Sant'Antonio Abate

STAGIONE FINITA, ECCO IL BILANCIO


E’ finita. Di calcio giocato se ne riparlerà il prossimo agosto. Nessuna gara, nessun spareggio. La stagione per il Sant’Antonio Abate finisce qui. Al settimo posto. Nel gruppone. Nella pancia di un raggruppamento equilibrato e capace di capovolgimenti anche clamorosi. Come un ciclista mestamente raggiunto a metà della salita. Proprio quando occorreva sferrare il più poderoso attacco. Una posizione anonima, dunque, che mette la parola fine ad un campionato che lascia l’amaro in bocca. E’ inutile girarci intorno. Sarà anche una matricola. Sarà anche l’inesperienza. Sarà anche la sfortuna. Il Sant’Antonio Abate chiude mestamente un campionato dominato a metà. E lo chiude nel peggiore dei modi e non solo per quello che si è visto in campo nel girone di ritorno. Troppe le brutte sconfitte inanellate. Il titolo di campione d’inverno conquistato con merito lascia spazio ad un 2007 maledetto. Ma non è solo il campo a determinare il fallimento di una stagione programmata per essere vincenti. Vivo e costante è l’impegno della società, che ha operato non sempre agevolmente. Avrà commesso anche i suoi errori ma può essere ampiamente giustificata dall’inesperienza in Interregionale (ritrovata dopo 19 anni). Il vero fallimento di quest’anno è quello dei tifosi. Capace di nascondere la debacle del campo. Giù il cappello a quanti ogni domenica, sugli spalti hanno incoraggiato e spinto la propria squadra del cuore. Onore e merito ai tantissimi appassionati, giovani e meno giovani, che durante la settimana hanno dato calore e stima alla squadra. Apprezzamento puro a coloro che si sono definiti ultrà, e che lo hanno fatto nel modo più civile e rispettabile possibile. Tra folklore e passione. Ma non possono accettarsi gli incidenti verificatisi durante la stagione. Prima la squalifica del campo dopo la gara casalinga con l’Ippogrifo Sarno, alla 15° di andata, poi la pioggia di sanzioni pecuniarie ed infine la vile aggressione alla terna arbitrale al porto di Ischia. Un episodio gravissimo, punito con la squalifica del Comunale fino al 2007. Un Comunale che era divenuto la casa di tutti gli abatesi. Di quelli che vivevano tra folklore e passione. La giustizia ordinaria farà il suo corso nei confronti dei pochi, isolati responsabili, ma resta l’amaro in bocca. E’ stato questo il vero fallimento, in una stagione programmata per vincere. Per sorridere. Per assaporare il vero gusto dello sport. Per provare a trasformare il sogno in realtà. Vanificati tutti gli sforzi fatti dalla società e compromettendo anche il prossimo anno. Già, la prossima stagione sarà tutta da programmare. Magari partendo proprio dal ricostruire un ambiente che si è spaccato già troppe volte. Diviso. Lacerato. Anche dilaniato. C’è tempo e modo per programmare ma occorre farlo subito e con attenzione. Ogni dettaglio non può e non deve essere più trascurato. E’ questo l’arduo compito di una società che dovrà anche saper assumere decisioni impopolari. Perché quanto accaduto possa servire da lezione. Tutto, purché si possa rivive il calcio a Sant’Antonio Abate, in quel Comunale che, purtroppo, resterà chiuso a lungo. Per tornare a respirare il calcio, con una nuova e maturata convinzione sportiva. Per tornare a tifare per i colori giallorossi tra folklore e passione. Antonio Cavallaro