LA VITA COS'E'???

Papa: basta sangue in Siria, pace tra Israele-Palestina


Benedetto XVI nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi chiede anche la concordia in AfricaAi fedeli radunati in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione, dopo il messaggio 'Urbi et Orbi' dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, Benedetto XVI ha inviato oggi i suoi auguri di Buon Natale in 65 lingue. Oltre a tutte le lingue più diffuse del mondo, compresi naturalmente arabo, ebraico e cinese, il Papa ha fatto i suoi auguri, tra l'altro, in mongolo, romanes (la lingua dei rom), aramaico, suahili, kirundi e kinyarwanda, malgascio, hindi, tamil, malayalam, maori, guaranì e anche esperanto. La conclusione in latino: "Veritas de terra orta est!" (La verità è germogliata dalla terra), il suo augurio natalizio scelto in questo Anno della Fede, tratto da un verso dei Salmi. Il Papa fa appello per la pace in Siria, "profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti". "Cessi lo spargimento di sangue", ha detto nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi, "e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto". "La pace germogli nella Terra dove è nato il Redentore, ed Egli doni a Israeliani e Palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato" continua.  Il Natale "favorisca il ritorno della pace nel Mali e della concordia in Nigeria, dove efferati attentati terroristici continuano a mietere vittime, in particolare tra i cristiani" afferma Benedetto XVI, invocando anche "aiuto e conforto ai profughi dell'Est della Repubblica Democratica del Congo" e "pace al Kenya, dove sanguinosi attentati hanno colpito la popolazione civile e i luoghi di culto".  Nel suo augurio di Buon Natale agli abitanti di Roma e dell'Italia, Benedetto XVI ha auspicato che sia favorito "lo spirito di collaborazione per il bene comune", insieme alla riflessione "sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte più importanti", e che sia ravvivata "la volontà di essere solidali". "Buon Natale agli abitanti di Roma e dell'Italia intera!", ha detto il Papa nel primo dei suoi auguri natalizi in 65 lingue. "Con la nascita di Gesù è apparso nel mondo l'amore di Dio per gli uomini - ha proseguito -. Questo amore, che l'odierna festa natalizia ci fa contemplare, favorisca lo spirito di collaborazione per il bene comune, induca a riflettere sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte più importanti, ravvivi la volontà di essere solidali e doni a tutti la speranza che viene da Dio".  LA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE - Nella messa della notte di Natale, momento tra i piu' solenni e suggestivi per la vita della Chiesa, Benedetto XVI lancia ancora un accorato appello per la pace e per la fine di ogni violenza in nome della religione. ''Le spade siano forgiate in falci'', ''al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti'', e' stata la sua invocazione. ''Illumina le persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinche' imparino a capire l'assurdita' della violenza e a riconoscere il tuo vero volto'', e' stata la sua preghiera al Signore che ''e' la nostra pace e ha annunciato la pace ai lontani e ai vicini''. Il Papa, nell'omelia della messa da lui presieduta nella Basilica vaticana, pensando ai conflitti che insanguinano il Medio Oriente, ha voluto ricordare la situazione attuale della citta' di Betlemme e di ''tutti i luoghi in cui il Signore ha vissuto, operato e sofferto''. ''Preghiamo in quest'ora - ha detto - per le persone che oggi li' vivono e soffrono. Preghiamo perche' li' ci sia pace''. ''Preghiamo - ha insistito - perche' Israeliani e Palestinesi possano sviluppare la loro vita nella pace dell'unico Dio e nella liberta'''. La preghiera di pace del Pontefice ha riguardato anche ''i Paesi circostanti'', in particolare ''il Libano, la Siria, l'Iraq''. E quindi il fatto ''che i cristiani in quei Paesi dove la nostra fede ha avuto origine possano conservare la loro dimora; che cristiani e musulmani costruiscano insieme i loro Paesi nella pace di Dio''. Ratzinger ha inoltre confutato le ''diffuse correnti di pensiero'' che oggi asseriscono che ''le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo'', e che quindi ''occorrerebbe prima liberare l'umanita' dalle religioni, affinche' si crei poi la pace''. ''Dove non si da' gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c'a' neppure pace'', ha invece affermato. E il suo pensiero, ricordando Maria e Giuseppe che a Betlemme non trovarono posto nell'alloggio e finirono nella stalla, e' andato anche ai profughi e ai migranti che bussano alle porte dell'Occidente. Quando vengono respinti, ha chiesto, ''non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi?''. ''Siamo completamente 'riempiti' di noi stessi - ha aggiunto -, cosi' che non rimane alcuno spazio per Dio''. E per questo, ha concluso, ''non c'e' neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri''.