Viandando

Carlito's ways


Quando Carlito montò sulla corriera era già sera. Le luci giallognole del quartiere già facevano a pugni con il crepuscolo disegnando  a mezz'aria tante linee spezzate.
- Cara mamma vado a cercare... -- E' venuto il tempo di salutarci, lo sapevo da quando sei nato -Le parole spezzate in gola e le lacrime che rigavano il viso avevano il compito di spiegare l'eterna storia del distacco annunciato.Carlito era figlio unico di madre vedova. Suo padre era morto una decina di anni prima. Ed ora toccava a lui andare via verso un nuovo lavoro ed una nuova meta. -Stai attento al mare perchè fa spesso fa venire voglia di non solcarlo- Carlito ascoltava la madre anziana in silenzio. Forse inconsapevolmente aveva accettato l'idea dell'inutilità delle parole. I sensi di colpa, le preoccupazioni e l'euforia del distacco non si erano ancora bene bene miscelati. Lottavano ancora per prendere il sopravvento.Drum, drum. Lo sbuffo nero del fumo ed il rumore di ferraglia annunciarono a Carlito che non c'era più tempo per i ripensamenti. Appena un'ora di travaglio tra le strade simili più a gruviere svizzere che a nastri d'asfalto ed ecco il mare. Sulla banchina del porto a fare compagnia all'ultimo traghetto per l'isola c'erano solo le luci che giocavano con l'acqua stagnante e puzzolente. Sul fianco bianco della nave campeggiava a mezz'altezza una scritta poco rassicurante: "Caronte Express". A poppa invece un cartello annunciava la destinazione con l'orario di partenza: Isolachenonc'è  - ore 21.50. - Signore, signore, signore - La voce era melliflua e sembrava venire da lontano. -Signore, sign...-Ed ecco che un uomo indivisa blu elettrico si pianta davanti agli occhi socchiusi di Carlito.- Signore si svegli siamo arrivati a Parigi il treno fa una breve sosta -