S_CAROGNE

Tu mi turbi


 Se lo sguardo del vostro interlocutore è simile a quello di Sara a scuola, di Erba davanti a un elettrodomestico, di un uomo davanti a una bomboniera, con buona probabilità non è interessato a ciò che gli dite. Lo attirano senza dubbio maggiormente i tasti del suo cellulare, il monitor del suo computer, lo zapping spasmodico. Esempi:Entrate in casa, felici: “Ehi! Sono scappata dall'ufficio ed eccomi qua! Ho anche comprato i panzerotti!” I bambini, compatendovi, accennano a un saluto e tornano a fissare afasici i cartoni animati, mentre lui sillaba un “Ciao amore, un momento” digitando freneticamente (quasi voglia sottolineare che il vostro rientro inaspettato gli ha rovinato il climax della chat che lo vedeva coinvolto).Decidete di salutare i vostri colleghi dopo le vacanze: “Posso? Ehi! Abbronzatissimo!” Possibili reazioni: “Ehi, ciao! Scusa sono al telefono passerò da te più tardi.” (Frase pronunciata mentre il collega si contorce sulla sedia.) “Eccomi subito da te, finisco di scrivere una mail.” (Frase pronunciata con gli occhi fissi sul monitor.) “Scusa, scusa, sto scappando.” (Frase pronunciata con gli occhi fissi sul telefonino.)Incontrate un amico: vi fermate entrambi, il che è un buon segnale. Prontamente capite che in movimento non è in grado di comporre sms, dato che con un sorriso ebete stampato in faccia continua a spostare freneticamente il pollice opponibile che la natura gli ha donato, pensando che il dire “Già già... eh eh... ah ah...” sia definibile con il sostantivo femminile conversazione.Tali circostanze, ammettiamolo, renderebbero nervoso anche un paracarro*. Ho letto poi un articolo, diretto e sentito, di quel nostalgico di Michele Serra: in sintesi afferma che a fronte di una second life non esista un tempo virtuale, cosa che – comprensibilmente – poco o nulla affetta i giovanissimi. Serra non punta ovviamente alcun dito accusatore contro internet, e tranquillizza gli adulti: un contatto con il mondo esterno è quasi sempre garantito dal richiamo ormonale. Piuttosto, li (ci) ammonisce: solo con dialoghi, racconti, amici interessanti si potrà strappare l'adolescente dalla devozione verso il proprio monitor. Intendiamoci: io sono una convinta sostenitrice della frase di Pennac [...] la frase scema stabilisce invece una connivenza riposante che può esistere solo tra amici intimi. Soltanto con gli amici più stretti ci raccontiamo le storielle più stupide, come per rendere omaggio alla loro raffinatezza intellettuale. Con gli altri facciamo i brillanti, sfoggiamo il nostro sapere, ce la tiriamo, seduciamo. Attenzione, però: frase scema, non espressione idiota.*Questa è relativamente facile.