Passi nel mondo

06/08/2003 Ecuador - Banos


Il paesaggio cambia continuamente, l’Ecuador è il paese con più morfologie territoriali del sud America: le pianure verso il mare, la dorsale centrale delle montagne e dei vulcani, la parte a est con la foresta amazzonica. Abbiamo fatto tappa a Banos in una delle numerose pensioni, questa è una zona termale di villeggiatura anche per i locali. Banos è sotto un vulcano attivo, il Tungurahua, che ogni tanto si risveglia e si mette a sbuffare cenere. Le strade di Banos hanno una striscia gialla che indica il percorso più veloce per l’evacuazione in caso di eruzione. In paese ci sono tanti uffici turistici che organizzano escursioni nella foresta. Noi abbiamo scelto di passare un paio di giorni nella giungla a est, oltre la località di Puyo, con altri due ragazzi tedeschi conosciuti li, più una guida. Nella selva, a quell’altitudine (500-700 metri) non c’è il pericolo di febbre gialla. Se si decide invece di visitarla più a nord, verso le pianure, è meglio aver fatto la profilassi febbre gialla e antimalarica. Senza allarmismi però, informatevi se queste precauzioni sono consigliate per il periodo in cui vorrete andare in Ecuador. Abbiamo passato nella giungla due giorni, fra spostamenti a piedi e canoa. La giungla è veramente impressionante, non c’è mai silenzio. La notte ci siamo fermati in uno dei tanti piccoli accampamenti che funzionano come base d’appoggio per le escursioni in canoa verso l’interno. Il nostro era formato da alcune palafitte con quattro letti ciascuna per dormire e una costruzione centrale vicino al fiume, dove ci siamo ritrovati per la cena. La nostra “sala da pranzo” era una specie di balcone sul fiume: coperta sopra, senza pareti e con una balaustra sull’acqua. Abbiamo aiutato la nostra guida a cucinare: patate cipolle e altre verdure per la zuppa e del pollo in padella. Non ci era mai capitato di tagliare delle cipolle con di fronte un tramonto sulla foresta amazzonica.Pima di andare a dormire abbiamo camminato con delle torce fino a una laguna lì vicino, cercando di illuminare gli occhi rossi dei caimani ma senza fortuna: quella notte erano tutti sott’acqua. Sulle palafitte, dentro i nostri letti incartati da zanzariere, siamo stati avvolti dalla notte amazzonica fatta di buio denso e di rumori di sottofondo che lo riempivano. Il giorno dopo, durante le camminate per sentieri avviluppati dalla densa foresta, la guida ci ha illustrato tantissime piante e le relative proprietà curative o eccitanti che usavano ed usano gli indios. Si intuisce quanto siano distanti le percezioni del loro mondo dalle nostre. La guida ci ha spiegato anche che molte piante di quella zona sono alla base di importanti scoperte scientifiche per la cura di diverse malattie dell’occidente, dal raffreddore al cancro. Finché non la distruggeranno tutta, la foresta amazzonica continuerà generosa ad essere una fonte inesauribile di vita. Sulla via del ritorno dalla camminata ci siamo fermati davanti a una cascata altissima dove l’acqua prima di tornare fiume tranquillo si fermava in un laghetto. Il panorama era troppo invitante, via le magliette sudate e i pantaloni infangati! Ci siamo buttati in canottiera e mutande dentro l’acqua gelata. Abbiamo fatto a gara per chi resisteva di più sotto la cascata (dove l’acqua che ti arriva sulle spalle picchia fortissimo) e poi ci siamo asciugati in tre minuti con l’aria calda che sembrava uscire da un phon. Al rientro a Banos abbiamo preso l’autobus per spostarci ancora più a sud, verso Riobamba.