scardanelli

diario di poesia dalla città dove si applaude ai tramonti

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

I MIEI BLOG AMICI

Citazioni nei Blog Amici: 4
 

ULTIME VISITE AL BLOG

monica.tfilippo.ortenzisebagustavodagowoodstefaniaviolinistefania.rusticipoliacea1n2t3o40brianglyciaaguidot53pino.doubledisfrancodis2411piterpannfioremariano
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

SILVIA

Post n°102 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da scardanelli
 

 

SILVIA

A Silvia F.

Silvia è una donna esile,
dal fragile, limpido sguardo,
smarrita per la demenza degli anziani,
una donna bella, che dice a me
sconosciuto di passaggio:
«Scusi, sa a che ora viene a prendermi la mamma?»

“Noi siamo un colloquio”,
diceva un poeta vero,
non monadi fatte
per il proprio ego.
Siamo creature, Figli di un Creatore.
E il bisogno di aiuto per la debolezza,
è invece un Dono,
perché ci ri-dice ciò che siamo.

Siamo Figli.
Da giovani lo dimentichiamo:
sogniamo, il mondo è avanti,
le mani nel denaro, il potere, le donne.
Ma viene il tempo di impotenza e povertà,
che è davvero tempo di Misericordia.
Tempo per ritornare ciò che siamo.

Tranquilla, piccola Silvia,
“la mamma certo arriverà, prima di sera, a prenderti”.
E io attenderò insieme a te.

 

                                  Pubblicato su www.alidicarta.it il 05/12/2012

 

 
 
 

SANITARIUM

Post n°101 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da scardanelli
 

SANITARIUM

Si amavano come il bambino
e il suo aquilone,
e la rondine la sua onda,
l'uomo che ride
e la bella mendicante
di bigiotteria e di stracci vestita,
re e regina del Sanitarium di periferia
e dei vecchi letti
che sempre li stupivano
con le molle dure e arruginite.
Quello era il loro posto.
Ma un giorno uscirono
come amanti in fuga o in luna
di miele, vestiti come signori
in prima classe
senza pigiami e senza camicie.
Ma fuori dal posto,
gli occhi non si riconobbero più,
l’Orrore mangiò le labbra gentili.
I corpi predestinati,
smisero di cercarsi,
quasi biechi villani avessero
impedito il girotondo
e disgiunto le loro anime vereconde.
Il limpido riso asciugò le sue fredde
lacrime e tornarono nel posto
di prima, dove l'amore può farsi
ancora al sapore di vaniglia
e tutte le anime candide
accorrono allo spettacolo
di chi fa la vita come poesia.
Il vero amor è quiete accesa.
Insieme a te
anche questo posto
è come il Paradiso - sussurrò con
tenerezza
prima di addormentarsi.
E si strinsero così forte
da non temere più alcuna morte.

                                   Pubblicato il 12.10.2012 su www.alidicarta.it 

 
 
 

IL NOME AMATO

Post n°100 pubblicato il 19 Agosto 2012 da scardanelli
 

IL NOME AMATO

Tu solo hai parole di vita eterna

1/1

Tra signori intelligenti ho fatto il finto
tonto.
Ho smerciato pane di girasole, libri,
sentenze, versi – quel che al momento
era più facile.
Ho vissuto – e di ciò sono morti altri.
Ma ora confesserò il mio amante.
Della sua meta nulla posso dire:
tutta la polvere e tutte queste ossa
intente a risorgere e a volare nel vento,
tutto questo amore, tutte
queste pietre, tutta la tristezza che mi dona.
Mentre sul mondo passa una grave tempesta.
Temiamo che la tempesta ci svuoti
e concluda il linciaggio delle ore.
Invece una dorata cupola di stelle
in alto copre e abbraccia.
Metterò
in una barca il mio amore affinché
veleggi.
E riderò. E piangerò...
Menestrello ozioso e muto.
E Dio è quello che è.
Molli le colline toccano il mare
come s’incontrano due eternità.
Allora la notte diventa cielo,
nella nostra bocca il Nome amato:
un Pane caldo, spezzato.
Ebbra, spirituale, immobile.


Pubblicato su www.alidicarta.it il 08.08.2012

 

 
 
 

IL PORTIERE

Post n°99 pubblicato il 20 Aprile 2012 da scardanelli
 

                    A Piermario Morosini

                                               

IL PORTIERE                                                                       

E’ la domenica della misericordia.
Dio ha parlato a tutti noi, è sceso a fischiare un rigore.
Come al solito, siamo corsi tutti dall’Arbitro
a protestare, a giurare che non era rigorei!
A 25 anni non si può morire,
qualcuno ha sbagliato e deve pagare.

No, la morte non esiste, come quel rigore;
nessuno di noi se n’è accorto perché quel fallo non esiste.
La morte non esiste, non possiamo accettarla la morte,
perchè odiamo la Vita.
Ogni giorno odori di morte, odio e violenza catturano la vita,
sottraendo bellezza e verità.
Così nelle piazze traboccanti di proteste,
così su facebook, così nelle famiglie,
e nessuno si accorge di nulla.

Ma Dio ci ama e ci parla:
lo abbiamo visto tutti a dirci la verità,
a cercare di aprirci il cuore,
ma nessuno Lo ha riconosciuto.
Quel rigore non lo accettiamo.
E rifiutiamo la verità.
Basterebbe lasciar calciare quel rigore,
e sperare che un portiere possa pararlo.

Dio ci ha parlato a Pasqua, ed era per donarci Suo Figlio,
il Portiere che ha parato, per tutti, sulla Croce, quel rigore.
Piermario lo ha visto in quegli istanti che il cuore gli si fermava nel petto;
i suoi occhi sereni hanno visto quel Portiere tuffarsi
e parare quel pallone assassino.

Usciva dal campo per entrare nel Cielo,
quelle mani invisibili lo avevano accolto e abbracciato.
Ha vinto Piermario: quel Portiere ha fermato la morte vera,
è risorto per lui e per tutti: lo ha salvato.

                              Pubblicato il 20.04.2012 su www.alidicarta.it
                                                                   e su www.scrivendo.it

 
 
 

FACTUM EST

Post n°98 pubblicato il 14 Aprile 2012 da scardanelli
 

 FACTUM EST

Una dissonanza terribile avverto
tra il volere captare il mondo, mio stigma originario,
e la povertà dell’aspro raccolto.
Accresco l’esistente, commento
e scendo homo religiosus al Limbo.
Il suono d’ogni voce si perde nel grembo,
al mare e al vento.
Di che è mancanza questa mancanza, cuore,
che a un tratto ne piangi
nel paesaggio misero di Quaresima?

Mi ha sorpreso, notevolmente sorpreso,
che tra disperazione e passione
ci fosse un uomo chiamato Gesù.
Destinato allora ad essere indegno
profeta di Dio. Vive questo incontro nell’Amore.
Uomo folle assetato di Amore
che è disvelamento dolce di Bellezza,
come una tenebra caduta
e una Luce che ne è venuta fuori.
Allora, vera quiete sarà.

                       
                               Pubblicato su www.alidicarta.it il 21.03.2012

 
 
 

Una Vita e una galleria

Post n°97 pubblicato il 04 Marzo 2012 da scardanelli
 

Una Vita e una galleria

Luca è militante, guerriero, soldato politico,
jihadista nell’anima, dei "No TAV" Luca è capo carismatico.
Trascina le folle da profeta
e le folle lo seguono messianicamente.

Luca porta un cognome che da solo è una preghiera.
Su quella strana croce nelle cui braccia scorre l’alta tensione
ci si è arrampicato per sfida e per passione,
per amore e per dolore.

La tragedia è bianca, come una scarica da cinquantamila volt.
Come un letto d’ospedale.
Come ogni polemica che più cresce più si fa insensata,
e annebbia vista e mente e produce rabbia e stilla veleni.

A Luca fanno ribrezzo i piccoli borghesi,
i pusillanimi e le Sinistre in abito grigio.
Tipi come lui vivono come l’ultimo dei mohicani, in marcia per missione.
Ma perchè giocarsi tutto per la galleria di un treno?

Perché buttare una Vita per impedire un buco nella roccia?
La sua volontà di onnipotenza è impotenza conclamata.
Ma il brivido di un attimo di utopia vale tutto
e la vita si può immolare per un traforo di montagna.

Certo, per vendicatori inarrestabili come Luca
il "movimento" è tutto anche quando la meta è nulla.
E la protesta è il volto dell’Armageddon alla fine dei tempi.
Ma questa religione resta solo un buco nella roccia.

Luca giace adesso in un letto di ospedale.
Ha 37 anni. La vita ce l’avrebbe ancora tutta davanti.
Ma quei suoi 37 anni incompiuti, sospesi, enigmatici
Luca ha già scelto di giocarseli tutti in un solo momento.

Luca porta un cognome che da solo è una preghiera.
Recitiamola, in cuor nostro, un secondo almeno di quest’oggi
affinché a Luca sia concesso un tempo supplementare
e perché lui abbia ancora il tempo di pronunciare da sé quel Nome.

Giacobbe ha lottato contro l’angelo,
Davide ha affrontato Golia,
Abramo era disposto a sacrificare Isacco.
La Vita si offre per la pienezza di ciò che le dà senso,
non per un buco in un sasso
.



Pubblicato su www.alidicarta.it il 29.02.2012
              e su www.scrivendo.it il 29.02.2012

 
 
 

NEVE

Post n°96 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da scardanelli
 

NEVE

Imperitura immagine della neve che cade,
esagono stilizzato di un fiocco di neve.
Silenzio ovattato che tutto copre e fa muto,
biancore assoluto che annulla i confini del reale,
nell’indifferenza di ambiente e di tempo.
Quasi un’alleata, tutta la neve che cade:
sospende ogni vicenda, parabola, dolore o speranza,
protegge luoghi, emozioni e storie.
Immagine del contrasto con lo strepitio della guerra,
quando il candore sarà travolto dal rosso del sangue,
spazzato via dal vortice di avvenimenti atroci e tiranni.
C’era Monica, rimasta sola in un paesino
vicino a Urbino.
Monica che sognava lo sfarfallio di petali bianchi.
La sua è storia atroce e meravigliosa,
fatta di esclusione, dolore, violenza,
ma pure di rapporti veri,
più forti del tempo e delle calamità.
Per la troppa vita che aveva nel sangue,
la neve rimaneva l’unico ristoro per quando sarà la sua ora.
La neve presenta l’illusione che,
lì sotto, ci sia ancora una possibilità di speranza.
Poi, però, arriva il tempo dello scioglimento.
E allora non basta più volgere lo sguardo altrove,
per non vedere la disperazione umana.
È la chiarezza visionaria, l’altra faccia della neve.


                             Pubblicato il 09.02.2012 su www.alidicarta.it
                                                             e su www.scrivendo.it

 
 
 

LA CANDELORA - L'ANTICO DI GIORNI DIVENTA BAMBINO

Post n°95 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da scardanelli
 

 

LA CANDELORA
OGGI L'ANTICO DI GIORNI DIVENTA BAMBINO

E allora, abbracciando il Divin Bambino,
il vegliardo Simeone così pregò:

“Proteggimi e non consumarmi, tu che sei fuoco della natura divina
e unico vero amico degli uomini.
Tu sei l’immagine assolutamente perfetta
dell’incomprensibile Sostanza del Padre,
la luce inaccessibile, il sigillo immutabile della divinità,
tu che esisti dall’eternità e hai creato ogni cosa,
tu che un tempo accogliesti le offerte di Abele e degli altri giusti.
Lascia che le mie mani accolgano colui che Mosè vide nella caligine,
quando ricevette la Legge sul Sinai,
e che ora, divenuto bambino, si assoggetta alla Legge.
Tu sei colui che Davide annunciava;
colui che ha parlato nei profeti,
che si è incarnato per noi e parla nella Legge.
Grande e glorioso sei tu, generato dall’Altissimo in modo inesprimibile,
o santissimo figlio di Maria!
Io ti proclamo uno, visibile e invisibile, finito e infinito;
ti conosco e ti credo eterno Figlio di Dio secondo natura,
ma anche ti dichiaro figlio della Vergine al di là della natura”.

Rimase stupita la Vergine e a lei il vegliardo disse:
“Tutti i profeti hanno annunziato il figlio tuo, che hai generato senza seme.
Di te diceva il profeta, poiché la porta serrata sei tu, Madre di Dio!
Attraverso te è entrato e uscito il Signore.
Il tuo figlio è la vita, la redenzione e la risurrezione di tutti noi.
Egli è venuto perché desidera risollevare i caduti
riscattando dalla morte le sue creature”.

E stringendo il bimbo a sè:
“Mantieni la promessa del tuo verbo, o Verbo,
mandami presso Abramo e i patriarchi.
Volendo che Enoch e Elia non provassero la morte, o Signore,
ti sei compiaciuto di portarli via da questa terra in modo misterioso
affinché fossero in un luogo pieno di luce e senza pianto.
Così come ti ho visto e ho avuto il privilegio di tenerti in braccio,
possa io contemplare la tua gloria insieme al Padre tuo e allo Spirito Santo,
poiché sei rimasto lassù mentre scendevi tra noi”.

E il Re celeste rispose:
“Dal mondo caduco ti manderò alla dimora eterna, o mio diletto.
Io ti mando a Mosè e agli altri profeti:
ad essi annuncia che io, colui del quale essi avevano parlato,
ecco sono arrivato e sono stato partorito dalla Vergine.
Presto verrò a riscattare tutti,
io che sono l’unico vero amico degli uomini:
l’Antico di giorni divenuto Bambino.

                                  pubblicato su www.alidicarta.it il 02.02.2012

 
 
 

IL TUO VOLTO IO CERCO

Post n°94 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da scardanelli
 

IL TUO VOLTO IO CERCO

Non permettere che mi allontani.
Il tuo volto io cerco.
Quel volto che narra una storia antica,
il sapore dell’esistenza nella sua totalità.
Quel volto che porta i segni del fango e dello scherno,
della demoniaca violenza dell’uomo
e le cicatrici della stupidità blasfema.
Ma quel volto risplende di una vittoria inaudita:
quella dell’amore e del perdono.
Ha lineamenti di modestia e d’ascolto benevolo.
Pronuncia parole che orientano verso
il Vero e il Bello.
Quel volto si solleva dal tempo,
è protagonista di una storia che ha coinvolto tutti,
trovandoci ora accusati, ora accusatori,
prima vittime, poi carnefici.
Un volto in cui anche il grido di Munch
si perde nell’immenso respiro della creazione.
E il bagliore della speranza e la ferma certezza
di essere nell’Amore del Padre.
Solo l’Infinito può portare l’onere del disperso finito.
Ricordati mio cuore di quello sguardo
in cui attende tutta l’eternità.
Quel volto ha visto il Padre
e oggi guarda a noi con quegli stessi occhi.
Quel volto è un Volto Santo.
Il Suo, prima di tutti gli altri.
Il Suo, perché lo siano tutti gli altri.
Il tuo volto, Signore, io cerco.

                      pubblicato su
www.alidicarta.it il 26/01/2012

 
 
 

SOFIA

Post n°93 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da scardanelli
 

 

SOFIA

Mi diceva di vivere di abbandoni,
di capricci per un’ inesauribile segreto.
Amavo le sue ore di allucinazione
e di raminga, d’immaginaria perseguitata
in esodo verso una terra promessa.
Lei disperdeva poesia e briciole di teologia
e levigava il dire nell’archeologia di elementi,
ciottoli di fiume e di vulcano, anima da fionda
e da paura tesa dal divino arciere.
Felice colpa che attendeva riscatto

Strano se tutto non fosse naufragio,
se tutto non fosse travolto, soffocato,
consumato dal tempo.
Ma nessuna parola pronunciata un giorno,
sarà un giorno non pronunciata,
nessun dolore non sofferto,
nessuna gioia non vissuta.
Attimo che corre che soltanto Amore
può strappare alla corruzione della memoria.
Amore più forte che non possa essere la morte.

                                pubblicato su www.alidicarta.it il 09.01.2012
                                       e su
www.scrivendo.it il 09.01.2012

 
 
 
Successivi »
 
 
 

INFO


Un blog di: scardanelli
Data di creazione: 26/05/2006
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: scardanelli
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 50
Prov: PS
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963