S_CAROGNE

I nostri lettori ci scrivono: Risvegli


 Signore e signori, è un piacere partecipare a un “Risveglio emozionale”. Voglio dire, ci sono, nei nostri mesi di noia grigio-verde militare, accadimenti capaci di far emergere sentimenti sepolti, negativi o positivi non importa. Sentimenti. Non so se augurarvi i cicloni emotivi di cui sono periodicamente vittima, perché per sopravvivere a questi occorre una non comune dose di autoironia e indipendenza. Si nasce e si muore soli. Certo in mezzo c'è un bel traffico. Non accusatemi di cinismo, ma... Se è vero che i pedagoghi consigliano ai genitori di allevare i propri figli in modo che diventino uomini capaci di amare e di essere amati, è altrettanto evidente che qualcosa, lungo il cammino, si inceppi. In questo blog si riuniscono quotidianamente persone che, lungi dall'avere certezze, giocano allo specchio con l'immagine che di loro ha il mondo, scoprendo che, a volte, oltre all'immagine reale, e a quella riflessa, ve ne è una, in perenne movimento, che fa la spola tra le due. Non vi nascondo che delle mie due parti bipolari preferisco la terza, inafferrabile e impalpabile. Quindi invincibile.Un frequentatore ha inviato questo contributo. L'ho apprezzato molto (alla seconda lettura ho pensato che forse, nelle intenzioni, l'autore volesse solo descrivere un risveglio ormonale, ma, come sapete, a me piace sognare).Estate, giorno di ferragosto, la famiglia è in vacanza al mare. Mi sveglio di prima mattina perché voglio arrivare in spiaggia prima della marea di gente. Ore 8,00 e sono già piazzato con relativo ombrellone, sedie a sdraio, materassino e giochi vari per i pargoli: Fabio, sette anni, Angela tredici. Dopo una breve nuotata mi piazzo sotto l’ombrellone con la mia inseparabile settimana enigmistica mentre i due angioletti cominciano a litigare. La coniuge, convivente anche in vacanza, appena giunta in loco, si è già riaddormentata sotto i raggi del sole. Le mie fosche pupille, sotto gli occhiali da sole, avevano già notato una giovane donna che, nel frangente, aveva fatto amicizia con le mie due piccole pesti. Mi rituffo nel cruciverba e, dopo poco tempo, noto che la gentil donzella parcheggia la sua stuoia nelle immediate vicinanze del nostro ombrellone, stimolata dalle pesti di cui sopra. Dopo le presentazioni di rito lei, adagiatasi sulla sabbia, estrae dalla borsa un cruciverba fiammante e, leggendo ad alta voce i quesiti, attendeva trepidante le mie, puntuali, risposte. Mezzogiorno di fuoco, il sole, con potenti raggi mirati nella nostra zona, ci spinge a cercar refrigerio in acqua. Mare agitatissimo e, causa Nettuno che ha voluto metterci lo zampino, un grosso cavallo anomalo fa sì che, per un attimo, il mio corpo sfiori quello della fanciulla che, sorridendo, avverte il contatto. Rinfrescatici si riprende l’attività enigmistica e lei, meno esperta, mi cede il suo cruciverba per risolvere gli ultimi quesiti. Fra questi vi era: “grande amatore veneziano” ed io, di getto, al posto di scriverci “Casanova”, in quegli invitanti quadretti bianchi, metto dei numeri… il mio cellulare. È tardi, le pesti sono affamate e, a malincuore, restituendo il cruciverba rientriamo in albergo, non disdegnando un ultimo fugace sguardo alla bella vicina che, soddisfatta del cruciverba completato, lo riponeva nella borsa. Da quella Estate sono trascorsi diversi anni ma, in sintonia con la canzone di Edoardo Vianello, “Stessa spiaggia stesso mare”, non ho più cambiato località balneare. – a n o n i m o -