S_CAROGNE

Friends


 (Figli dell'immensità)Qualche giorno fa pensavo che ormai faccio parte a pieno titolo del mondo degli adulti. In effetti sfoggio anche una certa disinvoltura ai funerali. Riesco a incastrare un tale genere di impegno tra la spesa, i figli a scuola e il lavoro -lascio anche qualche commento sul blog- dispensando abbracci e malinconici sorrisi. Addirittura sul sagrato ho chiacchierato amabilmente con alcuni amici, fumando nervosamente una sigaretta, mentre si rincorrevano ricordi “Eh, quella volta...”, e previsioni sul prossimo. Ho ripercorso poi sola la navata, cercando un posto tranquillo, per dedicare qualche momento di silenzio a me, all'estinto, e alle sensazioni evocate dall'evento. In pochi istanti mi ha pervasa una strana euforia. Il mio metro e sessanta è pieno di ricordi che non appartengono solo a me, ma anche a questi uomini e donne (Alessandro, Daniela, Anna Maria, Gigi, Vincenzo, Andrea, Ilaria...), mai paghi, mai tranquilli, con i quali sono cresciuta. Con alcuni di loro ho condiviso la paura per il compito di latino, l'ansia da occupazione, la sbronza fatale, le feste in spiaggia, il primo viaggio all'estero, quei dannati incidenti, lo sconforto sulle panchine, il panico da esame, l'attesa del treno verso il lavoro, i pianti per gli amori persi, le telefonate notturne per le confessioni ineffabili, la gioia per la casa in fitto, le risate alle nozze, le ecografie del primogenito, l'estremo saluto ai genitori. C'erano quando, seduti a terra da qualche parte, con una birra in mano e una sigaretta in bocca, pensavamo ci fosse un senso nella vita, nella morte e nell'amore ed eravamo certi che noi mai, mai, ci saremmo arresi al binomio laurea-matrimonio. Il mondo, è vero, sembrava inconoscibile (grande grande o piccolo piccolo?), ma era alla nostra portata e l'impronta eravamo sicuri di lasciarla su questa palla di cera. Sono i miei amici, quelli senza i quali la mia vita non sarebbe descrivibile, quelli che saltuariamente sogno, che pure invecchiati sono belli come allora, perché c'erano quella volta, e quell'altra, e ci saranno ancora.