Satine Rouge

Ultime da Bruxelles


E' ora di concludere i racconti sul weekend bruxellois, anche perché, ancora un po' che la tiro lunga, più che di racconti si potrebbe cominciare a parlare di rievocazione storica.Cosa c'è di meglio, per chiudere in bellezza, che narrare tutte le divertenti amenità che ti possono capitare in soli tre giorni di viaggio?Tipo il classico gruppo casinista e rompicoglioni che, sull'aereo, è come Vodafone: tutto intorno a te.Ovviamente, per non farsi mancare nulla, ne trovi uno all'andata e uno al ritorno. All'andata ti capita il gruppo della scuola sub di salcazzodove e ti chiedi che minchia ci vanno a fare a Bruxelles, visto che non c'è nemmeno il mare.Al ritorno ti tocca il gurppo di tifosi di salcazzoquale stramaledettissima squadra di calcio, in trasferta per la cempionslig e stramaledici per l'ennesima volta il calcio, uno die pochi sport che aboliresti dalla faccia della terra.Oppure le biglietterie automatiche della metropolitana, che accettano solo moneta o carte di credito locali e tu, non avendo nè l'una nè l'altra, te la fai a piedi fino ad una stazione, per fortuna (si fa per dire) lontana solo pochi kilometri, dove si trova una biglietteria con esseri umani in grado di accettare anche una banconota e di darti perfino il resto.In compenso, hai avuto l'enorme fortuna, l'ultimo giorno (quando avresti dovuto vedere il Museo del Fumetto) di ritrovarti davanti al Manneken Pis (una fontanella costituita da un bimbetto che piscia, famosa per motivi a me del tutto ignoti) durante la (suppongo) quotidiana cerimonia di vestizione dello stesso, con tanto di banda e canzoncina popolare in fiammingo, lingua che, grazie al cielo, non conosco.Di fronte ad un simile spettacolo, pensi che, tutto sommato, non solo in Italia si assiste ad eventi di epocale tristezza.E come dimenticare di aver avuto in dotazione la camera 666? Forse anche all'albergo sapevano che stavano accogliendo una nota coppia di peccatori destinati alla dannazione eterna. Comunque, per buona misura, si sono premurati di farci ritrovare nel cassetto del comodino un Vangelo bilingue, magari sperando in una conversione, anche se tardiva.Infine, citazione meritoria per il pilota del volo di andata, che, appena prima del decollo, si produce nel solito discorsetto su tempi di volo, dati tecnici, condizioni meteo, eccetera.Però, a differenza di altri suoi collegghi, riesce a farlo con fantasia. Non sembra recitare il copione a memoria, come generalmente capita, ma si produce in una irripetibile improvvisazione, forse dettata dall'ubriachezza, che si conclude con la memorabile frase sulle condizioni meteorologiche di Bruxelles: " e il tempo... è bello come qui".Con una simile competenza scentifica, invece che il pilota, avrebbe potuto fare la meteorina al TG4.Solo nel caso in cui fosse stato una bionda ventenne con una quarta di tette, ovviamente.