S_CAROGNE

Le discese ardite


 “Ma sono montagne di formaggio!” Questo l'esordio di mio figlio al nostro arrivo alle Grotte di Castellana. Nel corso della passeggiata di 3 Km il formaggio ha lasciato il posto a distese di pannocchie, a eserciti di Barbapapà, a pareti di cioccolato, a presepi, a terrificanti mostri e a paesaggi da fiaba degni di nozze reali. Preciso che non forniscono funghetti allucinogeni insieme al biglietto di ingresso, ma davvero abbiamo visto tutto quello che vi ho detto. Anche molto di più. Confesso di essermi sentiti un'idiota: non ho viaggiato molto, ma tutte le volte che l'ho fatto ho scelto una meta giudicata imperdibile e ho ovviamente scartato a priori la Puglia e quelle che furono nella mia infanzia le mete delle gite domenicali con genitori e cuginetti. Vidi le Grotte a cinque anni e poi non ho più pensato di tornare. Banalmente la frase del giorno è “nulla è più sconosciuto e insolito dell'ovvio”...La guida, una vivace e preparata trentenne, invita i visitatori a non toccare (e mio figlio, affascinato, esercita per la prima volta l'arte in disuso dell'autocensura: “metto le mani in tasca, così sono sicuro”) e li informa che i cambiamenti apprezzabili a occhio nudo avvengono in cinquanta, cento anni. Parliamo di un centimetro, o mezzo in certi casi. Quindi, se tornerò un giorno con i miei nipotini, diciamo che non avvertirò, almeno lì giù, lo scorrere del tempo in modo eclatante. Meraviglioso: milioni di anni concentrati in una passeggiata, rocce sapientemente disposte per comporre pregiati tessuti, frutto del lavoro di migliaia di ricamatrici silenziose. Certo, assistendo a certi spettacoli, i lavori per la ristrutturazione della propria casa appaiono una cosetta per principianti assoluti, ma addirittura una delle meraviglie del mondo, l'Alhambra, appare, a tratti, quanto meno fortemente ispirata. Che dire? Gli scultori, gli architetti, i pittori a volte si assegnano l'ingrato compito di imbrigliare il bello in un'opera, come fanno alcuni poeti e scrittori con la luna o l'amore, e una vita intera può servire solo ad arrendersi dinanzi al travolgente impeto della Natura o della Verità. Stretti passaggi, poca aria, una sopportabile – quasi inebriante - sensazione di soffocamento, figure ora spaventose ora fantastiche intorno, come gli alberi dagli occhi gialli che circondano Biancaneve in fuga. Forse è l'Inferno: ti aspetti di scorgere qualche anima dannata, quando ecco che si rischiara la materia, si dispone docile a guisa di gelato che cola, di Madonna con Bambino, di trionfo di candele bianche. Ma, allora, questo è il Paradiso. O forse è entrambe le cose, nella sua apparente fissità. In fondo, a noi tutti, in una sola vita, sfuggiranno i cambiamenti: si deve attendere molto in certi casi...