S_CAROGNE

Recensioni - Giorni e Nuvole


Sottotitolo: come scrivere una recensione e dimenticarsi di postarla per un mese di seguito Un film sulla precarietà del lavoro ma anche e soprattutto sulla staticità della vita: questo è l’ultimo lavoro di Soldini.C'è un lavoro perso e un altro da trovare, una vita a cui rinunciare e un'altra da tirare a campare mentre il regista stende sui personaggi un velo di sofferenza non detta, una cortina impenetrabile capace di rendere inutile qualsiasi contatto umano.Una coppia costretta da un destino severo a biforcarsi e a scoprire nuovi aspetti della vita: lui troverà difficoltà nel reinventarsi mentre lei cercherà di colmare le difficoltà economiche della famiglia accettando un part-time presso un call center. Quando l’euforia del momento si trasforma in devastante depressione (a proposito è così che si diventa bipolari) l’infinità di aspettative costantemente deluse diventa un sentimento multiforme, sfaccettato, a volte ambiguo.E in un mondo che ti impone d’essere più performante si accentua l’ossessione della sicurezza. Il decotto più potente al mondo? L’ambizione. La panacea di tutti i mali? L’arroganza.Mica pizza e fichi: è duro parlare di una situazione difficile senza volerla giudicare.Un film piccolo, minimalista, vero, bello eppure poco coinvolgente, prolisso nella parte centrale.Picchi di noia non offrono vie di fuga allo spettatore costretto ad affrontare un formato quasi documentaristico: mi spiace, davvero, ma è moscio, tremendamente moscio. Persino per una palesemente esperta di guai sentimental-lavorativi come me. Da vedere: rigorosamente non da soli.Meglio ancora in un gruppo oculatamente selezionato: tutti un po’ depressi o un po’ depresse perché spesso l’allegria può dare più profondità alla stessa malinconia.E’ possibile che qualcuno/a scoppi in lacrime notando l’estrema commistione tra la propria vita e quella fotogrammata sullo schermo e in tal caso sull’ottovolante dell’angoscia è sempre bene avere una mano amica da stringere.