Albe e tramonti

UCRAINA


C'e' un grido di dolore che mi rimbomba nella testa da giorni che per altro si unisce a quello della guerra in Siria o della regressione dell'Afganistan, si chiama Ucraina, ma si chiama anche Russia, dove piano piano sta sparendo la liberta'.In Ucraina scorrono fiumi di sangue e non esprimere la sensazione di impotenza e la rabbia per l'affronto e' veramente impossibile. Quello che vediamo e' troppo per qualsiasi giustificazione, e' oltre ogni peggior aspettativa, e' la distruzione dei piu' comuni principi di civilta'. Non si puo' restare immobili, lo si deve urlare.Quello che succede in Russia invece e' un pericolo piu' silenzioso, ma forse anche peggiore perche' a combattere sono in pochi, e quei pochi rischiano grosso, ci va coraggio a deporre fiori, a dire NON CI STO. Quello che sta svanendo e' quella poca liberta' che si era conquistata dopo la caduta della muro di Berlino.Non e' tanto un fatto politico, o la minaccia nucleare a doverci spaventare, bensi' il serpente silenzioso che vuole strozzare le voci di chi dissente. L'avete visto, prima si armano gli eserciti, poi si attacca, poi si deve far di tutto per chiudere la bocca anche a chi non e' d'accordo in casa propria.Mi viene in mente un uomo, sorridente, che ha incontrato un distinto signore negli anni '80-90 e la buona volonta' di due capi di Stato di trovare un accordo, di fare un passo indietro e di iniziare a minimizzare la guerra fredda.Quel gelo mi ghiaccia il sangue adesso, il popolo ucraino muore combattendo con tenacia, io credo prima di tutto perche' sa che arrendersi vorrebbe dire mettersi ancora una volta un bavaglio e tacere. Questo e' la grande madre Russia, lo e' stata per loro purtroppo durante l'assurda carestia indotta per piegare un popolo anni fa, e mi chiedo come si puo' chiedere loro di accettare le bombe sulle colonne di civili che cercano un angolo di pace.Va anche detto pero' che dalla mia tranquilla casa io mi sento impotente, e minacciata allo stesso tempo allo stesso modo. Chi mi dice che un despota che ora spara sui civili senza pensarci due volte non voglia colpire un giorno o l'altro anche me? In fondo lo sta gia' facendo a casa propria con la propria gente.Ci va coraggio a portare dei fiori, ci va coraggio a camminare a testa alta per strada.Il popolo russo e quello ucraino non hanno mai avuto nulla in comune piu' di adesso, dovrebbero combattere insieme per difendersi da chi li vuole anientare. Ognuno poi puo' scegliere la propria strada, ma nessuno ha il diritto di sparare o di dirti di tacere la verita' per evitare il carcere.Non e' la gente del popolo che deve pagare l'ira di chi ha fame di potenza. Gli Stati sono fatti di persone, ora possiamo anche oscurare internet, e la tv, ma si cosi', si torna indietro, non si va avanti, si mette la polvere sotto al tappeto.Da italiana lo so, me ne parlava mia nonna, una povera contadina, che mi disse che per prima, la' dove la storia scolastica era lacunosa: qualcuno aveva schierato l'Italia , c'eravamo anche noi a fianco della Germania nazista, non dimenticarlo mai, ci siamo piegati forse anche per paura di esser invasi, non so, ma a commettere quelle atrocita' ci siamo stati anche noi. Forse noi gente di tutti i giorni non avremmo voluto, forse non sapevamo neppure bene cosa stava capitando, ma chi ha scelto per noi si', loro sapevano, e non hanno avuto vergogna a venderci come carne da macello.Ero piccola e non capivo. Nessuno mi aveva parlato di quella storia da quel punto di vista, si cercava di minimizzare, ma aveva ragione lei che aveva fatto la terza elementare ma la storia l'aveva vissuta.Non facciamo ora lo stesso errore, ne va della nostra liberta'. Ci va un miracolo, uno di quelli grandi, come far cadere un muro a Berlino dopo anni e anni di idiozie, va un miracolo, uno di quelli immensi come beccarsi un proiettile e voler abbracciare chi ha sparato. Ci va un miracolo per risolvere questa situazione, e tornare alla pace, senza se e senza ma, perche' certe atrocita' non hanno scuse ne' morali, ne' politiche.Io non ci sto.