S_CAROGNE

Ancora tu


Coincidenze. Premonizioni. Affinità. Corrispondenze. Destini. Fatto sta che a volte, quando sono stanca di aspettare un segno dalla regia, ti evoco. A modo mio. Con un semplice rituale. Tiro fuori da un cassetto quel biglietto che scrivesti di notte, mentre dormivo, con grafia presa in prestito da un maestro di scuola, che mi fece ridere fino alle lacrime. Ora non mi fa tanto ridere, ma va bene. Poi annuso il cuoio della borsa che ti regalai. Non ti piaceva. Era scomoda. Perché la usasti anche quel giorno? E poi cerco nervosamente la tua foto, quella che mi è più cara, dove si scorgono delle rughe leggere agli angoli degli occhi. Le ricordo bene, quelle rughe delicate, segno di lunghe nottate passate sui libri e fragilità. E predisposizione al sorriso. Non credo di saggezza. Quelle rughe che immagino colmate dal rimpianto di non essere diventate profonde. Con delusione scopro ogni volta che quella foto non esiste. L'ha scattata la mia mente, frettolosamente, disperatamente, quando il regista mi costrinse a scegliere un fermo immagine.