S_CAROGNE

Male grazie, e tu?


Eppure la parte di me rimasta dopo le troppe delusioni mi sussurra che qualcosa c’era, qualcosa c’è.  Esiste una relazione con la nostra promessa di essere che non sappiamo ben descrivere, e forse nemmeno decidere, ma che dovremmo ricordarci di sperimentare con tutte noi stesse, senza  il timore di voler sapere esattamente dove ci porterà.Ho amato, certo, portando da sola il fardello dell’affanno e dell’incertezza. E ho continuato ad amare anche quando parole sprezzanti mi avrebbero dovuta tenere a distanza. Nella rabbia ci ho visto paura e nel rancore disperazione, e nulla ho vissuto davvero come un torto al di fuori del sopruso peggiore che mi sono imposta da sola, quello di non spiegare le mie ali. Forse sarebbe bastato che qualcuno mi avesse detto “Non angosciarti, tanto hai già perduto” per vivermela meglio.Ho lasciato che altri decidessero sulla mia pelle (in senso letterale più che metaforico) e me ne scuso con me stessa. Spesso è difficile agire nel modo giusto (ovvero nel proprio perché altri non ce n’è). E la minaccia unita alla paura raddoppia il fardello. Ho creduto che una amicizia potesse valere più di un migliaio di euro. E se anche adesso, tradita, volessi trovare delle scusanti al voltafaccia perpetrato, la voce del traditore continua a ripetermi di non trovare giustificazioni all’operato. Come ogni vita contiene una promessa che anela a diventare più palpabile, così ogni donna sceglie di essere come può e come riesce. Affinché nessuna cada nell’errore di vivere la propria vita travestita forse dovremmo avere un po’ più rispetto per noi stesse.  E’ dura riprendere la penna in mano. Se lo faccio è solo per ringraziare chi, in messaggeria e non solo, ha continuato ad interessarsi alla mia salute. Probabilmente perché non mi conosce abbastanza, altrimenti sarebbe stato viepiù sollevato dalla mia silenziosa lontananza :D