S_CAROGNE

I diari della motocicletta


Si inizia a viaggiare per scuorno e si decide di smettere per sfinimento: sono stati giorni indimenticabili, diciamo così. Sul dorso ruspante della nostra xv 750 virago abbiamo raggiunto (stranamente senza intoppi) il Golfo di Baratti, dove ci attendevano gli amichetti della Simo, che si sono rivelati essere una sorta di tribù Bonda, il cui isolamento è stato interrotto solo nel 2006 con l’arrivo dall’energia elettrica. Appena scaricato il borsone ed il portatile Sara si è subito resa conto di essere nel bel mezzo di un progetto per il controllo e la selezione della specie burina, i cui partecipanti si sono spontaneamente candidati per sottoporsi alla valutazione comparativa con soggetti provenienti da differenti regioni (Io, La Simo ed un’altra malcapitata). Il mattino seguente l’insieme oggetto di ricerca si è diviso in due gruppi: il primo percorreva un sentiero di montagna di circa otto chilometri, tutto in salita, destinazione spiaggia, il secondo gruppo raggiungeva invece la stessa destinazione a mezzo auto. Superfluo sottolineare a quale dei due gruppi appartenessero la scrivente e La Simo. Veniva quindi effettuato un gradevole bagnetto di gruppo per la prova di artrosi cervicale e reumatismi, brillantemente superata dalla maggioranza dei partecipanti. Si ritornava quindi a casabase e nel tardo pomeriggio, non paghi dello sforzo mattutino, si decideva di visitare (a piedi) la zona archeologica adiacente, ovvero due mattoni etruschi di cui ora non sto qui a raccontare per il timore di tediarvi. Ma procediamo. Dopo una sana cenetta a base di noci e frutta la comitiva di cadaveri opta per una serata hippy in spiaggia con tanto di focherello. Che dire della notte, bellissima, intorno al fuoco? Solo quello che ricordo. E cioè del meraviglioso dialogo intercorso tra la scrivente ed uno giovane maschio burino alcolista del gruppo. Burino: Senti, non è che vorresti copulare un po’ con me stanotte? (lui ha usato un altro termine ma ve lo risparmio, non lo capireste) Sara: Quanto poco? Così, giusto per farmi un’idea. Burino: Pochissimo. Sara: Certo, capisco. A questo punto potresti illustrarmi i vantaggi dell’operazione? Burino: Senti, io sto disperato: nessuna vuole copulare con me. Sara: Ma va’… non l’avrei mai immaginato. Mi ci fai pensare giusto un attimo? Ti dispiace? Tutto questo naturalmente sorseggiando una birra dal suo bicchiere appena un attimo prima che lui mi parlasse con una certa cognizione di causa di una malattia tanto rara quanto contagiosa da cui temeva di essere affetto. La notte è trascorsa pacifica tra canti amish e petardi artigianali: al mattino la carovana si è rimessa in cammino. Di lì a qualche minuto, il dramma: La Simo ha messo uno dei suoi leggiadri piedini in fallo e ed è rovinosamente caduta. A Sara è apparso subito evidente che il Signore le stava mandando un’ennesima prova da superare affrontata poi in maniera superba presso la vicina guardia medica. Beh, proprio un bel weekend, giuro: non vedo l’ora di ritornarci l’anno prossimo eh! Comunque siamo sopravvissute (almeno credo) entrambe e, credetemi, non è poco.