Albe e tramonti

Un peso sul cuore


Quando il Nepal ha iniziato a tremare ho pensato alle foto viste in una delle tante serate durante i documentari sulle escursioni dei nostri alpinisti.Nei visi semplici di quella gente, la traccia della civilta' millenaria, e della pace piu' assoluta, e l'ombra delle grandi vette. Ecco perche' tristemente ho pianto nel vedere la Terra implacabile abbattersi su questo Paese cosi' lontano geograficamente cosi' vicino al mio cuore.Quell'angolo di cielo tra le montagne bianche dove piedi stranieri calpestano neve in cerca di vette da scalare e' anche mio. Mio quel senso soffocante di tristezza che riga di lacrime amare i visi di questo popolo piegato dalle forze della natura.***Sono mie pero' anche le lacrime salate che stanno diventando mare per i corpi senza nome, senza volto, neri, abbronzati, e bianchi di chi sceso negli abissi piu' profondi della disperazione non sara' altro che acqua o pasto per pesci.Non riesco a trattenere la rabbia di chi dice che quei barconi dovrebbero andare tutti a fondo, pieni di gente, e non fa distinzioni. So che che ogni mano tesa, sporca di terra e sabbia, di fango, non si puo' ospitare, so che anche per noi il momento e' particolare, ma quest'odio profondo, atipico, assurdo, non lo tollero, ne lo accetto.Mi dicono che mio figlio dovra' "trovarseli a scuola". Non mi fa ne' caldo ne' freddo, mio figlio dovra' rispettare chiunque, perche' nessuno troverebbe strano avere la scuola invasa da bimbe/bimbi francesi o spagnoli, o fillandesi. Mi dicono che rubano, vendono droga, e mi guardo attorno e vedo rubare e spacciare tanti ragazzi bene della buona societa'. Non siamo poi cosi' diversi, nudi, siamo poveri esseri tutti.Di fronte alla morte lasciamo tutto qui, nati in Nepal, nell'Africa nera, o nell'ipocrita Italia. ps.E comunque faccio piu' fatica a spiegare a mio figlio che tanti appalti sono truccati, che la gente per bene si fa pagare anche in politica, che perche' una mamma rischia la vita con il figlio al collo per mare e per terra per sfuggire alla guerra, e alla fame.Certo non possiamo accogliere tutti e neppure dobbiamo perche' di fatto non siamo ne' attrezzati ne' capaci, ma neppure limitarci a fare bei discorsi, senza guardarci dentro davvero.