S_CAROGNE

I nostri lettori ci scrivono: Ancora


   Segnali di vita neuronale sono ancora possibili. Contro ogni previsione, magari travolti dall'entusiasmo per gli Europei, dalle vacanze alle porte, da un complimento che ha loro rivolto la cassiera, alcuni lettori dimostrano di voler vivere pienamente, visceralmente, spudoratamente. Ma hanno il buon gusto di non gridare, di non esibire inopportune bandane, di non confondere il desiderio di essere su questo mondo (non solo fisicamente) con volgari giovanilismi. Piuttosto, saccheggiano dal reparto Come eravamo aneliti di libertà, intesa come libertà dalla routine, dall'appiattimento, dalle risate forzate. E scoprono che la brama di piaceri, intellettuali o fisici o onirici, scevra dell'inesperienza adolescenziale, si tinge di ironia, e che l'ironia può avere un rassicurante colore pastello. È notte fonda… prima di spegnere il pc ed andarmene a letto, dal mio studio sbircio attraverso i vetri. Cosa mi succede? Non voglio più sprecar tempo standomene in orizzontale e con i pensieri in letargo? Dalla finestra mi aspetto delle risposte “vitali” che giustifichino la mia insofferenza per il letto. Tutto tace… anche il lampione, davanti casa mia, è spento. Guardo la palazzina dei miei vicini nella speranza di cogliere un rumore, una luce accesa, che mi facciano sentir parte di un “sociale”, ancora in movimento, non pago della giornata trascorsa. Buio pesto. Serrande abbassate al piano rialzato, la casa dell’amico Giovanni, cassaintegrato, con moglie e tre figli a carico. Un carico che ormai le sue piccole spalle non riescono più a reggere. Buio anche al primo piano, casa del buon vecchio Franco, pensionato e con la passione della musica lirica. Rompe le scatole tutto il giorno ascoltandola ad alto volume e duettando con baritoni e tenori. Adesso… tutto tace… adesso, che vorrei sentire il “Nessun dorma”, non lo sento nemmeno russare. Penso allora alla gioventù e guardo il piano di sopra. Tre studentesse universitarie che, presumo, vista la predisposizione per gli strumenti musicali, siano iscritte al conservatorio. Non odo suoni di strumenti che siano a fiato o a corda; a pensarci bene oggi avrei accettato anche quelli a percussione. Decido di andarmene a letto e, mentre a malincuore mi adagio sul letto pian pianino, odo un fragore, uno splash…Quel rumore, sono certo, è dovuto all’acqua sporca, raccolta diligentemente in una bacinella, che la signora dell’ultimo piano butta giù sulla strada, di sera, sì, ma incurante di eventuali passanti. Chiudo gli occhi felice. La vita, comunque, continua, anche se io sono in pausa.