo, o consunzione). Uno dei temi che attraversano il lavoro di Santelli,
quello della "carne e ferro", nasce negli anni della Nuova
oggettività tedesca, quando uomini e macchine cominciavano
a mostrare sinistri incroci; lo stesso tema, sempre in Germania, è
stato ripreso e sviluppato negli anni Sessanta, in modo particolare
a Berlino. Credo si debba guardare in tale direzione per dare al lavoro
di Santelli delle coordinate storiche e di tendenza. Come in tante
opere di artisti di quell'ambito, gran parte dei suoi personaggi sono
circondati da macchine, in ambienti di produzione sia arcaici (Hai
sistemato i bicchieri?), sia tecnologicamente avanzati (Spari tu o
sparo io?). Ma appare evidente che anche interni domestici (Aspirante
parricida), ambientazioni rurali (Raptus) e non luoghi (Graziato,
Senza Pietà) sono soltanto avanzi di meccanico-virtuali comunicatività
(o, ovviamente, non comunicatività). Nei disegni grandi la
"macchina" è un basso continuo che si sente anche
quando non si vede; e dà il ritmo. Ma il filo conduttore
dell'opera di Santelli è la mancanza di ritmo. I personaggi
che ritrae non stanno al ritmo; seguono invece la natura, la loro
natura, come M, il mostro di Düsseldorf del leggendario film
di Fritz Lang (siamo ancora in Germania, non a caso). Che cosa ci
può fare - si chiede nel film Peter Lorre - se la sua natura
è in conflitto con la buone maniere di tutti gli altri, con
le maniere dettate da ritmi che vanno bene a tutti ma non a lui? Non
può farci nulla; e meritare il codice a barre che gli compete.

___________________
Per visionare le Opere del pittore Santelli A. clicca qui www.gestus.tk

 
 
 

Partita IVA sì o no per le opere d'ingegno?

Post n°17 pubblicato il 24 Marzo 2008 da sansonna.anna
 

 



Per vendere on-line oggetti creati da se stessi (es. opere dell'ingegno e della
creatività) non *dovrebbe* essere richiesta la partita IVA. Il noto Decreto Bersani (D.
Lgs. n. 114/98) non dovrebbe trovare applicazione nei confronti di
"chi vende o espone per la vendita le proprie opere d'arte e quelle
dell'ingegno a carattere creativo". Si tratta di scambio di prodotti
person to person, direttamente tra privati, dove manca lo svolgimento
"professionale" dell'acquisto per la rivendita e deve trattarsi di
attività meramente occasionale; di conseguenza non potendosi parlare di
commercio in senso proprio non sorge il problema dell’apertura della partita
IVA. Data la complessita' della
materia fiscale conviene *sempre* prendere visione in prima
persona della legislazione im materia (
D. Lgs. n. 114/98 e successive modificazioni) ed in caso di incertezza,
chiedere ulteriore riscontro ad un commercialista o ad un consulente
fiscale
.

 
 
 

L'arte contemporanea e il mercato.


Leggendo vari articoli su galleristi, collezionisti e curatori artistici mi sono imbattuta in questa interessante intervista al famoso collezionista Emilio Carpeggiani.

Ripropongo un pezzo dell'intervista che mi sembra illuminante.
Parlando dell'arte oggi il Carpeggiani afferma: "...mi pare che oggi ci sia un po' di confusione. Oggi non è come in passato, quando si potevano distinguere nettamente correnti e movimenti.Oggi
le nuove tecnologie (internet, ad esempio) permettono una vastità di
stimoli e anche l’artista forse si trova un po' a disagio. L’arte
risente del disagio sociale, economico e politico che oggi viviamo.Non
è che non ci sia futuro, ma è il presente ad essere inquinato. Ci sono
artisti che emergeranno di certo, solo che mi pare difficile
individuare quelli più interessanti, mi pare che oggi tutto sia più
complicato.Rispetto al passato mi sembra cambiato anche l’atteggiamento
degli artisti. Una volta tanti artisti lavoravano per un piatto di
minestra.Mi ricordo che Crippa dava dei disegni per un panino o una
birra. Erano artisti che avevano un’idea progettuale e la portavano
avanti con convinzione. Ora ho l’impressione che gli artisti vogliano
tutto e subito: diventare famosi e guadagnare molto.Mi sembra che tutti
parlino di strategie, di mercato e poco di “arte”."

(Intervista di Michele Cecchetto pubblicata su VERONAlive n. 35/aprile-maggio 2006)

2005 © Copyright Verona live


 

 
 
 
 
 

Giuseppe BagattoniScultoreHa aderito al progetto Gag

Post n°14 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

Sito: http://www.artmajeur.com/giuseppebagattoni
L'artista presenta la sua arte:
"Uso l' espressione artistica come forma di libertà."

 
 
 

Progetto Gag

Post n°13 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da sansonna.anna
 


Stiamo cercando collaboratori per le attività della neoassociazione artistico-culturale GESTUS, con sede legale in provincia di Bolzano.
Finalità dell'Associazione:
1) Galleria on line di promozione e vendita di dipinti e sculture di artisti italiani e stranieri.
2) Organizzazione di eventi, concorsi, esposizioni.

COME COLLABORARE CON LA NOSTRA ASSOCIAZIONE
 1) Sono richieste doti organizzative, operative e soprattutto iniziativa.
2) Ogni collaboratore si impegna per quello che può a cercare canali espositivi, finanziamenti, ecc. In questo modo la associazione diventa un punto di raccolta, un centro di potenzialità e sinergie dove si vengono a creare reti ,canali.

Chi fosse interessato può lasciare un proprio commento con email o sito web in questo blog oppure contattarci tramite il sito www.gestus.tk.

 
 
 

PITTURA SU VETRO

Post n°11 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

Rosa Maria Indelicato
Sito: http://www.atout.it/vetrirmindelicato.htm
L'artista presenta la sua arte:

PITTURA SU VETRO

L’impercettibilità materica del supporto rende l’oggetto quadro
"immateriale". L’immagine ingloba il supporto e, come un camaleonte, si
mimetizza appropriandosi dei colori del contesto. La trasparenza del
vetro rende l'immagine ”mutevole”. Il quadro si adatta, si fonde col
supporto, riflette in se il contesto che diventa esso stesso
"immagine".
Tutto ciò che "convive" col quadro contribuisce alla resa finale.
Potremmo definire la tecnica pittorica su vetro “inversa”, poichè più
si procede nella realizzazione più si oscura la visione del risultato
finale. Inoltre si procede dal dettaglio al generale, dal primo piano
allo sfondo, secondo una sequenza contraria a quella della pittura
tradizionale.Come un ricamo, il quadro su vetro ha due facce, una
“bella” e un “brutta”., un aspetto "pubblico" ed uno “privato". Il
risultato "pubblico" rimane coperto dal drappo di colore fino al
completamento dell’opera.

L’inconsapevolezza del risultato, porta l’artista a seguire solo la
propria immaginazione, tracciando il profilo di un sogno concreto solo
nella fantasia dell’autore. Più i colori si sovrappongono sulla “tela
traslucida” più l’immagine diventa rarefatta. Infine, come l’alba
rischiara le foschie mattutine, cosi l’atto finale del capovolgimento
della “tela” rivela il sogno. L’onirico diventa reale e, in tutta la
sua nitidezza, regala l’emozione della sorpresa allo stesso autore
prima che ad altri.

 
 
 

L'ARTE DEL MOSAICO

Post n°10 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

ORODÈ
Sito: www.fragmentart.it
L'artista presenta la sua arte:


Tecnica del mio mosaico
La pratica del mosaico mi è sempre stata congeniale. L'enorme quantitá di tempo e di materiale a disposizione a Vincent City hanno permesso di confrontarmi con le varie tecniche musive della storia dell'Arte.
Il mosaico tradizionale si compone di tasselli molto piccoli e simili. Ho potuto ammirare i meravigliosi mosaici bizantini a Ravenna, quelli di Monreale (Palermo), gli altrettanto splendidi di Piazza Armerina e quelli di tante chiese italiane.
L'utilizzo della ceramica da parte di architetti come Gaudí e Hundertwasser invece, e le tendenze dell'Arte degli ultimi due secoli hanno gettato in me il seme del nuovo.
Presto ho cominciato a lavorare la ceramica anatomicamente, simbolicamente, cercando di utilizzare il minor numero di frammenti possibile nel comporre le mie figure. Questo comportava e comporta un atteggiamento religioso nei confronti di ogni singolo frammento e un'enorme quantitá di tempo e di attenzione nel realizzarli come voglio a mano e col solo uso delle tenaglie.
I miei mosaici sono ormai una commistione di tecniche e di materiali. Ceramica, legno, sassi e specchi si armonizzano in un mosaico fuso con opere di scultura e interventi di pittura.
Meravigliosi su muri sia interni che esterni anche di grandi dimensioni. O per decorare camini, scale, tavoli, oppure originali e bellissime opere su supporti di legno.
Il mosaico come ogni altra forma d'Arte è un linguaggio personale. La sua bellezza dipende dall'energia creativa dell'artista e di conseguenza dalle emozioni che provoca. Il mosaico è oggi considerato una forma d'Arte minore. E' l'ennesimo tabú, l'ennesimo pregiudizio. Una volta ho avuto una discussione con un pittore e professore dell'Accademia delle Belle Arti di Biella: il professore in questione considerava il mosaico inferiore alla pittura e alla scultura, e continuava a dire che…" Si tratta non di Arte ma di arte applicata". Credo sia abbastanza scontato dover giudicare un'opera dalla bellezza che ha e non dal genere in cui qualcuno l'ha catalogata.
Che importanza ha il mezzo se attraverso il mosaico riesco ad esprimere la mia anima?


 
 
 

LA VENDITA DEI QUADRI

Post n°9 pubblicato il 06 Gennaio 2008 da sansonna.anna
 
Foto di sansonna.anna

La pittura è un arte che affascina persone di ogni provenienza ed ogni età.
Molti sono gli artisti anche se pochi sono coloro che hanno un vero e proprio talento naturale per la pittura.
Il grande problema di artisti di alto e medio livello è comunque lo stesso: riuscire a vendere i propri quadri.
Non è raro sentire pittori di ogni provenienza lamentarsi appunto di questo problema.
I tagli nell acquisto di opere d arte sono stati molti e gli artisti ne hanno risentito molto.
Chi volesse vendere i propri quandri dovrebbe cercare di organizzare mostre ed esposizioni.
I costi legati all organizzazione di mostre ed esposizioni in luoghi frequentati sono abbastanza dispendiosi; per questo motivo viene spesso consigliato a pittori che ancora devono farsi conoscere, e che per farlo hanno bisogno appunto di esibire i loro lavori, di organizzare mostre ed esposizioni insieme.
In questo modo i costi sono senza dubbio dimezzati e comunque i risultati che si possono ottenere sono buoni.
Innanzi tutto le mostre danno la garanzia di farsi conoscere e la possibilità che qualcuno decida di comprare una delle opere che ha avuto la possibiltà di ammirare.
Chiaramente un giovane artista non dovrebbe darsi per vinto se inizialmente non risuscirà a vendere i propri quadri, bisognerà avere pazienza perchè infondo anche i migliori artisti mai esistiti hanno dovuto aspettare molto tempo prima che i loro quadri venissero valutati in modo positivo e venduti con facilità.

(tratto da
© Fotoexpo.net)



 
 
 
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