S_CAROGNE

Dos gardenias (para ti)


 Mio Dio. Come si cambia. In peggio, certo. Ora è diverso: ora riesco a liquidare una persona come fosse un venditore porta a porta: “No, grazie, non siamo interessati”. Che importa se questo significherà intingere il pennino nell'inchiostro e non nel sangue? Dicono che sia sufficiente troncare (non vale fare due tiri ogni tanto), resettarsi è la parola d'ordine (una più musicale no, eh?) e poi, neppure stessimo compilando un curriculum vitae, è richiesta tanta esperienza. Allora, vediamo se ho capito bene: sono follemente innamorata, ma non devo pensarci, semplicemente il mio compito consiste nello spostare le lancette dell'orologio. Quello che pensavo fosse un sogno era un incubo (o un calesse nei casi fortunati). Ma insomma! Certe cose non si fanno! Lo sanno tutti che ardere è pericoloso, e poi domani si lavora; dormi, per almeno otto ore. Cosa? Sì, lo ammetto, ricordo ancora quelle notti trascorse a sussurrare pensieri, in cui ci si perdeva nel nulla, tesi a strappare al momento un'emozione, un battito, una domanda. Serietà. Urge serietà. Ridere fino alle lacrime non si addice a una signora. Il mondo intorno a me inizia ad assediarmi. Dicono che il mio modo di vestire non sia consono a una donna, moglie, mamma della mia età. E poi, cosa vorrei dimostrare con il mio sguardo? Gli occhi caldi e assonnati sono roba da ragazzine.