S_CAROGNE

La Creatura ed Io (reprise)


C’è uno strano rapporto tra me, amanuense che presto la mia opera al suo spirito e lei, voce che nessuno sa da dove sgorghi: insieme siamo due miserabili che altrimenti non arriverebbero a baciare la riva più alta. Il nostro non è l’incedere sicuro di chi procede indifferente al mondo o la camminata distratta della noncurante giovinezza ma è, piuttosto, il caracollare incerto di chi cerca insieme il ritmo giusto per mantenersi eretto. Quando ci siamo incontrate io cercavo qualcuno capace di portare ordine nei cocci al posto mio, lei sperava, riga dopo riga, di trovare una mano di cui potersi fidare ciecamente. Ci sediamo ogni sera allo stesso posto, radunandoci in concilio sotto il cielo silenzioso che prelude alla tempesta, al solo fine di riprendere la litigata interrotta la notte precedente, concionando sul tempo o sulle umane genti, e sognando di notti stellate come Van Gogh. Se pecco d’ironia il suo garbato tossicchiare mi riporta indietro di una pagina, se mento un sospiro perentorio mi obbliga a vergognarmi della colpa voltando il foglio trafitta dalla scepsi. Il nostro è un testa a testa che non dà spazio per difendersi: quando un soffio di vento viene ad attizzare le sue deboli pagliuzze spero, e al tempo stesso temo, che il crepitio del fuoco raggiunga il fiore pressato tra le pagine della mia complice per porre giustamente fine al mio tormento. A volte raccogliamo parole scagliate da altri in campi troppo sassosi per essere arati al solo fine di vederle svanire all’inesorabile luce dell’alba, a volte le lasciamo pendere impiccate all’albero a cui entrambe tendiamo speranzose lo sguardo prima di tornare ad impuntarci ineluttabilmente sullo stesso scarabocchio. Mi dicono ci sia qualcosa di infantile in tutto questo e che non mi rimarrà nulla se non l’amara sensazione di aver perso giorni e notti a cercare un’inquietudine in più e quando glielo riferisco, porgendole il misericordioso filtro del conforto, so che tra di noi non è lei quella che pedissequamente cerco di convincere. La narrativa ed il mentire hanno qualcosa in comune: Picasso diceva che scrivere è l’unica menzogna che ci permette di vedere la verità.