S_CAROGNE

Storia di un troll


Non so se avete presente quelle sere stanche, in cui spegni il cellulare e gironzoli per casa senza aver voglia di fare nulla, quelle sere in cui non usciresti nemmeno se ti proponessero un lavoro a tempo indeterminato o un rotolamento nel letto di una gnocca, quelle sere in cui ceni tra pensieri foschi e poi ti addormenti già preoccupato di destarti, la mattina seguente, in un giaciglio di tristezza.Ebbene sappiate che, in serate così, basterebbe semplicemente qualcosa di inatteso per spezzare la catena di pessimistica schiavitù che vi lega al vostro io borderline (ho detto qualcosa, non qualcuno, perché se vi siete riconosciuti nelle prime 5 righe ed in più siete frequentatori di questo blog avete sul monitor ben 2 prove a favore della vostra innata sociopatia).Potrebbe essere il suono di una canzone che vi arriva accidentalmente all’orecchio o un libro che vi appare magicamente tra le mani, certo, ma se possedete un computer e una linea adsl, la tentazione di un click arriva solerte a pungolarvi l’anima solitaria.E allora vi ritrovate a vagare tra siti e profili senza nemmeno sapere esattamente cosa cercare: può capitare di finire a sorridere da soli davanti ad un video, o a riflettere su un articolo interessante (merce rara) che vi era sfuggito. Se invece siete sfigati come me incontrate Panglos.E’ difficile parlare della complessità dei rapporti virtuali che si instaurano qui dentro senza cadere nella banalità, ma sappiate che a volte non è necessario consultare l’oracolo per capire di trovarsi di fronte ad un troll.Ci siamo conosciuti così: lui intento a baloccarsi spargendo il seme della discordia di blog in blog, io alla stanca ricerca di qualcosa di appetitoso da leggere.Lui traghettava il proprio avatar esortando i profili a dedicarsi allo studio della grammatica, suscitando reazioni di malcontento di pagina in pagina, io (che ho sempre avuto la vocazione infermieristica) lo leggevo a ruota, cogliendo le sopraffine tracce di malumore che ne segnalavano il passaggio.Lui rompeva le uova nel paniere glitteroso di una pulzella virginale, di una neomamma innamorata del proprio scarafone, di un ometto intento a predicare dal proprio pulpito virtuale e io lo seguivo trotterellando come il Grillo Parlante con Pinocchio, cercando di ricucire con pazienza l’offeso risentimento che provocava in questa proba Community: era evidente che entrambi non avessimo nulla di meglio da fare, in ogni caso.Poi è trascorso del tempo ed io, cloppete cloppete, ho deciso di aprire il blog con Erba. E un rivolo di ansioso sudore è corso giù per la tastiera nell’attimo in cui il suo profilo è apparso all’uscio del mio focolare. Ebbene lo ammetto: temevo. Che dedicasse a me tutte le sue attenzioni trolliche.Stoltamente.Perchè non avevo messo in conto una delle caratteristiche che fanno di una entità virtuale aspecifica un troll: la volubilità… sono bastati pochi click e con mio estremo disappunto ha osato tradirmi con una insipida Erbaccia maligna. Tsè... uomini… tutti uguali!Buon compleanno da entrambe, rompicazzo! PS: Che questa storia degli auguri non diventi una insana abitudine… non abbiamo mica tempo da perdere con le stronzate, eh!