S_CAROGNE

Supercalifragilistichespiralidoso


Tutto era iniziato una notte di fine agosto quando la corda si era spezzata e lui e lei avevano fatto il salto giù per la rupe e non era stato possibile tornare indietro. Non avevano potuto fare altro che andare incontro al loro destino insieme, abbracciati, lontani da tutto e da tutti.  Mi ero ripromessa di non perdermi le evoluzioni politiche-economiche quest’anno. Una promessa piuttosto stupida e sicuramente meno impegnativa di molte altre (mi ero anche ripromessa di non tagliarmi più la frangetta da sola, se è per questo) ma non mi è riuscito di portarla a termine.  Capisco poco di spread ma da qualche parte ho sentito dire che ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo, a differenza della stolta e ottimistica bagarre pubblicitaria, da sempre ottimo metodo per tenere buone stampa,tifoserie ed elettori, oltre che lavoranti. C’è un momento in cui tutte le cose si condensano.Tutte. Le cialtronate da schiaffi degli anni 80, i legittimi desideri capitalistici, il matrimonio di convenienza e quello riparatore, la torta spartita e la fetta più grossa, i separati in casa e gli amanti illegittimi, i congiuntivi di Calderoli e le camice verdi di Bossi, la stanchezza di chi non si è risparmiato, la solitudine di chi non si è concesso, l’amore per l’evasione fiscale, la logica del compiacimento, l’Iphone ed il duplex, i pixel e la canapa. Tutto, tutto insieme in un unico calderone degno di Amalia. E tutti, ma proprio tutti, alla ricerca della Numero Uno sulle pendici del Vesuvio.I dinosauri, il fuoco, le banche e gli zingari, il kilt di Borghezio e le corna di Berlusconi, il Papa e lo Ior, il Bartezzaghi ed il Miserere, le escort e la Merini, in fila per tre col resto di due Montalcini.  Dicono non si chiuda più uno strappo. Si rammendi. Ma non sia la stessa cosa. Per fortuna.   P.S. Io a questa crisi voglio quasi bene. Davvero. Perché magari chi non muore si ravvede.