S_CAROGNE

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Son passati quaranta anni. Curioso come l’illusione concepita da una generazione si prolunghi in quella successiva indossando abiti diversi dalla fantasie optical o dalle magliette scapigliate del Che. Ci siamo messi sui vostri passi senza aver ben chiara la strada da seguire, come la spada che rivolge il suo filo secondo la volontà di chi la usa. Voi il promettente giocatore con tutta la vita davanti, noi il vostro gioco cristallizzato. Serve un percorso per fare propria la parola, e invece con figliastra irriverenza abbiamo solo approfittato dell’eco della vostra: adesso, il vostro vecchio manoscritto salvato dalle fiamme è l’unica stoppia che, bruciando, ci saprà riscaldare. Eppure. Eppure ora che ci avviamo verso il frugale pessimismo dei quarant’anni, pregni di legittimi desideri capitalistici ed indecisi sul miglior accostamento tra tende e divani, nella limpida purezza dermatologica di una crema Dior, ripensiamo alla speranza che ci avete instillato come all’unico rischio che valesse davvero la pena correre. Desideri e destini, lo sappiamo, vanno sempre diligentemente rovesciati prima di essere, in senso contrario, appaiati: vostri sono i progetti, nostri, purtroppo, i risultati.