Satine Rouge

Manger "à la belge"


Molte persone considerano veri viaggiatori solo coloro i quali sono capaci di immergersi totalmente nella cultura locale, ivi comprese le tradizioni culinarie.A volte può risultare però difficile: per esempio, quando a Londra vedi gente che mangia patatine fritte sorseggiando caffelatte, te ne freghi di essere considerato un vero viaggiatore e passi oltre molto volentieri.Fortunatamente, a Bruxelles, le patatine fritte le servono con le cozze: magari sarà un accostamento che ai gastronomi puristi potrebbe far storcere il naso, ma a me è piaciuto, e molto.Fin qui, nessun problema: le patatine fritte non sono esattamente ciò che viene prescritto nelle diete, ma io non sono mica a dieta, le mangio anche in Italia e, in più, non te ne danno certo una porzione così corposa da farti sfiorare da alcun pensiero.I problemi cominciano quando gusti un'altra specialità tipicamente belga: si tratta sempre di patatine fritte, questa volta senza cozze, vendute, come dire, "al cartoccio", tipo le caldarroste a novembre a Milano, per capirci.Lì la porzione è molto più rilevante e, pur avendo rifiutato ogni tipo di salsa, una più unta dell'altra, inizi a pensare a quante vasche dovrai fare in piscina, la tuo ritorno, per smaltire.Ancora però sei ottimista: ma sì, vado a nuotare un paio di volte in più e me la cavo senza problemi.Il pensiero ottimista svanisce però molto presto, cioè quando ti ritrovi davanti alla più implacabile arma di cellulite di massa mai pensata da mente belga: la gaufre.Dicesi gaufre una cialda delle dimensioni di una tegola di ardesia della Val Camonica. E dello stesso peso specifico. Della Val Camonica, intendo.Già così, da sola, basta guardarla per far partire la ola dei trigliceridi.E vorrai mica essere così egoista di farli festeggiare da soli? Dove li lasciamo il glucosio e il colesterolo?Ecco quindi che la cialda viene guarnita con tutto - e sottolineo tutto - ciò che di umanamente ingrassabile esiste sulla faccia della Terra: da una colata di cioccolato belga fuso, denso e bollente come la lava dell'Etna, ad un montarozzo di panna montata tanto alto da far concorrenza al Matterhorn.A quel punto, non hai più scampo: pensi a tutto l'inverno trascorso tra la noia di kilometri fatti nell'acqua clorata, alle torture subite in palestra dalla tua insegnante di pattinaggio, ai rischi corsi dalle tue rotule - e da ogni altro osso del tuo scheletro - sul ghiaccio e sai che è stato tutto inutile, che anche per quest'anno la prova costume andrà a farsi fottere.Ti consoli solo pensando che, fortunatamente, la vacanza al mare ancora non l'avevi prenotata.E anche pensando che almeno le gaufres son proprio buone.