S_CAROGNE

Cuore matto


Il mio cuore ha continuato a battere anche dopo quella sera. Il mio. Sì, e lo ha fatto in maniera ritmica, regolare, forse, lo ammetto, più distratta. Appena ho saputo, certo, ha battuto forte,  violentemente direi. Ha sbattuto nel torace, poi in gola, ripetutamente nella testa, lentamente è andato nello stomaco e lo avrei volentieri vomitato. Ma non ci sono riuscita. Si è contratto, deformato, è rimbalzato, si è indurito, rimpicciolito, quasi è tornato cenere, ma si è assestato. Senza fretta ha trovato ristoro in parole solide o seducenti e accoglienza in braccia infantili o forti, cedendo a (non sempre vaghe) lusinghe. Credendo con l'ingenuità di cui era capace. Prima. D'accordo: con meno intensità. Non scambiare, però, per leggerezza la mia tristezza, o per ingratitudine la mia scarsa attitudine alla spensieratezza. Apprezza, piuttosto, i miei voli radenti, e dimmi che sono bella quando rido, sia pur con occhi velati di lacrime che nessuno (neppure tu) vede. Ora è qui, a poca distanza da me. E forse è fin troppo grande.  Sì, è lui, è ancora qui con me, e batte, a volte è un po' stanco, ma questo lo immagini. Lo sai bene che è qui. Non mi arrendo.