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La PRAVDA


 Estratto dall’editoriale di Alessandro Sallusti (il moroso della Santanchè), da Il Giornale di domenica 29/09/2013 Ancora una volta - come succede da 18 anni a questa parte - politici e commentatori non hanno capito nulla. Pensavano, temevano o, a seconda dei casi, auspicavano, che Berlusconi avrebbe fatto cadere il governo come reazione alla sua vicenda personale. Non è accaduto, nonostante una sofferenza e un senso di ingiustizia enormi. Non è accaduto per senso di responsabilità, come si usa dire con retorica in queste circostanze, ma soprattutto perché Silvio Berlusconi non ha voluto mettere a rischio l'unico patrimonio, dopo i figli, al quale tiene veramente: i suoi elettori. E seppur fondato, uno strappo con queste motivazioni era difficile da fare passare. Troppo alti, e quindi difficili, i ragionamenti da mettere in campo per essere capiti da milioni di persone, molte delle quali distratte e bombardate da una controinformazione di parte. Ma quando l'altra sera Letta e il Pd, stizziti come bambini viziati, hanno fatto saltare in Consiglio dei ministri il congelamento dell'Iva per ripicca alle dimissioni di solidarietà dei parlamentari Pdl, Berlusconi non ha esitato un minuto. Giocate con la mia vita - è stato il suo ragionamento - ma non con quella degli italiani. Che l'Iva non dovesse aumentare non era solo l'impegno preso con gli elettori, era il patto fondante del governo col Pd.