S_CAROGNE

PARCHITELLO 90210


Ogni grande metropoli che si rispetti vanta una riserva faunistica in cui i migliori rappresentanti della specie umana possano riprodursi in cattività, incrociandosi rigorosamente tra loro. Loro hanno Beverly Hills, noi Parchitello.Capita sovente che io ci vada a cena  per motivi lavorativi che adesso non mi ingozza spiegarvi nel dettaglio (amen). Solitamente arrivo alla sbarra della guardiola recitando sommessamente il mio repertorio di gasteme in barese antico e varco la stessa soglia in direzione opposta aggiungendone di nuove e moderne.Per i non baresi è d’obbligo un chiarimento: trattasi di una grazioso borghetto alle porte di Torre a Mare, residenza preferita della Bari che conta, in cui oriundi profondamente benestanti trascorrono liete giornate in un accampamento di elite. Recintati e guardati a vista, gli esponenti della migliore aristocrazia pugliese veleggiano con le loro navicelle della spocchia lontani da desideri, bramosie e rancori  plebei, in un navigare sommesso e squisitamente perbenista: sostanzialmente tutti vanno a letto con tutti, l’importante è che le corna non inizino a puzzare. Attraverso una breccia spazio-socio-temporale entro nella quarta dimensione architettonica e mi ritrovo tra cariatidi splendenti di phon che esibiscono al dito il brillocco (leggi: brillante regalato dall’allocco).Il padrone di casa, con risapute velleità scrittorie, tiene nel frattempo un comizio (è evidente abbia preso lezioni da Catone) sull’importanza della cultura: è inarrestabile solo perché nessuno osa contraddirlo in quanto nemmeno uno dei presenti ha la benché minima idea di quello di cui egli sta enfaticamente discettando.Io, intanto, seguo il tutto con uno sguardo affilato sotto il sopracciglio alzato, pregustando il  momento in cui tornerò a casa a scrivere questo post.Sublime il richiamo metaforico alla volpe (argentata?) e all’uva mentre con noncuranza si appoggia al plasmino 3 metri per 4 che troneggia in salotto.E proprio il plasma, quello sanguigno però, mi gela nelle vene quando il pargolo di una delle smaglianti coppie presenti alla festicciola, sfuggendo per un attimo alla custodia di una sfigatissima babysitter convocata appositamente per l’occasione, inizia a tempestare di furiose stampate la colonna che si erige al centro del soggiorno, fino ad allora bianca ed illibata come una vergine al suo primo matrimonio. SE questa fosse una candid camera a questo punto sarebbe bene che il proiezionista fermasse un attimo la pellicola perché la scena che segue non è idonea ad un pubblico emotivamente impreparato. La mamma del pargolo cosa fa a questo punto? Interviene immediatamente per ricondurlo alla ragione? Difficile farlo se si cammina su tacchi da cui è pericoloso cadere.Gli pianta un sonoro ceffone in pieno viso? Parbleau, sarebbe volgare. Gli sequestra il cellulare con cui si sollazza in piscina? Non scherziamo su certe cose, dai, è costato quanto lo stipendio di un paio di operai dell’Ilva.E allora?Ecco, ve lo dico io cosa fa la nostra esperta pedagoga.Si rivolge sprezzante alla piccola fiammiferaia che disperatamente sta già cercando di interrompere l’esibizione del cucciolo di mostro (ricordiamo che, essendo sottopagata per farlo, è cosa buona e giusta trattarla a melma in faccia) ed esclama, scocciata:“Silvia, te lo avevo detto! Non deve litigare con Giuseppe (altro gnomo maledetto intento a torturare lucertole in giardino) perché poi reagisce male!!”Ecco.Adesso, cortesemente, non venitevene fuori col fatto che pecco d’invidia o mi reputo superiore alle altre: io, semplicemente, mi percepisco ALIENA in questo pianeta bizzarro. E poi, comunque, siete pregati di non ritrarvi inorriditi: il fiele che sta colando sul vostro monitor non è infetto, tranquilli.