S_CAROGNE

Le parole per dirlo


Felicità? Dolore? Sono fratelli, come Caino e Abele. Nero o bianco? Se non si sa cosa sia il buio non si può conoscere la luce.Certo spesso il lavoro, la fretta, la spesa, le bollette, ci invogliano ad un pantofolaio grigio. Come va? Si tira avanti. Che cazzo di risposta è?Voglio sapere in ogni attimo se sto bene o sto male. Se sono viva. Se l’apatia e la noia sono solo temibili nemici o sono così vicini a me da impedirmi di distinguerli. Teorie di parole per descrivere la felicità, teorie ancor più tortuose per fissare, cogliere, dominare il dolore. Perché ci si illude che definendo qualcosa la si isoli in un recinto, e una fiera domata non fa paura. O ne fa meno.Forse tutto si risolverebbe con una corrispondenza di amorosi sensi tra noi, hic et nunc, e quelli che subiscono il nero mentre noi gongoliamo nel bianco, o che brillano nel bianco mentre noi siamo risucchiati dal nero.Niente è per sempre. Lo sa l’amante nell’attimo effimero del compimento del suo amore, quando l’angoscia, la consapevolezza della perdita imminente lo sorprendono, lo sfiorano, ma non lo paralizzano. Pensieri che si scacciano. Non disturbatelo.Lo sa il padre, che accompagna radioso la figlia all’altare e raccoglie il dolore di ogni padre che non può farlo.Lo sa la mamma che stringe il suo bambino e coglie, sentendolo proprio, il dolore di ogni madre che lo ha perso.Lo sa chi saluta qualcuno per sempre. Non ce la posso fare. Certo che puoi. Allontanati solo quel tanto che basta per essere contagiato da quella bramosa fame di sopravvivenza che hanno provato gli altri avvolti dal nero prima di te.