S_CAROGNE

Ricordi dal sottosuolo


 (Wasting time)13 luglio 2007 - 13 luglio 2008Spinta dal magnete che troneggia sul mio frigorifero “Bacio meglio di quanto cucino”, ho pensato “Scrivo meglio di quanto stiro” e così ho accettato di collaborare con sara_1971, anche perché non posso andarmene in giro a baciare la gente. Un anno fa ebbe inizio l'avventura, e con essa l'arte del postare, con la Serpe col fiato sul collo e io che, a seconda dell'umore, scelgo se scoprirmi in modo indecente o chiudere fino all'ultimo bottone, lanciando contraddittori segnali al mondo circostante. Lei, la Serpe, è la donna che ho scelto di avere per amico, è la fiera indomita che come la leonessa del Bioparco di Roma ruggisce percorrendo tenacemente un solco, il simbolo dell'infinito, da lei stessa tracciato, quasi a voler dire “Mi avete imprigionata qui, in questo posticino glamour, ma io sogno ancora selvaggiamente”.Tra noi e i frequentatori abituali si è instaurato uno strano legame. Manteniamo, è vero, l'anonimato, ma, pur non indovinando i miei lineamenti, immaginate che il mio gelato preferito sia il croccante all'amarena, e, diciamolo, sapete ormai sul mio conto più di Google e di Santa Madre Chiesa. Allora, sì, non mi riconoscereste tra la folla, ma, se ci incontrassimo, provereste la sensazione nota a chi ha un figlio: pensereste di conoscere il mio volto da sempre.Ora, non so se leggete il blog per abitudine, per amore, per esclusione, perché siamo legati da un mutuo o da un figlio; so che ormai i miei pensieri, talvolta contorti come il tronco di un ulivo, schiettamente, trovano un po' di ristoro in questa pagina. Erba, per contratto, può portare gli occhialoni ed essere imbronciata, e se rilascia commenti lo fa senza preoccuparsi delle conseguenze. A volte lo spazio virtuale è, mentalmente, arrapante, come un bicchiere d'acqua nel deserto e per una che sull'1-0 farebbe melina anche per ottanta minuti è quanto meno terapeutico. Diciamo così: ritengo che non sia il tempo a lenire il dolore, quanto la distanza al quadrato. Andare via, dove non siamo, dove non abbiamo colpe o meriti, dove l'unico che sa qualcosa di noi è l'uomo del check-in è l'anticamera della catarsi. Nascondersi dietro un nick, giocare con lui, scegliere se accendere il pc, è come fare un lungo viaggio con il biglietto di ritorno in tasca.