Filosofia&Esistenza

Intersoggettività creatrice


Resto immobile a tentare l'impossibile: percepire me stesso dall'esterno, come da un occhio d'altrui sguardo. Mi lancio in un'avventura senza sbocchi, consapevolmente votata allo scacco, forse, per carpire qualcosa di me che all'esterno traspare a chi me non è. Sono eternamente incatenato al mio vedere monoprospettico, a scrutarmi dal di fuori specchiandomi attraverso il mio essere che tutti possono conoscere, solo pochi comprendere ma che io, io solamente - per via d'un privilegio esistenziale costitutivo d'ogni io - posso essere, esistere qui ed ora. Rimarrò sempre un mistero per gli altri, perchè non potranno mai essere me e quindi conoscermi come io mi percepisco esistendomi e, d'altro canto, resterò in egual modo un arcano per me stesso, perchè non potrò mai conoscermi come gli altri mi percepiscono essendo altro da ciò che io sono: esistenze esse stesse legate alla loro esistentività monoprospettica.C'è una frattura fra l'essere che io sono e che esisto e l'essere che l'altro conosce come essere che esiste e che egli può conoscere solo in quanto egli stesso essere che esiste di per sè.Questa frattura, iato, mistero; questa falla fra esseri esistenti che non possono mai conoscersi nè comprendersi assolutamente in modo completo, è quello spazio di intersoggettività in cui solo può essere dato il mondo.Non solo, dunque, l'altro non può essere senza me e non solo io non posso essere senza l'altro, di più: il mondo stesso non potrebbe essere senza quella crepa, quell'apertura di non-essere nell'essere ove solo può attuarsi quell'intersoggettività performante che lo costitisce come insieme di segni portatori di un senso mai completamente dato una volta per tutte, quantopiù, al contrario, come totalità aperta di segni significanti dotati di un senso sempre passibile di nuove e rinnovate semiosi.La finitudine dell'essere è il postulato necessario della sua propria esistenza e del mondo ontologicamente intersoggettivo che ogni esistente (esserci) contribuisce a fondare e a creare continuamente.                                                                                            M.P.