S_CAROGNE

Vogliosara ed io


Nonostante le profezie di Erba già mi immaginassero riversa in un campo a morire senza nemmeno il conforto di una marcetta funebre, l’appetitosa prospettiva di sistemare un cucciolo mi ha spinta ad uscire con il tenero Vogliosara, sebbene la sfumatura sociopatica del soggetto si fosse ampiamente palesata sul blog. Reduce da una ganza malattia autoimmune e quindi macilenta e butterata come una deportata io, imbuattato in una mise dai colori sgargianti tipici dei rituali di accoppiamento lui. Che dire? Davvero una simpatica serata tamarra. Abbiamo prima girovagato sul lungomare barese, apprezzando l’aumento numerico delle giovani modelle di biancheria intima smarrite sulla costa, e poi ci siamo diretti verso un gustoso e rinomato ristorante dell’hinterland marinaro. Durante la cena Sara ha deliziato il suo nuovo amico con particolari appetitosi riguardo i pelosi oggetto dell’incontro (il maschio è l’unico che non è andato sciolto quando gli hanno dato il latte, la femmina maculata è così intelligente che lascia i suoi bisogni lontano dalla cuccia) mentre il romantico accompagnatore è ricorso al paragone con una interessante specie esotica (l’anaconda) per descrivere il gagliardo appetito della blogger. Tra una portata e l’altra Sara è stata tempestata da ansiogeni sms di Erba che ogni 15 minuti ha preteso l’invio della parola d’ordine prestabilita (ovvero il nome in codice dell’odiato professore di lettere del liceo, giusto perché la serata raggiungesse un livello di complicazione sofisticatissimo). Per dessert siamo andati a prendere il cucciolo. O meglio ci è venuta incontro una zecca che portava in braccio un cane (credo sia arrivata l’ora dell’antiparassitario). Dopo le smancerie di prammatica un gradevole latrato canino in modalità surround ha salutato la comitiva in piena notte mentre Sara si chiedeva quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere prima che la signorile auto di Vogliosara perdesse il soave aroma del prodotto intestinale depositato dal cucciolo sul tappetino. In ogni caso la serata è servita per raggiungere un nuovo grado di consapevolezza dell’universo web. La rete è, come sappiamo, un algoritmo che non segue l’ordine naturale delle cose e inevitabilmente tende ad essere espresso con un numero, che a volte può anche non essere lo zero. Perché anche attraverso un monitor è possibile cogliere quel pizzico di familiare sapore speziato che da sempre accomuna i matti tra loro e questo è un dogma che, una volta applicato, non necessita di particolare manutenzione.