Viandando

I profumi dal passato


Per la strada talvolta capita, osservando la vita che passa con indolenza,
che un odore pervada il tuo olfatto. Un profumo insolito che certamente non è in linea con il contesto circostante. Ti giri e ti rigiri, ma non c'è nulla che possa farti individuare la fonte. Ma l'odore si fa sempre più strada e sempre più pregnante. E' un effluvio di sensazioni. Assomiglia moltissimo a quello che si avvertiva Bali quando le ragazze sul far della sera con piccoli passi portavano le offerte di fiori e frutta agli altari tra i fumi dritti degli incensi. Ma giusto il tempo di associare sensazioni e ricorsi ed ecco che di botto l'aria diviene quella che solitamente respiri. Smog, gas di scarico e acqua stagnante. Prosegui nel calpestare con indolenza i basoli di basalto, ma sulla sinistra ti accoglie un certo odore. Questo lo riconosco, ti ripeti con fare circospetto: è il profumo del mare del Malecon a La Habana misto alla puzza stagnante dei motori scarburati che nell'umidità fa fatica a volatizzarsi. Ancora qualche passo, giri il cantone della strada maestra, ed ecco che ti accoglie un profumo di pulito. Questo, questo dici tirando su il naso, è... è l'odore delle albe africane, quando il sole dissolve la nebbia e asciuga il terreno umido di brina.  E questo? Questo, accidenti non riesco proprio a ricordare. Aspetta, ma si: è il profumo croccante di una notte tropicale tra le foreste della Guadalupe... sento addirittura il frigolare degli insetti e l'odore di vaniglia bagnata. E questo ancora che cos'è? Si si... ci sono è la salsedine di Rio e quello invece è la cachaca di Paratì che si mescola agli odori creoli delle venditrici di Salvador de Bahia. E questo profumo fortissimo di pepe e chiodi di garofano? Certamente è la mia valigia stracolma di spezie comprate a Stone Town nel mercato più colorato e odoroso di Zanzibar. E quello che mi sta assalendo ora che cos'è? E' semplicemente la voglia di rimettere le ali ai piedi, mio caro, mi sussurra una vocina dolce che viene dal passato.