SALAIS

Post N° 1377


A volte ci perdiamo. Dimentichiamo chi siamo. E ci ritroviamo ad osservare con sospettoso distacco ciò che ci circonda. E non ci arriva più niente. La corazza caratteriale che ci siamo così a fatica costruiti addosso, strato per strato, sofferenza dopo sofferenza, finisce per diventare talmente spessa da impedire anche al più audace raggio di sole di riuscire a penetrare. E ci ritroviamo schiacciati sotto il peso della stessa armatura. Sopraffatti dall’impossibilità di agire con quella sana e autentica leggerezza dell’essere. Quando, per ristabilire il contatto, basterebbe solo attingere all’energia bloccata, scrollarci di dosso paure e pensieri autolimitanti, insomma, riavvinarci alla nostra autentica “essenza”.