S_CAROGNE

Dai diamanti non nasce niente...


…e dal letame nascono i fior  Diventare proprietaria di un cane, si sa, mette ordine nella tua vita (perlomeno per quel che riguarda gli orari), moltiplica in maniera esponenziale la rete di conoscenze e costringe ad assumersi le giuste responsabilità senza scaricarle, al primo ostacolo, su qualcun altro.Averne tre insieme ti permette di addottrinarti sugli stessi argomenti in maniera più veloce e sicuramente indelebile, soprattutto se casualmente gli stessi (tu guarda un po’) evidenziano  una falla nel loro percorso di socializzazione verso rappresentanti della stessa specie. Di conseguenza spiccioli eventi quotidiani nella gestione della Onlus, di cui ormai temo di essere diventata presidente onorario a vita, diventano accattivanti quanto una tracina sotto un piede. Per esempio la passeggiatina da urgenze fisiologiche, indispensabile a meno che non vogliate vedere apparire sculture Atzeche sul vostro tappeto orientale fatto a mano (unico oggetto di valore della magione che per prudenza giace da mesi arrotolato nell’armadio) deve necessariamente essere effettuata in orari off-limits per il resto del mondo civile, al fine di elevare le probabilità di sopravvivenza. Perciò adesso nel mio menage quotidiano la frase “porto giù il cane” è una espressione dialettica che fa venire i brividi almeno quanto “il lavoro rende liberi” e spinge il  saggio Congus, qualora presente, a salutarmi ogni volta baciandomi la fronte come si fa, appunto, con le salme (che caro).Il momento fatidico dell’espulsione prevede Geghe in cammino con un paio di cani, seguito da Sara, un tempo armata di sacchettino e palettina ora con sacco condominiale e vanga, che trascina al guinzaglio il terzo incomodo. La carovana si chiude con Jay che, saltuariamente, porta il gatto in giro (il gatto? Sì, il gatto, perché non mi credete quando vi dico che Sara vive tra pazzi?). Il tutto avviene nel clamore dell’arena (dove sono le bighe e i centurioni?) perciò la logica conseguenza è l’alienazione del gruppo, ovvero il mancato contatto con la maggior parte degli esseri umani cosiddetti civili, cosa che ricalca pedissequamente il percorso involutivo dell'America miserabile, clandestina e sconfitta descritta da Bukowski (goliardica analogia). Dopo questa piacevole scampagnata si torna alla cuccia. Si puliscono dalle 12 alle 16 zampette pelose e si entra in casa. A volte il canide più aggressivo, con l’espressione soddisfatta di chi ha appena compiuto una strage, vomita sul pavimento il cadaverino agonizzante di una lucertola semovente. Altre volte una simpatica zuffa intra-specie vivacizza la serata e spinge Jay ad imbracciare la scopa e a girare in tondo senza fretta cercando di colpire la preda (Natural Geographic). La conseguenza visibile di tutto questo è l’aver ormai acquisito un sano aspetto trasandato da sfollata del Belice che mi provoca spaventi sempre maggiori ogni volta che incrocio uno specchio. Si potrebbe pensare che la mia vita stia andando a puttane ma non è così perché sto solo allestendo il mio personale campionario di mostruosità sospinta da quell’infantile curiosità che sola porta a cogliere la felicità dell’attimo (profonda questa eh!).