S_CAROGNE

L'arrivo


Sei arrivato quando ormai non mi illudevo più. Sì, lo sapevo che prima o poi avresti fatto capolino, tuttavia era da tanto che ci speravo e, a lungo andare, attesa e aspettative si consumano a vicenda; rimane solo un avanzare spoglio, abitudinario.Invece, tutto ad un tratto, eccoti. Il tuo ritorno è stato di grande effetto, da vero protagonista, come si confà ai grandi avvenimenti.Sei entrato fragoroso, lo sbattere di una finestra al cambio di vento. Tu. Mi hai avvolto con la frescura del tuo essere. Hai accarezzato la mia pelle, in cerca di un brivido nuovo. Hai lasciato che le mie narici si perdessero nel tuo odore, odore di chi viene da lontano, dopo un lungo viaggio; odore di vino rosso, dolce, di zucchero bruciato, odore di umido e di braciere, di pioggia e vento del Nord. Hai chiesto che ti riconoscessi e così è stato, spinta da istinto madre e imperativo padre . Allora ti ho ritrovato. Le mie mani, ruvide di te, si sono perse nella tua impalpabilità; il corpo si è disteso, mondato. La bocca si è aperta, famelica, ad ingoiare il tuo sapore, mille semi di generosa melagrana. E gli occhi hanno accolto grati le sfumature vermiglie del tuo arrivo.Così, gonfio di melanconia e di sogni agrodolci, mi hai stretto a te. Tiepida soglia, passaggio tra è stato e sarà, mi lascio attraversare, mi concedo al tuo invito e imparo, di nuovo, i rassicuranti passi della tuo armonioso incedere.Prima di andare via - ché, già so, scapperai in una notte - ti prego, concedimi un istante che sia solo nostro. Avrò un calice da sollevare e un fertile segreto che, se vorrai, potrai custodire.Autunno.