S_CAROGNE

I dèmoni


(Mi ritorni in mente) Lasciamoci implodere, almeno una volta al mese. Per essere certi che tutto sia al proprio posto, forse non in quello giusto, ma tant'è: di meglio non abbiamo saputo fare.Eccoli là, ben schierati: i nostri ricordi, cui non volemmo aggiungerne altri. Anche se nulla è definitivo, no? Sono in numero finito, e questo possa esserci di conforto. Sono lì. Ordinati come bimbi in fila per due. Chi in doppio petto, chi ancora con il sorriso stampato in faccia, chi stordito a suon di bastonate perché non faccia più male. I miei; i tuoi, non so. Poche volte, in fondo, concedimelo, comune è stato il modo di sentire - e quelle volte è stato Amore - anche se ho quasi paura a chiederti una verifica. Li vedo: sfilano, i ricordi. Testimoni di un legame che è esistito. A volte trovano una grande strada alberata e, inebriati, vanno oltre. Altre, e sono i momenti peggiori, uno di loro è lì; fermo, grosso, grasso, ostinato: ostruisce la strada. Gli altri, più lievi, si accavallano come uno stupido gregge. Qualcosa, poi, ripristina il normale scorrimento. Ma solo fino alla indesiderata sosta successiva, spesso causata da un capofila ubriaco. Occorre pazienza, e l'indulgenza è cosa che si impara con l'esperienza. Talvolta riesco anche a sorridere quando qualche indisciplinato rompe le righe, mi affaccio alla finestra della mia cucina, solo per devozione verso lo  stile Stanislavskij, e poi – è solo un attimo – torno al mio caffè. Raramente recupero un gioco di quando ero bambina: non ho mai voluto lo zucchero filato, ma desideravo intimamente un ricordo legato a me, al Luna Park e alla dolce nuvola bianca. E lo inventai. Creare un ricordo. Non è come sognare: regala il sapore di nostalgia, di rimpianto, di perduto. Deve essere verosimile. E poi, cosa credi? Non sono la sola a manipolare il passato. Forse non conviene conservare tutto. Mi sembra, infatti che, giorno dopo giorno, i ricordi che affollano i miei risvegli siano più innocui, addomesticati, snaturati (e lo sono ancor più se tento di trasformarli in sequenze non casuali di parole). Sì, perché ricordare è sofisticare a nostro uso e consumo taluni accadimenti, mitigandoli o esasperandoli all'occorrenza. Le sensazioni, la gioia, il dolore, l'attesa non sono riproducibili, il tempo li deforma, li priva di oggettività. Forse, come dicevi tu, gli unici veri ricordi profumano.