S_CAROGNE

Notizie dal Paradiso


C’è una strana macumba che incombe sulla mia vita lavorativa e che mi impedisce di trovare pace tra i banconi del laboratorio.Sono improvvisamente passata da un Laboratorio Scientifico (maiuscolo) gestito da una Kapò piena di astio alla Fattoria di Nonna Papera. I rigidi criteri lavorativi del suoro (no telefoni, no bar, no sigarette, no pause al bagno) sono ormai un ricordo confuso che tende a stemperarsi quotidianamente in gioiose pause ricreative.Si eseguono esperimenti con la stessa matematica precisione con cui si potrebbe cucinare la torta di mele tra i propri fornelli: ad occhio. Un po’ di questo, un tot di quello, si assaggia e quindi si inforna l’impasto che per darsi un tono viene orgogliosamente definito protocollo adattato.Tanto che mi era punta vaghezza di arrivare in Istituto con una batteria da cucina al posto del portatile per sentirmi più a mio agio.Ho acquisito una collega molto bella e molto magra ma dallo sguardo fosco da cui il mio occhio allenato di psicologa mi sussurra di guardarmi sapientemente le spalle: un cardo tra i sassi. Spinosa. E una serie infinita di giovani e meno giovani ricercatori con una innata propensione al fancazzismo. Una statistica mi farebbe sentire l’immancabile eccezione (esattamente speculare rispetto al passato) anche qui, ma a questo mi sto lentamente e stancamente rassegnando. Il mio vicino di scrivania (a proposito, adesso ho persino un banchetto legnoso su cui adagiare la mia amata protesi portatile) mostra una inspiegabile indole ecologica che si manifesta sotto forma di amore per i parchi, i funghi, l`erba e le colture batteriche. Forse in primavera sarà possibile riscontrare la nascita di piante con foglie a sette punte nei vasi del balcone del laboratorio, da queste parti considerato unico evento produttivo di una certa rilevanza.Una burocrazia borbonica quotidianamente intralcia l’avventura intellettuale del personale e nulla che abbia a che fare con la toilette si prospetta per ora nel mio futuro.La mia esperienza militare presso il suoro non mi permette ancora di rilassarmi a dovere: mi sento un artificiere che tende incessantemente l’orecchio al ticchettio della bomba ma lo sguardo sereno dei colleghi mi induce a pensare che l’ora dell’adattamento si avvicini.Visto che si finisce per somigliare alle cose che si producono so già che a breve mi tramuterò in una oziosa casalinga con pinza arcobaleno tra i capelli, pronta a perdere il meglio della sua vita davanti alla tv.Non so perché ma il mio karma mi impone di trovarmi sempre fuori posto.Adesso non ditemi che non sono mai contenta, cercate di comprendermi: scodinzolo alle sfighe per poi calunniarle, che triste destino insoddisfatto è questo mio.