Sassolini in più...

Ponte...


Ecco, finito questo ponte lungo, riposante, senza impegni. Mi sono imposta di non fare nulla, niente libri, niente fatica...niente, a parte la ginnastica la mattina e la passeggiata con Brandy la sera, ma questi sono divertimenti. Giovedì ci siamo alzate, abbiamo fatto colazione insieme, poi la piccola è andata da un'amichetta per tutto il giorno ed io avevo la giornata per me. Cosa ho fatto? Ho preso la bici e mi sono fatta un bel giro lungo. Ho pranzato con prosciutto e melone davanti alla tv cercando tra i visi che sfilavano a Roma con tutte le divise italiane di tutti i tempi, quello noto dell'eroe di famiglia che guidava uno dei plotoni, e, dopo una mega doccia, ho guardato tutti quei film che aspettavo di vedere da una vita. La piccola è tornata verso le nove, aveva già mangiato, quindi chiacchiere tv e letto. Venerdì: lei è andata a scuola ed io a fare la spesa, in tintoria, mi sono comprata un nuovo paio di scarpe da ginnastica, ho preso la batteria del cardiofrequenzimentro che era esaurita, poi ho preparato il pranzo, e dopo mangiato abbiamo provato il balletto per la festa di fine anno a scuola ( io avevo la parte dell'Isabella ), poi lei è uscita con le amichette del villaggio e io a casa zappingare e leggere giornali. Cena, chiacchiere e tv. Sabato, scuola per lei e faccende minime in casa per me. Pranzo, pomeriggio di shopping per lei, e gelatone. Sera, pizza e birra con i Costa (noi mancanti di un pezzo...ma è andata bene ugualmente). Domenica: mattinata dedicata al cazzeggio, pranzo luculliano, pomeriggio di film, film, film. Basta. Finalmente oggi si torna a correre. Non ne posso più di riposarmi. Mi viene sempre sonno e sono fiacca, meno faccio e meno mi viene voglia di fare. Finalmente oggi, dopo quattro giorni di scarpe basse, mi son rimessa i tacchi ed ho ripreso in mano una penna. In uno dei film visti , "Il solista" a parte deliziarmi gli occhi con Robert, uno dei miei attori preferiti, mi son fermata sulla frase finale, che riporto: "il suo coraggio, la sua umiltà, la sua fiducia nella forza della sua arte e della sua musica mi hanno insegnato la dignità di essere fedeli a ciò in cui si crede, a non rinunciarvi mai e soprattutto a credere senza il minimo dubbio che ci permetterà di sopravvivere". E io lo faccio, io sono fedele a quello in cui credo. Lasciando stare le solite cose ovvie, credo nella mia libertà, nella cultura e nel profumo delle matite. Nelle colazioni sotto il gazebo con il giornale di gossip, nell'odore della siepe di gelsomino, nell'adrenalina che mi scorre nelle vene quando faccio quello che mi piace, ma ancora di più quando quello che faccio non mi piace per niente. Credo, e faccio molto di più che spravvivere.