S_CAROGNE

Lavori in corso


 Siamo una di fronte all'altra. Penna in una mano, sigaretta (rispettivamente sigaro) nell'altra, caffè (rispettivamente caffè) nella tazza da latte alla destra, fogli (rispettivamente portatile) alla sinistra. Il silenzio è interrotto solo da squilli sommessi del cellulare di Sara cui non segue alcuna risposta. Fino al terzo tentativo di un anonimo autore. Al quarto si ode un leggiadro “ti ho detto di non rompere i coglioni, quando ho bisogno di te ti faccio uno squillo e mi citofoni”. Leggiamo. Fumiamo. I nostri sguardi si incrociano per brevi ma intensi attimi. Riprendiamo con maggiore concentrazione il lavoro. Altro lavoro. Per noi, ovviamente. Come se non bastassero i santi cazzi quotidiani, abbiamo dovuto anche riunirci per giudicare i vostri elaborati. Scritti in un italiano, diciamo, naїf. Poco tempo per leggerli, quindi. Molto per attribuire loro un senso. Ancora di più evitare di dire: “ora basta, finiamola con 'sto blog”. Sommessamente, a turno, interpretiamo il ruolo della dolce di cuore e diciamo “Sara (rispettivamente Erba), hai visto che carino xxx? E poi ti rendi conto che hanno sprecato del tempo per noi?”. Quella momentaneamente in sé delle due subito risponde, eventualmente usando sinonimi, “sì, guarda, sono tutta un fremito; loro, povere stelle, hanno sprecato del tempo per noi? E noi cosa cazzo facciamo dal 13 luglio?” Congus, devo dire, è stato meraviglioso. Ha atteso, nell'arco delle cinque ore e quarantadue minuti che ci hanno viste impegnate nella esegesi dei vostri scritti, in macchina, sotto casa mia, che la serpe lo invitasse a contattarci per esaudire i nostri desideri. Ha provveduto ai rifornimenti di sigarette, pizze, birre e gelati. Ha anche messo a disposizione il suo portatile, per evitare che Sara e io sbattessimo a terra i nostri, in un impeto d'ira. Prima che voi contattiate il telefono azzurro, preciso che dopo le prime due ore ho convinto Sara a farlo stare con i bambini, ritornati frattanto da casa della nonna e bisognosi di un guardiano. Anche Congus, in quel frangente, andava bene.Addirittura, alla fine, gli abbiamo chiesto un parere. Con interesse pari a quello che provo io per il cricket ha blaterato nella lingua indigena qualcosa del tipo “ormai non so più se siete pazze, idiote o alla ricerca di una avventura. Maledetto quel giorno maledetto. Chi cazzo mi doveva dire di trovare non solo Sara, non solo Erba, ma pure i suoi figli. Mi hanno fatto due palle così su chi è Nick, se Panglos davvero conosce Babbo Natale, se Binxus è una figura mitologica”. E ha aggiunto “approvo in pieno le vostre scelte, frutto di una così dettagliata analisi morfologica e sintattica dei testi” o almeno credo che intendesse questo con la frase “sì sì, come no, basta che ce ne andiamo”.Quindi, signore e signori, alea iacta est. Ora sono cazzi vostri. [Tranquillizziamo tutti dicendo che abbiamo magnanimamente deciso di non sottrarre punti (già piuttosto scarsi) a quanti, in pvt, hanno tentato di rubare anticipazioni o peggio di estorcere compassionevoli sentimenti alle commissarie.]