S_CAROGNE

Nel segno del mercurio cromo


Domenica 3 Febbraio 2008 Ore 19.30 L’idea era quella di una cenetta tra pochi amici a casa mia, venerdì sera. La febbre (segno del destino che non ho saputo leggere) ha posticipato l’evento al pranzo della domenica. Non in condizioni di mettermi troppo a lungo ai fornelli, ho lasciato che ciascuno degli invitati portasse qualcosa.L’occasione d’incontro è stata la concomitante venuta di due miei amici: il truccatore D&G da Milano e l’architetta da Udine. Ai due si sono uniti il compagno di lui e la mia ginecologa (detta La Rossa da quando, al liceo, sbagliò colore ai capelli), anche lei amica dell’architetta.Giusto per dare parvenza d’ospitalità, arrangio un antipasto, cercando di non confondere i salatini con i croccantini del gatto e prodigandomi nel mio “apripasto” di battaglia: quiche lorraine, by Bimbi!Il vino, le risate e gli sfottò, allietano l’atmosfera, cominciando a disegnare i contorni di un pranzo da archiviare sotto la voce “DA RIFARE”.[Come procede il progetto dell’asilo per bambini? Avuto tutti i nullaosta comunali?; E il tuo studio? Molti pazienti? La nostra comune amica deve essere una gran rompiballe, eh?; Il prossimo inverno dicono che andrà molto il blu elettrico… Non ti sei ancora rotto di Milano?; E tu, invece, di cosa ti occupi?]Tutto procede bene, sotto l’aura benefica del relax amichevole, fino a che La Rossa non mi dice:”Beh, allora? Adesso che la famiglia si allarga, non è il caso di mettere la testa a posto? Quando ti sposi?”.- Utile annotazione d’intermezzo: La Rossa è il tipico esponente di donna razionale. Colei che fa la cosa giusta al momento giusto; che (vuoi anche per deformazione professionale) deve avere tutto sottocontrollo; che non beve, non fuma, si lascia andare a slanci di malizia solo nella stanza nuziale (N.B.: malizia, giammai lussuria!), con uomini di comprovata rettitudine e possibilmente futuri buoni mariti. Nella sua vita vige il principio del NATURA IMPERAT, per cui, ciò che naturale non appare, “non ha da essere e non s’ha da fare”! Insomma, è il grillo parlante che avevo anch’io e che ho perso definitivamente (calpestato? Annegato nel Baygon?) intorno ai ventuno anni -Per nulla stupita della sua domanda, conoscendola e amandola nel suo naturale candore di fianco alla mai pece posticcia, le rispondo che il mio “gravidume” non mi ha per nulla indotto a pensare al matrimonio, né ho mai creduto che l’arrivo di un figlio fosse un valido motivo per sposarsi.E’stato l’unico pensiero che ho fatto in tempo ad esprimere. La frase “Al mio segnale scatenate l’inferno”, non avrebbe avuto lo stesso effetto!So solo che, da quel momento, il tavolo si è trasformato in un campo di battaglia ideologica tra fronti opposti. Famiglia di Fatto vs Famiglia Legale. Sono stati lanciati sul piatto (e lì sono rimasti finché non ho caricato la lavastoviglie) PACS, non pacs, DICO, affermo, ok taccio. Gay, etero, x! Convivenza, eredità, affitto, alimenti, persino donazione d’organi!Dai fumi della matriciana sembrava si materializzassero le sagome da un lato di: Ruini, Bagnasco, Berlusconi, Bindi; Dall’altro: Grillini, Luxuria, Lisi, Vendola (con orecchino). Ogni tanto dall’arrosto usciva Mastella gridando ai quattro venti che la moglie non era più ai domiciliari.Sembrava che una puntata di Ballarò si fosse spostata a pranzo da me e mi aspettavo da un momento all’altro che Floris citofonasse reclamando un amaro.Come per la migliore attività parlamentare, toni e discussione si sono spenti per sfinimento delle parti (e del paciere storico, l’architetta!). Ciascuno dei commensali, dopo dolce e caffé, ha salutato tornando alla sua realtà di fatto (truccatore e compagno), o di diritto (La Rossa in cerca del Principe Azzurro che la sposi); in un equilibrio  di sostanza, riflesso di vite che avanzano per azioni concludenti e non per parole ridondanti.In preda a dubbi sul giusto o non giusto gravido, ho telefonato al mio uomo (a Roma per lavoro).DOMANDA (mia): “Ma secondo te, ci dobbiamo sposare solo perché aspettiamo un figlio?”.RISPOSTA (sua): “No. E’ passata tua madre, per caso?”.IO:”Ma tu mi amerai per sempre?”.ELLO:”Assolutamente no! Ti amerò finché dura.”.Sicura della “correttezza e buona fede extra-contrattuale” del mio uomo, ho messo a tacere l’ansia sprofondando in una meritata pennichella. Non prima di aver archiviato il pranzo sotto la voce “CERTA DI VOLERLO RIFARE?”.