Voglia di Psicologia

Post N° 3


LA PET THERAPY   Pet Therapy è un neologismo anglosassone utilizzato per indicare le attività e le terapie svolte con l’ausilio di animali, il termine “Pet”, che designa l’animale domestico o di affezione, quello preferito e coccolato, può trarre in inganno poiché questa disciplina non utilizza solo i piccoli animali domestici che usualmente vivono nelle nostre case (cani, gatti, uccellini, pesci, criceti) ma anche animali di taglia maggiore come i cavalli ei delfini, per citare i più comuni. Il termine è in uso da più di quarant’anni nonostante siano stati coniati termini più precisi ed adatti; il termine “Attività Svolte con l’Ausilio di Animali (AAA)” sarebbe infatti più appropriato per le attività che gli animali svolgono in ausilio all’uomo al fine di migliorare la qualità della vita di persone disabili (dagli anziani ai pazienti terminali, dai non vedenti ai non udenti) distinguendo queste dalle “Pet Facilitated Therapy” anche dette “Terapie svolte/facilitate con l’Ausilio di Animali (TTA)” in cui l’animale svolge un vero ruolo di co-terapeuta in programmi di terapia per persone con disagi psichici e/o handicap fisici: ne sono un esempio la ippoterapia e la delfinoterapia. Sia la AAA che la TTA ricadono nel termine comune di Pet Therapy: in entrambi è indubbio il benefico ruolo che l’animale svolge attraverso la propria presenza e comunicatività, di per sé fattori importanti per mitigare ed alleviare le condizioni di malessere e disagio. Diverse osservazioni empiriche sono state prodotte sull’effetto benefico dell’animale sulla salute dell’uomo e negli ultimi quarant’anni queste osservazioni sono state convalidate da molteplici studi controllati. I più importanti lavori sugli effetti benefici della terapia assistita da animali riguardano i bambini: autistici, con disturbi dell’attenzione,depressione e mutismo, con vari handicap psicofisici, e gli anziani. Michael McCulloch riassume i numerosi benefici che il rapporto con un animale da compagnia o d’affezione può apportare ad una persona nel seguente schema: - benefici fisiologici; - benefici psicologici; - benefici sociali. Benefici fisiologici. Erika Friedman parlò di una correlazione positiva tra il possesso di un animale e la curva di sopravvivenza di un gruppo di cardiopatici; nei suoi studi più recenti confermò che ad un anno da un episodio infartuale i proprietari di pets mostravano curve di sopravvivenza nettamente migliori dei non proprietari. Da allora sono stati effettuati diversi studi controllati che hanno confermato l’effetto positivo della presenza del pet soprattutto sul controllo dei livelli pressori: accarezzare un cane, spazzolarlo, accudirlo sono attività che si associano ad uno stato di rilassamento psicofisico dimostrato da un abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Serpell verificò che 71 adulti che avevano acquistato un cucciolo di cane mostravano nei mesi successivi una riduzione delle problematiche fisiche e miglioravano il loro stato di salute generale rispetto al gruppo di controllo senza animali. Molti animali sono inoltre usati come assistenti nella riabilitazione neuromuscolare in caso di handicap fisici. Benefici psicologici. La convivenza con un animale da compagnia ha un influenza positiva sulla qualità della vita della persona: l’animale, con i suoi atteggiamenti distrae, stimola il sorriso ed il gioco, con il suo bisogno di cure ed attenzioni scandisce la giornata e favorisce una maggiore attività fisica ed una maggiore cura di sé, responsabilizza e restituisce affetto incondizionato, riduce l’isolamento, l’apatia e la solitudine, rilassa e dà sicurezza. Benefici sociali. L’animale da compagnia funziona da catalizzatore sociale, apre canali di comunicazione con l’esterno e crea coesione sociale, facilita la formazione di aggregazioni. L’effetto è molto evidente con i cani ma riguarda anche altri animali: gatti, furetti, pesci, conigli diventano argomento di dialogo persino tra persone sconosciute. Alcuni autori hanno verificato che si hanno molti più scambi sociali se si è in presenza di un cane e le conversazioni in presenza di un cane sono significativamente più lunghe. Messent spiega l’effetto socializzante degli animali da compagnia prendendo in considerazione alcuni elementi tra cui: 1) effetto novità e interesse: un animale è uno stimolo attivo che attira l’attenzione, suscita interesse e può essere un comune oggetto di interesse; 2) meccanismo di rilascio innato: come per i bambini anche i piccoli animali stimolano risposte comportamentali innate di accadimento, protezione, interesse, vicinanza; 3) interesse comune: le persone che hanno un forte interesse per gli animali o per certe attività con animali hanno probabilità maggiori di interagire socialmente; 4) lubrificante sociale e rompighiaccio: è più facile iniziare una conversazione con un proprietario di un animale, anche se sconosciuto. Alla luce di quanto sinora esposto, la Terapia Facilitata da Animali è indicata in tutti quei casi in cui vi sia un disagio psichico e/o un handicap fisico che, pur presentando aree disfunzionali (motorie o relazionali), può rispondere positivamente alla particolare stimolazione emotiva, psicomotoria e relazionale che inevitabilmente viene evocata nell’incontro con l’animale. La Pet Therapy è indicata quindi nei: - disturbi psichiatrici dell’età evolutiva quali: autismo, difficoltà del linguaggio, della coordinazione motoria, del comportamento, depressione, ritardi mentali lievi-moderati; - disturbi psichiatrici dell’adulto: da quelli dell’umore (episodio depressivo), ai disturbi di personalità, disturbi dell’adattamento, disturbi d’ansia ed ai disturbi psicotici, ed in generale in tutti quei quadri psicopatologici in cui sia necessaria una stimolazione alla socialità; - quadri psicopatologici dell’età involutiva: dalla depressione nell’anziano alle demenze. In letteratura è spesso riportato l’effetto rilassante dell’animale da compagnia, la sua capacità di stimolare sorrisi e distrarre da pensieri ricorrenti.