S_CAROGNE

L'ERBA DEL VICINO


Ho sempre odiato i lunghi silenzi in ascensore. Un giorno i miei genitori mi dissero per rassicurarmi: “deve essere il più grande a iniziare a parlare”. Poiché mi sono resa conto che data la mia età non è più così improbabile che sia io a doverlo fare, ho comprato un appartamento in un condominio senza ascensore (anche perché con l’ascensore il prezzo in zona era esorbitante). Pensavo che questo avrebbe eliminato imbarazzo e discorsi sul tempo, e non sbagliavo. Non avevo però considerato che la gente, anziché risparmiare il fiato salendo le scale, si sente in dovere di parlare, di fermarsi per lasciare una pillola di saggezza o un’informazione non richiesta. Forse avrei dovuto comprare un trullo sperduto nelle campagne di Cisternino. Cerco di depistare i vicini uscendo quasi ogni mattina ad un orario diverso, mi sforzo di camminare mimetizzandomi con la ringhiera, non uso tacchi per non far rumore, ma soprattutto cerco di essere cortese e distaccata (saluto sì, insomma, ma con l’espressione di chi è fortemente concentrata nella risoluzione di un difficile problema). Dato che i miei condomini appartengono alla specie in estinzione delle persone che non hanno fretta, pondero attentamente ogni mia uscita. So che mi detestano perché non svelo nulla di me e rispondo a precise domande con generiche risposte, e ormai alcuni di loro hanno iniziato a spazientirsi. Ultimamente cercano addirittura di chiedere informazioni ai bimbi, ma io a quel punto uso i super poteri delle mamme e li trascino fin dentro casa prendendoli con il terzo braccio. Come in ogni condominio che si rispetti, anche nel mio c’e’ la gattara. La detestano tutti, io no, anche se vorrei pubblicamente suggerirle di evitare di chiedermi ogni giorno “e i bambini?” e tranquillizzarla: non li abbandono per strada o a casa. Se non sono con me qualcuno che non li odia si sta prendendo cura di loro. E’ inutile dire che comunque in inverno mi viene comunicato che “fa freddo” e in estate che “fa caldo, madonna quando fa caldo, non si respira”, anche se con rammarico devo notare che nessuno mi dice da anni la frase che noi tutti adoriamo “non ci sono più le mezze stagioni”. Forse le hanno ridotte a due e non me ne sono accorta, come hanno fatto con i pianeti che di recente non sono più gli stessi nel nostro sistema solare. Ah! Dimenticavo i piccioni! Chi non ha questo problema non può capire. Io, giuro, tollero anche le zanzare, ma da quando ‘sti cazzo di piccioni imbrattano la biancheria appena stesa, ho iniziato la mia personale guerra contro di loro. Per vincere qualche battaglia devo usare le odiate plastiche sui fili del mio balcone, e così accade che la pioggia si imbarchi su di esse. Una sera pioveva a dirotto, e decisi di buttare un po’ di acqua giù. La reincarnazione di Newton che vive al piano di sotto era di vedetta e si accorse che un po’ d’acqua non cadeva dal cielo, ma dalla mia plastica. E urlò “cade acqua da su!!!”. Appunto. Ma potete anche chiamarlo Mario Montessori  se vi va perché, tramortendomi con la sua profondità di pensiero, ha anche osservato che “i bambini camminano tutte le sere”.