Passi nel mondo

07/08/2003 Ecuador - Riobamba


Il percorso lungo la strada Panamericana offre la vista del vulcano Chimborazo di oltre 6.300 metri. Dalla stazione di Riobamba (paese da visitare giusto un giorno), il mercoledì, venerdì e domenica parte un treno speciale. E’ un convoglio merci dove si viaggia seduti sul tetto (ci sono anche due carrozze per i meno avventurieri). Il treno precorre la linea a sud verso Cuenca mai completata e porta ad una località chiamata Nariz del Diablo. Ci si trova la mattina presto in stazione (avendo fatto il biglietto la sera prima) per prendere posto sopra uno dei vagoni (ricordarsi maglione!). Non ci sono balaustre o ringhiere, si sta seduti con i piedi puntellati sul ciglio del tetto (per fortuna non si va troppo veloci). Il treno viaggia per 4-5 ore tra gli altipiani del centro sud, il panorama cambia spessissimo. Alla partenza si attraversano villaggi piccoli e molto poveri, dove gli abitanti (soprattutto i bambini) escono di casa per salutare, sperando in qualche offerta o caramella, e ogni tanto si vedono recinti di caprette o addirittura scimmie legate a una catena lunga. Noi guardiamo e salutiamo tutti con un sorriso un po’ ebete. Poi il treno comincia a salire e dalle colline verdissime ricche di fiumi e laghi si arriva alle montagne, attraverso gole e strapiombi mozzafiato. In certi tratti non si capisce nemmeno se c’è lo spazio per i binari sotto il treno.Tra le montagne spiccano di tanto in tanto i mantelli delle donne che portano i greggi al pascolo, i colori dei tessuti sono talmente intensi, forti e brillanti che sembrano quasi incompatibili con le tonalità dolci della natura. Arrivati alla Nariz del Diablo, dopo manovre impossibili della locomotiva per invertire il senso di marcia (c’è un binario solo con pochi scambi), la ferrovia termina e si torna indietro, non a Riobamba ma più vicino, ad Alusì, da cui si può proseguire per il sud o tornare a nord. Noi siamo tornati a Quito, per prendere da lì il nostro aereo per le Galapagos.