S_CAROGNE

Lost


 Se ad aprile vecchi amici, cui siete molto legati, ma che non frequentate da un po’, vi chiedono “andiamo in vacanza insieme?” dite “no”. Mi raccomando: un “no” secco. Pensando che le vacanze sono lontane, e che rilassati sopportereste chiunque, sarete tentati di accettare. Ma potreste ritrovarvi sconvolti a guardare un tramonto, con lacrimucce che vi scorrono sul viso. A me è successo. Sì, perché ho scoperto che i miei amici sono stati rapiti il giorno del loro matrimonio, il loro corpo è usato da donne calcolatrici che li usano per il loro comodo, ma le loro anime sono perse. Saranno rimaste impigliate nelle reti di quelle serate in cui con una birra calda e un pacchetto di sigarette si tirava tardi fino all’alba discutendo di qualunque cosa, dicendo qualunque minchiata, ma soprattutto ridendo fino a non poterne più. Ecco: dove sono i miei amici? Mi mancano. Ho trascorso con loro i miei anni fondamentali, quelli in cui sostanzialmente si fanno le prime scelte, pensando che l’affinità non sarebbe andata persa. Invece i miei amici ora simulano tranquillità. Che cosa triste. Ma come “tranquillità”? Noi che avremmo cambiato il mondo, noi che pensavamo che una vita intera fosse troppo poco? I corpi sono più rilassati, e va bene, i vestiti sono più seriosi, e va bene, ma gli occhi? Sono buoni padri di famiglia. Ma questo forse è in contraddizione con un comportamento divertente e vitale? Pare di sì, perché i discorsi a ruota libera, a quanto dicono le gentili signore, non vanno bene. Non ricordano più che la parola d’ordine era sehnsucht. Si può parlare di lavoro, e poi di cibo, è chiaro, e di arredamento, e naturalmente di fondi pensione. Fondi pensione! Cavolo, roba che le carcasse dei nostri motorini, e i nostri anfibi si stanno rivoltando nella tomba. Saranno innamorati? Non direi a giudicare dal fatto che parlano anche in privato di cose quotidiane. E basta. Ora: io non penso che ogni giorno si possa fare Paradise, ma che cavolo, un po’ di friccicorio: guardate! Una stella cadente! Vi ricordate che pensieri facevate a vent’anni accanto a un falò?